L’ascesa della Colossal Biosciences, la società biotech che “risolverà l’estinzione”

Roma, 9 novembre 2025 – L’ultima impresa della Colossal Biosciences è stata la clonazione del cane di Tom Brady. A renderlo noto è stato proprio l’ex quarterback della Nfl americana, in una nota congiunta, in cui si racconta come Junie, l’attuale animale domestico di Brady, sia stata creata a partire dai campioni genetici raccolti a suo tempo da Lua, incrocio di pitbull, deceduta a dicembre 2023.
Si tratta dell’ennesima prova che il 2025 è, a tutti gli effetti, l’anno della Colossal. Già ad aprile l’azienda era salita agli onori della cronaca per aver “de-estinto” l’enocione, comunemente detto meta lupo, una specie vissuta nel Pleistocene e scomparsa, appunto, oltre 11mila anni fa. E mentre la comunità scientifica internazionale dibatteva se si potesse davvero parlare del “ritorno in vita” dell’animale, il TIME inseriva la Colossal Biosciences nell’elenco delle 100 aziende più influenti dell’anno, categoria “Innovators”, “per il lavoro pionieristico nella genomica per la de-estinzione e la conservazione”.
 

Una start-up diversa dalle altre

Per avviare un progetto visionario come la Colossal serviva l’incontro tra uno spudorato genio scientifico e una sconsiderata tendenza a fare affari. Questo avviene nel 2021, quando a Dallas (Texas) nasce il sodalizio tra due uomini: Ben Lamm, attuale miliardario n°979 nella classifica di Forbes, da sempre investitore nel campo delle tecnologie, e George Church, pioniere nel campo della genetica sintetica, laureato ad Harvard, con la mania delle specie antiche. I due fondano una start-up biotech che si distingue subito dalle altre per la sfrontatezza dell’obiettivo: “resuscitare” il mammut lanoso, simbolo iconico dell’ultima era glaciale. “L’estinzione è un problema colossale che il mondo sta affrontando”, si legge nell’homepage del sito. “E la Colossal è la compagnia che lo risolverà”. Fin da subito le dichiarazioni d’intenti dei due fondatori mischiano aspetti scientificamente avventuristici con quella che sembra essere una sincera attenzione all’ecosistema planetario. In ogni caso, l’idea stuzzica agli investitori, e nell’arco di due anni o poco più l’azienda raccoglie decine di milioni di dollari da venture capitalists e fondi tecnologici, alcuni legati alla Silicon Valley, per avviare nuovi laboratori e assumere il personale.
 

Metodo scientifico o capriccio?

Con i soldi e il capitale umano a disposizione, la Colossal si trasforma in una vera macchina da ricerca. Nel 2024 il parterre di animali antichi che annunciano di voler “far de-estinguere” si amplia, ognuno rappresenta una sfida tecnologica e scientifica diversa. Il tilacino, o tigre della Tasmania, scomparso all’inizio del XX secolo, che cercano di ricreare a partire dal Dasyurus, un piccolo marsupiale carnivoro noto come quoll orientale, attraverso editing genetico (CRISPR-Cas9) e clonazione a partire dai campioni nei musei. Il dodo, scomparso definitivamente in un momento imprecisato del XVII secolo, di cui vogliono sequenziare il genoma con il confronto con varie specie di piccioni moderni. A marzo 2025 presentano al mondo alcuni esemplari di “topi lanosi”, geneticamente modificati per avere una folta pelliccia dorata simile a quella del mammut – un primo passo verso l’obiettivo. In effetti, come per il meta lupo, finora la Colossal è riuscita ad ottenere più che altro animali con un Dna modificato per assomigliare esteriormente alle specie estinte: la strada per farne nascere un esemplare vero è ancora molto lunga, se non utopistica.
 

Bioetica e storytelling

Il tutto è accompagnato da una strategia comunicativa precisa. Nel sito, articoli multimediali e visivamente accattivanti spiegano al lettore gli esperimenti e i risultati, sui social vengono pubblicati regolarmente contenuti divulgativi per attirare nuovi potenziali appassionati. Tra un visual evocativo dell’universo tech e un florilegio di “breaking news”, la Colossal dipinge un futuro fatto di antichi ecosistemi restaurati, biodiversità programmabile e un nuovo, avveniristico equilibrio tra natura e umano. Tutto sommato, se anche i mammut non tornassero a camminare sulla Terra, le scoperte della Colossal potrebbero comunque servire per altre applicazioni medico-scientifiche. Per gli scettici, questa forma di ecologia spettacolarizzata usurpa tempo e attenzione alle reali questioni legate alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Eppure, i finanziamenti continuano ad arrivare: il regista Peter Jackson, con l’amico Fran Walsh, hanno investito 15 milioni di dollari nel tentativo di far rivivere il moa gigante, un imponente uccello non volatile che popolava la Nuova Zelanda.
 

La rivoluzione Colossal

Con un team di oltre 100 scienziati, partnership accademiche e un poderoso immaginario pubblico, la start-up di Dallas si trasformata in un gigante biotech valutato oltre 10 miliardi di dollari (fonte: Axios) che entro il 2028 – ha scritto Live Science – ha promesso di presentare “risultati tangibili” sulla de-estinzione del mammut. Un merito sicuramente c’è, quello di aver riportato in auge il dibattito sulla protezione delle specie e smosso le acque dell’immaginazione scientifica. Da poco la Colossal Biosciences ha acquisito un’altra particolare azienda con base in Texas: la Viagen Pets and Equine, specializzata nella clonazione animale, grazie alla quale nel 2018 Barbara Streisand ha avuto Miss Violet and Miss Scarlet, cloni del suo vecchio cane Sammie, e oggi Tom Brady ha potuto portare un po’ di Lua in Junie. Dopo un matrimonio del genere, chissà quale sarà la prossima breakthrough news.

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