Ballerina ucraina in fuga dalla guerra: “Se sogno è grazie a una maestra russa”

Deruta (Perugia), 13 ottobre 2025 – Una storia, quella di Varvara Hrushanina, ballerina ucraina di 13 anni, che parla di guerra e pace al tempo stesso, perché la danza non ha bisogno di parole e può essere un ponte per mostrare che la solidarietà è possibile anche là dove la storia ha diviso. Quando tre anni fa è arrivata in Umbria, a Deruta, Varvara non immaginava che l’incontro con Uliana Fomenko, maestra russa, le avrebbe cambiato la vita e che la sua passione l’avrebbe portata così lontano.

Si è messa in luce sul parquet del PalaTiziano di Roma, durante gli Internazionali di Danza Sportiva, classificandosi al secondo posto, e ora guarda ai campionati Mondiali di novembre, a Sibiu in Romania. “Quando l’ho vista muoversi, ho capito che la danza era la sua lingua naturale – racconta Uliana, 37 anni, titolare della ’New Bleu Angel Dance’ – in lei convivono la grazia e la forza di chi ha conosciuto la paura ma non ha smesso di sognare”. “Per me la danza è la vita – dice la giovanissima ballerina – la scuola una seconda casa e Uliana è una seconda mamma. In lei ho trovato amicizia, affetto e la possibilità di credere ancora nel futuro”.

L’occhio attento e orgoglioso della sua insegnante, e di suo marito, Daniele Sargenti, accompagnano ogni esibizione dell’allieva che in questi giorni è a Cipro per un allenamento/stage assieme al suo ballerino, Massimo Menghinelli, di un anno più grande, anche lui russo per parte di madre. Racconta la sua storia al telefono, subito prima di decollare. Una storia che inizia tre anni fa, quando fu costretta ad abbandonare la sua città, Dnipro, subito dopo l’invasione russa. Assieme a lei la mamma Tatiana e il papà Dmitriy. “Prima ci siamo trasferiti in Sicilia dove c’era una mia amica e siamo rimasti lì per tre mesi – racconta –. Mio padre aveva anche trovato un lavoro, poi la famiglia del mio attuale ballerino ha visto per caso un mio post. Danzo da tanto tempo, dall’età di quattro anni, e cercavo un compagno, cercavo un modo per continuare a coltivare la mia passione”.

La 13enne Varvara Hrushanina con il compagno di ballo Massimo Menghinelli durante una premiazione

Da lì la proposta di salire in Umbria, la conoscenza con Massimo e l’incontro, fortuito, con i titolari della scuola che l’hanno sostenuta, e la sostengono, in ogni passo, nell’allenamento e nella vita. “Continuiamo ad aiutare la sua famiglia, ma la situazione non è facile – spiega Uliana – le persone sono diffidenti e per chi non ha un reddito economico fisso ed è fuggito dalle bombe è difficile trovare un’abitazione in affitto. Il padre lavora nell’edilizia, la madre collabora con me nell’assistenza ai miei figli e nei lavori domestici e io, a mia volta, cerco di aiutarli con la lingua”. Perché farlo? “Gli ucraini per me sono fratelli. Un po’ come gli spagnoli per gli italiani”, aggiunge Uliana, originaria di Mosca. Varvara frequenta il primo anno del liceo artistico “Alpinolo Magnini” di Deruta, non vuole sentir parlare di guerra ed è determinata a realizzare i suoi sogni.

“Non so ancora cosa ci sarà nel mio futuro – afferma – ma sto pensando alla possibilità di fare della danza una professione. Con Massimo abbiamo trovato subito sintonia, abbiamo gli stessi obiettivi, abbiamo fatto un grande lavoro e migliorato la nostra tecnica, balliamo per ottenere il nostro risultato. Parteciperemo ai Mondiali e competeremo con i più bravi”.

L’obiettivo sarà la qualificazione alla finale degli Junior II che all’Italia manca ormai da sei anni. Nel nostro Paese si sente a casa, ma è lei stessa ad ammettere che il primo anno non è stato facile, soprattutto dal punto di vista relazionale. Oggi Varvara guarda al futuro. In qualche modo è simbolo di resilienza, di pace e dialogo tra culture: una giovane che, attraverso la danza, costruisce ponti dove la guerra ha eretto muri.