Flavio Insinna, un giudice lo corregge, Tel Aviv è la capitale di Israele, non Gerusalemme

Flavio Insinna, un giudice lo corregge, Tel Aviv è la capitale di Israele, non Gerusalemme, avverte Vincenzo Vita sul Manifesto. Il 21 maggio e il 5 giugno 2020 la trasmissione preserale L’Eredità, condotta da Flavio Insinna, si segnalò per un grave strafalcione: la reiterata affermazione da parte del conduttore che la capitale di Israele è Gerusalemme e non Tel Aviv.

Fu corretta la concorrente del gioco a quiz e, malgrado le proteste, la rettifica si rivelò imprecisa e maldestra. L’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese e l’Associazione palestinesi in Italia avevano fatto ricorso alla giustizia amministrativa e conseguito un parziale successo in via cautelare: il manifesto ne scrisse ripetutamente (28 maggio, 10 giugno e 13 agosto 2020).

Flavio Insinna molto seguito

Flavio Insinna, un giudice lo corregge, Tel Aviv è la capitale di Israele, non Gerusalemme
Flavio Insinna, un giudice lo corregge, Tel Aviv è la capitale di Israele, non Gerusalemme – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Trattandosi di una vicenda assai rilevante – dato anche il forte successo di ascolto della trasmissione – le organizzazioni in questione hanno proseguito l’iter giudiziario di fronte alla competente sezione del tribunale di Roma. Ed ecco che, a firma della togata Silvia Albano, lo scorso 20 novembre è arrivata la condanna della Rai, con tanto di ingiunzione a trasmettere una reale rettifica sempre ne L’Eredità o in una trasmissione di analoga tipologia e collocata nella stessa fascia oraria.

La sentenza chiarisce bene quali siano i termini previsti dalla normativa vigente in materia di rettifica e ha sottolineato, con dovizia di riferimenti all’ordinamento internazionale, che Gerusalemme non può in alcun modo essere definita capitale di Israele.

Insomma, l’impacciata replica pronunciata da Flavio Insinna al tempo del pasticciaccio evocava presunte diverse valutazioni in materia, mentre la «replica» ha caratteristiche ben precise, volte a spiegare l’errore e a ripristinare la verità. Si tratta di una storia illuminante, sia della scorrettezza del servizio pubblico sia dei rischi che si corrono ad appaltare spesso la confezione dei cosiddetti format a società esterne, in questo caso l’onnipresente Banijay Italia.

Ben venga, dunque, una sentenza ricca di implicazioni, che costituisce un importante precedente. Complimenti, infine, alle associazioni vicine all’universo palestinese, ancorché di fronte agli eccidi dell’esercito israeliano una rettifica sia meno di un’aspirina. Ma è il premio alla tenacia e alla voglia di non cedere mai.

Ci si attende ora una correzione in diretta, pronunciata dal conduttore di oggi, Marco Liorni.

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