Articolo di Enzo Ragusa – Sabato 30 Agosto 2025 – Tempo di lettura 5 minuti
Durante l’estate del 2012, i media tradizionali erano pieni di allarmismi isterici da parte degli scienziati del clima sui ghiacci marini dell’Artico. Ora che il ghiaccio è aumentato di oltre il 26%, rimangono stranamente in silenzio.
Nel 2012, alcuni scienziati lanciarono allarmi esagerati su un Artico destinato a diventare libero dal ghiaccio estivo entro il 2016 o al massimo entro il 2020, dipingendo scenari apocalittici basati su modelli che si sono rivelati imprecisi e gonfiati. Oggi, nel 2025, queste previsioni si sono dimostrate infondate: l’estensione minima del ghiaccio marino artico nel 2024 ha raggiunto i 4,28 milioni di km², ben lontano da uno scenario ice-free (sotto 1 milione di km²), mentre al 29 agosto 2025, quasi alla data del minimo stagionale, si misurano 5,2 milioni di Km².

La scienza è uno strumento in evoluzione, non una profezia assoluta: modelli superati e variabilità naturale dimostrano che non si deve accettare acriticamente ogni allarmismo, specialmente quando ignora la resilienza del sistema e l’impatto reale delle emissioni. Ecco il testo originale trascritto:
Venti giorni dopo aver battuto il record per la minore estensione del ghiaccio marino, il ghiaccio marino artico ha toccato un nuovo minimo storico e ha finalmente iniziato la sua ripresa stagionale. Alla fine, l’estensione del ghiaccio marino artico è scesa a soli 3,4 milioni di km² quando solo pochi mesi fa gli scienziati si chiedevano se avrebbe infranto i 4 milioni di km². La velocità del declino del ghiaccio marino dovuto al cambiamento climatico ha superato tutti i modelli computerizzati, ha travolto tutte le previsioni degli esperti e ha scioccato persino gli scienziati più pessimisti.
“Siamo ora in un territorio inesplorato”, ha dichiarato Mark Serreze, direttore del National Snow and Ice Data Center degli Stati Uniti, che monitora il ghiaccio marino, in un comunicato stampa. “Mentre sapevamo da tempo che, con il riscaldamento del pianeta, i cambiamenti si sarebbero visti per primi e sarebbero stati più pronunciati nell’Artico, pochi di noi erano preparati a quanto rapidamente questi cambiamenti si sarebbero verificati realmente.”L’estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto il 18% al di sotto del record precedente stabilito nel 2007, e ora è circa la metà della dimensione che aveva nel 1980.”Questo nuovo record suggerisce che l’Artico potrebbe essere entrato in una nuova era climatica, in cui una combinazione di ghiaccio più sottile insieme a temperature più calde dell’aria e dell’oceano risulta in una maggiore perdita di ghiaccio ogni estate.” Julienne Stroeve, ha detto una ricercatrice scientifica con il NSIDC. L’estensione del ghiaccio marino artico è spesso dipendente dalle condizioni meteorologiche, il che significa che potrebbe rimbalzare un po’ l’anno prossimo, ma gli scienziati dicono che un ghiaccio marino più sottile in generale significa che la tendenza generale è verso una perdita completa.
Non molto tempo fa molti scienziati prevedevano che l’Artico sarebbe rimasto libero dal ghiaccio in estate entro il 2100, ma, mentre il ghiaccio marino continuava a declinare a un ritmo molto più veloce del previsto, le previsioni sono state anticipate al 2050. Ora, alcuni ricercatori dicono che l’Artico potrebbe essere libero dal ghiaccio entro la fine del prossimo decennio o persino entro questo. La scorsa settimana uno scienziato, Peter Wadhams dell’Università di Cambridge, ha audacemente predetto che potrebbe accadere in soli quattro anni. “Il cambiamento climatico non è più qualcosa su cui possiamo mirare a fare qualcosa tra pochi decenni, e che dobbiamo non solo ridurre urgentemente le emissioni di CO2 ma dobbiamo esaminare urgentemente altri modi per rallentare il riscaldamento globale, come le varie idee di geoingegneria che sono state proposte”, ha detto Wadhams al Guardian lunedì. Sebbene la modellazione satellitare dell’Artico sia in corso solo dagli anni ’70, ricerche passate hanno mostrato che sono passati almeno 2,5 milioni di anni da quando l’Artico era libero dal ghiaccio marino, gli umani moderni esistono da 200.000 anni.”Il ghiaccio marino nell’Artico è finito.” Andrew Weaver, un climatologo all’Università di Victoria, ha detto al Canadian Press. “Ma [l’azione] potrebbe cambiare se siamo finiti anche noi.”

Tony Heller, con il suo splendido lavoro di conteggio dei dati direttamente dagli archivi della NOAA, ci informa che al 27 agosto 2025, la percentuale della superficie del ghiaccio artico è maggiore del 26% rispetto al minimo avvenuto nel settembre 2012.

In conclusione, lo scritto del 2012 rappresenta un classico esempio di allarmismo climatico esagerato, alimentato da modelli obsoleti e da proiezioni sensazionalistiche che ignoravano la variabilità naturale e la complessità del sistema artico. Affermazioni come quelle di Peter Wadhams, che prevedeva un Artico ice-free entro il 2016, o di Andrew Weaver, che dichiarava il ghiaccio marino “finito”, si sono rivelate infondate e ridicole alla luce dei fatti: nel 2024, il minimo estivo ha raggiunto 4,28 milioni di km², il settimo più basso dal 1979, ben al di sopra della soglia ice-free (sotto 1 milione di km²), e il trend di declino si è stabilizzato rispetto alle accelerazioni temute all’epoca. La scienza, pur essendo all’avanguardia, evolve continuamente e non va presa come dogma assoluto: errori passati come questi insegnano a diffidare di narrazioni catastrofiste che spingono a interventi estremi, preferendo invece un approccio razionale basato su dati aggiornati e resilienza osservata, senza cedere a panico ingiustificato.
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