Parigi, 19 ottobre 2025 – Forse si sono ispirati alla serie di Netflix su Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo che riesce ad arraffare la collana di Maria Antonietta custodita al Louvre. Di certo i rapinatori che ieri mattina hanno preso d’assalto il grande museo parigino avevano preparato nei minimi dettagli l’operazione.
Un ’colpo grosso’ che lascia senza fiato, un terribile affronto all’immagine della Francia: i gioielli di Napoleone III sono stati rubati in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, nello splendido Salone di Apollo in cui sfilano ogni anno dieci milioni di visitatori. Nove pezzi dal valore inestimabile, fra cui la corona dell’imperatrice Eugenia costellata di 1354 diamanti e 56 smeraldi (incredibilmente persa poi in strada dai malfattori in fuga).

L’azione è degna di un film. Domenica mattina, ore 9 e 30. Pioviggina, c’è poca gente in strada. Il Louvre ha appena aperto e i primi visitatori s’infilano dentro la Piramide di vetro. Fuori, lungo la facciata che costeggia la Senna, tre uomini arrivano a bordo di due potenti scooter T-Max Yamaha. Parcheggiano. Hanno addosso gilet gialli identici a quelli degli operai che lavorano nelle strade. Si dirigono verso un montacarichi con scala, montato su un camioncino. Nessuno sospetta nulla mentre spostano il montacarichi verso il balcone al primo piano che dà accesso al Salone. Salgono velocissimi, tagliano la grande finestra (la polizia troverà più tardi due smerigliatrici angolari, guanti, walkie-talkie e una piccola bombola di fiamma ossidrica). Due di loro saltano all’interno, il terzo rimane invece di sentinella sul balcone.

Sotto la volta dorata dipinta da Le Brun e Delacroix, protetti da vetrine, ci sono i gioielli della Corona di Francia, compresi il Régent, un diamante da 140 carati che apparteneva a Philippe d’Orléans, e la famosa corona che l’imperatore Napoleone III offrì alla moglie Eugenia in occasione dell’Esposizione universale del 1855. I malviventi arraffano i pezzi in vista, una collana, una spilla, una tiara, la corona e altri oggetti preziosi. Nove in tutto: il Régent, che è in un’altra vetrina, resta al suo posto. Durante dell’operazione: pochissimi minuti: 7 secondo il ministro degli Interni, Laurent Nunez.
“Tutte le brigate della Prefettura e i nostri migliori esperti di lotta contro il traffico dei beni culturali sono mobilitati per rintracciare i responsabili. Ho buone speranze che i gioielli siano ritrovati”, ha detto quest’ultimo. Per ora sono stati ritrovati solo la corona, gravemente danneggiata, e un monile che i ladri hanno perso scappando precipitosamente sui loro scooter in direzione della tangenziale e dell’autostrada A6 per Lione. Intanto è esplosa la polemica: com’è possibile che un museo come il Louvre, fiore all’occhiello della Francia, non disponga di un’adeguata protezione? Dov’erano i guardiani? Perché non c’era sorveglianza esterna? Come mai si trovava sul posto, senza alcun controllo, un montacarichi con tanto di scala?
“I nostri musei non sono protetti, bisogna reagire”, ha tuonato Marine Le Pen. Nel gennaio scorso la presidente del Louvre, Laurence de Cars, aveva inviato una nota alla ministra della Cultura, Rachida Dati, per denunciare “lo stato di obsolescenza inquietante delle strutture del museo»: perdite d’acqua, ascensori e scale mobili in panne, sbalzi di temperatura pericolosi per i quadri, numero di guardiani insufficiente. “Sarebbe ora che il presidente Macron e il ministro della Cultura Rachida Dati prendessero sul serio gli avvertimenti che lanciamo da anni”, aggiungono i sindacati.