Inauguriamo oggi una nuova rubrica su UNF, perchè a distanza di 14 anni dalla nostra nascita, continuiamo comunque a cercare nuove idee per voi. Nella settimana della memoria, con la giornata mondiale della memoria, il 27 gennaio, ho deciso di consigliarvi la visione di un film di cui forse non si è parlato nel modo giusto in Italia e all’estero. Parlo de L’ultima volta che siamo stati bambini, a mio avviso, uno dei film più interessanti degli ultimi anni, dedicato proprio agli anni della seconda guerra mondiale e delle deportazioni nei campi di concentramento.
Il viaggio dei piccoli protagonisti, al centro della narrazione, segnerà per loro quel punto di non ritorno, il momento in cui, per l’ultima volta, saranno stati bambini.
Ti consiglio un film: L’ultima volta che siamo stati bambini
Nella settimana della memoria, dedicata alle vittime dell’Olocausto, la visione del film L’ultima volta che siamo stati bambini, esordio alla regia di Claudio Bisio, rappresenta un’opportunità preziosa per riflettere su temi di straordinaria rilevanza storica ed emotiva. Questo film, tratto dall’omonimo romanzo di Fabio Bartolomei, si presenta come un’opera toccante e coinvolgente, capace di parlare a tutta la famiglia con delicatezza e profondità.
Ambientato in una Roma del 1943, segnata dalla guerra e dalle leggi razziali, il film racconta la storia di quattro bambini, amici inseparabili, che si trovano improvvisamente di fronte all’orrore della deportazione. Quando uno di loro, il piccolo Emanuele, viene strappato alla sua quotidianità e portato via con la sua famiglia a causa delle persecuzioni naziste, gli altri tre – Italo, Cosimo e Vanda – decidono di intraprendere un viaggio avventuroso per salvarlo. Inizia per loro una avventura che sembra portarli lontano, perchè credono che seguendo i binari arriveranno nel posto giusto, e che li unisce ancora di più nella loro amicizia. I bambini sono come spugne, ripetono quello che sentono dagli adulti, lo interpretano a loro modo ma con innocenza e genuinità, perchè non hanno malizia, perchè non hanno la cattiveria e non possono immaginare a qualcosa di così mostruosamente reale, come la deportazione di tanti bimbi come loro, nei campi di concentramento.
Bisio affronta la tematica con una sensibilità che non scade mai nella retorica, mantenendo un delicato equilibrio tra dramma e leggerezza ed è questo uno dei segreti di un film che vi farà sorridere, ma anche riflettere e alla fine, purtroppo, piangere. I protagonisti, interpretati con grande naturalezza da un cast di giovani attori, riescono a trasmettere la spontaneità e l‘ingenuità tipiche dell’infanzia, contrapponendole alla crudele realtà del contesto storico. Attraverso le loro avventure e le loro paure, lo spettatore viene condotto in un percorso di crescita che mescola emozioni contrastanti: dalla speranza al dolore, dalla complicità alla disillusione.
Uno degli aspetti più riusciti del film è la fotografia, che riesce a ricostruire con grande accuratezza l’atmosfera della Roma occupata, fatta di strade polverose, vicoli carichi di tensione e quartieri popolari vibranti di vita. La regia di Bisio, pur essendo il suo debutto dietro la macchina da presa, mostra una maturità sorprendente, privilegiando una narrazione fluida e accessibile, adatta a spettatori di tutte le età.
Le musiche, composte con finezza, accompagnano il racconto con discrezione, sottolineando i momenti più emozionanti senza mai risultare invadenti. Anche i personaggi secondari, dagli adulti ai comprimari, sono ben delineati e contribuiscono a dare spessore alla storia, rendendola credibile e commovente.
L’ultima volta che siamo stati bambini è un film che riesce a trasmettere un messaggio di solidarietà e coraggio, dimostrando come l’amicizia e la speranza possano resistere anche nei momenti più bui. Perfetto per le famiglie, offre un’importante occasione di dialogo intergenerazionale sul valore della memoria storica e sulla necessità di non dimenticare mai gli orrori del passato.
Perchè vedere L’ultima volta che siamo stati bambini
Ci sono almeno cinque motivi per vedere questo film:
1) affronta un tema storico di grande importanza con un linguaggio accessibile a tutti;
2) offre uno sguardo autentico e commovente sul valore dell’amicizia e della solidarietà;
3) presenta un cast di giovani attori che riescono a regalare interpretazioni fresche e genuine; i 4 bambini protagonisti della pellicola sono strepitosi, menzione speciale per Vincenzo Sebastiani, dietro a quel sorriso, si nasconde un indomito coraggio e un cuore troppo grande, così grande da battere anche per noi;
4) la regia di Claudio Bisio, pur essendo alla sua prima esperienza, riesce a coniugare leggerezza e profondità in modo equilibrato;
5) rappresenta un’ottima occasione per una visione in famiglia, stimolando il dialogo intergenerazionale su un tema fondamentale della nostra storia
Con un mix ben riuscito di tenerezza e profondità, Claudio Bisio porta sul grande schermo una storia che riesce a emozionare e a far riflettere. L’ultima volta che siamo stati bambini è una pellicola da non perdere, soprattutto in occasione della settimana della memoria, per ricordare attraverso gli occhi innocenti dei bambini quanto sia fondamentale tenere viva la consapevolezza storica. Il finale, che non vi sveliamo, vi ricorderà in qualche modo un altro meraviglioso film che racconta di uno dei periodi più drammatici vissuti dall’uomo, quello de Il bambino dal pigiama a righe. E vi lascerà fermi davanti lo schermo a riflettere, pensando che purtroppo, ancora oggi, nel mondo, distante o vicino a noi, decine di bambini muoiono sotto le bombe, tra le macerie, nelle guerre volute dagli adulti di cui loro, non hanno nessuna colpa.
Ricordate sempre, come dice uno dei piccoli protagonisti de L’ultima volta che siamo stati bambini : “la cosa più bella della vita, è la libertà”.
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