Roma, 24 agosto 2025 – Alla fine Carlo Calenda ha deciso lo strappo: Azione non appoggerà in Toscana il governatore uscente Eugenio Giani, in corsa per il bis. E nella regione per il partito è stata una decisione difficile e contrastata.
Senatore, ha rotto i ponti dopo l’ingresso del M5s nell’alleanza. Non si fida di Giani?
“Ha rotto Giani. Non ho rotto io e non ho rotto per la presenza dei Cinque Stelle. Giani, che noi abbiamo sostenuto anche quando il Pd non voleva candidarlo, ha firmato un programma dettato da Paola Taverna che contraddice tutto ciò che noi pensiamo su termovalorizzatori, rigassificatori e reddito di cittadinanza. È assurdo che lui sconfessi ciò in cui ha sempre creduto per un partito che qui prende il 3%”.
Dentro Azione non tutti erano d’accordo.
“Il partito ha lavorato intensamente per sostenere Giani ed è comprensibile che ci siano dei delusi. Ma quando in ballo ci sono i valori fondamentali di Azione la responsabilità ultima spetta al segretario nazionale”.
Giani consiglia di non dare alla sua defezione troppo peso.
“Fossi in Giani mi preoccuperei della figura fatta con “l’inchino” a Taverna. La dignità una volta persa si riacquista difficilmente”.
A novembre in Liguria avete sostenuto Orlando con i grillini.
“Noi non mettiamo un veto sul Movimento, la nostra linea è sempre stata molto chiara: non sosteniamo candidati del M5s e non sosteniamo candidati del Pd che si facciano dettare la linea dai Cinque Stelle. Orlando, a differenza di Giani, ha confermato nel programma tutte le infrastrutture volute da Azione. In Veneto, per dire, se Manildo (Pd) sostiene una linea di investimenti e sviluppo lo appoggiamo”.
Con Fico in rampa di lancio a sinistra in Campania, vi alleerete con il centrodestra?
“Se presenta un moderato liberale con proposte sensate, sì. In generale, purtroppo, sta emergendo che queste Regionali sono una presa in giro dei cittadini: uno può dire tutto e imbarcare chiunque. Impera il voto clientelare. L’attuale sistema delle Regioni non funziona, andrebbe totalmente rivisto: la gente è stanca di questo andazzo. E non va a votare, come mostra l’alto astensionismo”.
In Calabria Azione ha partecipato al tavolo di sinistra con il candidato grillino Tridico.
“Ma non lo sosteniamo”.
Appoggiate il governatore uscente, il forzista Occhiuto?
“No. Occhiuto ha fatto una cosa gravissima, scegliendo il voto per fare un referendum su se stesso dopo le inchieste della magistratura. Le istituzioni non possono essere messe a disposizione delle esigenze personali”.
Fa bene Decaro (Pd) in Puglia a puntare i piedi contro l’imposizione di candidati dall’alto?
“Fa benissimo Decaro a dire che non vuole avere dei pupari in Consiglio che gli suggeriscano cosa fare. Io lo appoggio. Purtroppo anche in questo caso emerge che il Pd non ha più nessuna vocazione riformista: sta svoltando verso una sudditanza, anzi una corrispondenza di valori con il M5s”.
Schlein è succube di Conte?
“Sì”.
Il bipolarismo, sostiene Renzi, richiede alleanze anche con chi ha visioni diverse.
“Renzi dice l’opposto di quel che diceva quando abbiamo fatto il Terzo polo. Domani dirà una cosa diversa. Lui ha un problema: è nato per rottamare il sistema politico, ma è finito per essere una versione 2.0 dell’Udeur di Mastella”.
Vuole fare un centro autonomo o un centro che condiziona una coalizione?
“Un centro autonomo. Voglio che Azione diventi sufficientemente forte per spezzare il bipolarismo. Come sempre alle politiche ci presenteremo terzi rispetto agli schieramenti. Le alleanze le faremo dopo il voto, sui programmi. Le Regionali, invece, ti obbligano, se vuoi esserci, a schierarti. E siamo disponibili a patto che non si vada contro i valori fondamentali di Azione”.
Una missione impossibile: il bipolarismo in Italia è forte.
“Non sono d’accordo. Noi alle Politiche abbiamo preso l’8%: lo spazio c’è, e si sta allargando perché la gente da un lato è disillusa dalla premier che non mantiene le promesse, dall’altro non si sente rappresentata da questo Pd. Serve un’area di centro, io ci credo, può essere che perderò qualcuno spaventato dal percorso difficile, ma vado avanti. La coerenza, come dimostra ciò che ha fatto Giorgia Meloni, paga”.