Maurizio Landini non lascia, anzi, raddoppia. Mercoledì il segretario della CGIL aveva detto che è “arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare” e oggi, davanti alle polemiche per le sue parole e nel giorno dello sciopero dei trasporti, Landini dice di non “aver proprio nulla da rettificare, anzi voglio rilanciare con forza la necessità di una rivolta sociale”.
Le parole di Landini
“Non possiamo più accettare – dice il segretario della CGIL alla manifestazione del trasporto pubblico locale a Porta Pia, Roma – il livello di diseguaglianze sociali, quindi non ho proprio nulla da rettificare, anzi voglio rilanciare con forza” la necessità di una rivolta sociale”.
“Vorrei dire a quelli che hanno tentato di mettere in discussione questa cosa – continua – loro cosa stanno facendo? Stanno aumentando i soldi per comprare le armi, stanno aumentando la precarietà, stanno tagliando e stanno favorendo quelli che evadono il fisco. E questo sarebbe possibile mentre non è possibile dire che c’è bisogno di una rivolta sociale? Aggiungo che ci siamo rotti anche le scatole, perché non è più accettabile che quelli che tengono in piedi questo Paese siano quelli che non sono ascoltati e che non vengono rappresentati”.
La Lega: “Tira una brutta aria per la democrazia”
“Landini – risponde il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone – dice che ‘si è rotto le scatole’ e oggi, nel giorno dello sciopero generale dei trasporti, torna a invocare la rivolta sociale. Un professore, a sua volta, invita gli studenti alla rivolta, fa la vittima della libertà di opinione per una sospensione di tre mesi. Chi grida ai pericoli per la democrazia dovrebbe guardare all’Italia e non certo agli Stati Uniti. Da noi tira una brutta aria. Spero in un intervento della magistratura per scongiurare azioni violente”.
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