Milano, 23 ottobre 2025 – E meno male che se lo dice da solo. Sono un grande assicura, infatti, un Tiziano Ferro in bianco e nero sulla copertina del nuovo album in uscita oggi. Ed è con questa convinzione ferrea (si passi il gioco di parole) che se la vedono le 11 nuove canzoni (più Tra le mani un cuore portata a Sanremo da Massimo Ranieri) chiamate a riscattare il divo di Latina da anni complessi tanto nella vita professionale che in quella privata. I dischi d’oro e di platino che prende a randellate nel video di Cuore rotto sono l’emblema di una celebrità tormentata che neppure gli anni, le sicurezze, l’affetto dei fan, sembrano aver lenito. A torturarlo, quella fama-killer fatta di paura e ipocrisia presa per le corna nel nuovo singolo Fingo & spingo, ma anche il divorzio dal marito Victor Allen. “Quando perdi tutto e leggi in rete i messaggi di gente che ironizza sul tuo stato ti viene da dire: volete pure l’elettrocardiogramma del mio cuore a pezzi? Volete sentire che rumore fa un cuore rotto? Ecco, prendetevelo! Tanto sopravviverò lo stesso”. Il verso “se sono ancora vivo, se non sono ancora morto sarà per caso, per torto, magari, invece perché sono un grande e non me ne sono mai accorto” è frutto di quella pulsione.
Tiziano: è un grande?
“Magari non ci credi, ma te lo dici lo stesso, per farti forza: sono un grande. Non il più grande, non l’highlander, ma uno che va avanti nonostante tutto. Parlando con Roberto Casalino, che fa l’autore ed è il mio migliore amico, quando gli ho espresso i miei timori nel tirare fuori così quel che avevo dentro, m’ha detto… fregatene, scrivilo”.
Un viaggio tra le macerie.
“Qualsiasi amico divorziato verrà a dire che chiudere un matrimonio è un lutto da elaborare. Dopo quasi tre anni dico che è stata la cosa giusta, perché forse oggi stiamo entrambi meglio di allora, però quanto dolore”.
Nessuna canzone a cui aggrapparsi nel momento di difficoltà?
“Ammetto con poco orgoglio di aver avuto per un lungo periodo il rifiuto della musica e in particolar modo della mia”.
Il disco è frutto di questo stato d’animo.
“Il contratto con Universal (compresa un’antologia, mai uscita) è scaduto. Come il latte. E mi sono ritrovato solo. Ho fatto il disco tutto da me. Poi sono arrivati Caterina Caselli e suo figlio Filippo che mi hanno portato in Sugar. Diciamo che con questo mio nono lavoro sono entrato in una stanza scomoda, circondato di nuovi specchi, ma ho accettato di mettermi in gioco perché penso che il mestiere dell’artista, qualunque cosa faccia, il cantante, il funambolo o il pittore, sia quello di camminare sul ciglio del burrone”.
Il problema più grosso di Angelo Galassi, cantante di successo che non ama veramente il successo protagonista del suo romanzo del 2023 La felicità al principio, è la paura. E la sua?
“Idem. Credo proprio che la natura di tutti i miei errori più grandi sia stata la paura. Il primo che mi viene in mente? Non ero pronto a Sanremo 2020. Pensavo che sarei riuscito a ricavarmi spazi diversi e ad avere un ruolo più completo, più familiare, non solo entrare, cantare il pezzo e andarmene. Non dico che non lo rifarei, ma con altri presupposti”.
A proposito: è girata la notizia della sua partecipazione in gara al Festival 2026. Addirittura, in duetto con Madame. Quanto c’è di vero?
“Beh, almeno mi hanno associato a una che mi piace. Quando a marzo Carlo Conti, che sulla musica ha una testa simile alla mia, è stato confermato conduttore e direttore artistico di Sanremo, nel mio privato per un minuto l’idea è balenata. Ma solo per un minuto. Anche se ci ho pensato seriamente, individuando pure il pezzo papabile, Sono un grande. Ma a giugno avevo l’album già pronto e non me la sono sentita di aspettare otto mesi per farlo uscire”.
Le piace è dedicata a sua figlia Margherita, 4 anni.
“Ora ho un bellissimo rapporto con Victor. Se la storia non ha futuro reale rimanere assieme ‘per i figli’ è il più grande errore che si possa fare, perché loro la tensione l’avvertono e quella tossicità gli corrode l’animo. Se c’è qualcosa per cui mi sento davvero un grande è aver vinto la paura e preso la decisione giusta”.
Tour negli stadi al via il 30 maggio da Lignano, con tappe pure a Milano il 6 e 7 giugno, Bologna il 14 e Ancona il 3 luglio: già bruciati in prevendita 300mila biglietti.