Brunetta ci ripensa e revoca l’aumento dello stipendio. L’ira di Meloni ha avuto la meglio

“Provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento”. Queste le parole in una nota del presidente del Cnel, Renato Brunetta, in riferimento alla decisione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro di innalzare i compensi dei propri vertici, a partire da quello dello stesso presidente elevandolo a 311mila euro. L’ex ministro ha fatto sapere di non volere “in alcun modo che dall’applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell’istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l’azione del Governo”. La vicenda, riportata in primis dal ‘Domani’, ha dato modo all’opposizione di andare all’attacco. Non solo. Ha scatenato anche il ‘fuoco amico’ della Lega nonostante la difesa d’ufficio dell’istituto.

Le critiche delle opposizioni

“Bene la revoca dell’aumento dello stipendio a Renato Brunetta, assurdo che ci siano arrivati solo dopo le nostre proteste. Dovevamo davvero spiegare noi alla Premier quanto fosse inopportuno aumentare i fondi al pensionato Brunetta e al carrozzone del CNEL mentre i pensionati soffrono, il ceto medio arranca e i giovani lasciano il Paese?”. Lo afferma il leader di Iv Matteo Renzi. “Dopo articoli, proteste e le nostre denunce, Meloni e Brunetta corrono ai ripari imbarazzati per ritirare nuovi aumenti di stipendio ai vertici del Cnel. Ora si potrebbe fare lo stesso con gli aumenti per ministri e sottosegretari. Una domanda: nel tempo libero potrebbero occuparsi per una volta degli stipendi dei comuni cittadini?”. Così, il leader M5s Giuseppe Conte. “Il presidente del Cnel Brunetta annuncia di rinunciare all’aumento del suo stipendio. Ma se non ci fosse stata un’inchiesta giornalistica de Il Domani e le proteste delle opposizioni, sarebbe finita così?”. Lo scrive su X Nicola Fratoianni di Avs.

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