Mistero Orlandi, nuovi sviluppi: rivelazioni e segreti su zio Mario, fra il Vaticano, il card Casaroli, il Pm Sica

Mistero Orlandi. NON è vero che il Vaticano non abbia collaborato. Il Vaticano s’era già attivato per conto suo. Dopo un paio di mesi dalla scomparsa di Emanuela era già informato sulle asserite proposte e “attenzioni morbose” di zio Mario Meneguzzi, 45 anni, sposato e con tre figli,  verso la nipote Natalina, 21 anni,  sorella maggiore di Emanuela, e ha trasmesso tutto a voce al magistrato Domenico Sica.

Che con la Segreteria di Stato ha avuto vari colloqui recandosi apposta in Vaticano di persona anziché seguire le normali vie giudiziario-diplomatiche a base di rogatorie internazionali. Ma andiamo per ordine.

Il giorno 1 ottobre 2023 abbiamo pubblicato un articolo intitolato:

Emanuela Orlandi, un rapporto dei carabinieri “attenzionò” zio Mario Meneguzzi al magistrato Domenico Sica, se ne parla 40 anni dopo.

L’articolo citava il rapporto a Domenico Sica contenente una serie di notizie della vita di Meneguzzi, a parire dalla nascita a Castellammare di Stabia, nel Napoletano, il 20 marzo 1933. Il rapporto era lungo tre pagine – dal foglio 1092 al 1094, numero di protocollo 0159977/2-20 “p” – ed era firmato dal maggiore dei carabinieri Antonio Ragusa, comandante della Terza Sezione del Reparto Operativo della Legione dei Carabineri di Roma.

Il rapporto dei carabinieri su Natalina Orlandi

Mistero Orlandi, nuovi sviluppi: rivelazioni e segreti su zio Mario, fra il Vaticano, il card Casaroli, il Pm Sica, nella foto Emanuela Orlandi
Mistero Orlandi, nuovi sviluppi: rivelazioni e segreti su zio Mario, fra il Vaticano, il card Casaroli, il Pm Sica – Blitz Quotidiano.it(foto ANSA)

Il rapporto di Ragusa, datato 30 agosto 1983,  conteneva anche una relazione di servizio così descritta:

“Si trasmette una relazione di servizio inerente dichiarazioni confidenziali rilasciate da Andrea FERRARIS, fidanzato della signorina Natalina ORLANDI, sorella maggiore di Emanuela, ad ufficiale di questo Reparto, circa un episodio avvenuto cinque anni orsono tra la Natalina stessa e lo zio Mario Meneguzzi”.

La relazione di servizio, che occupa i fogli 1095 e 1096, era però introvabile, non eravamo riusciti a procurarcela. Ora siamo in grado di riportarne l’intero contenuto e di spiegare, finalmente, come è nata.

Contrariamemte a quanto si è sempre sostenuto, non è vero che il Vaticano non ha mai indagato sulla scomparsa di Emanuela “perché la scomparsa è avvenuta in territorio italiano” e quindi le indagini riguardano la magistratura italiana, non quella vaticana.

La Segreteria di Stato nel suo piccolo ha indagato, anche rivolgendosi a metà agosto, a quasi due mesi dalla scomparsa, al sacerdote José Luis Serna Alzate, che a suo tempo era stato confessore e consigliere spirituale dell’intera famiglia Orlandi prima di essere inviato nel 1985 come vescovo nella natia Colombia. Come è ormai ampiamente noto (  https://www.rainews.it/articoli/2023/07/emanuela-orlandi-spuntano-le-lettere-che-chiamano-in-causa-lo-zio-scomparso-583d9454-657b-408f-a276-3869641b94e5.html), da Bogotà l’ex confessore e consigliere spirituale degli Orlandi ha risposto:

“Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata: le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima”.

Di questa risposta il Segretario di Stato Agostino Casaroli ha informato in un colloquio avvenuto in Vaticano il magistrato Domenico Sica, al quale la procura della Repubblica aveva affidato l’inchiesta Orlandi dopo averla sottratta al sostituto procuratore Margherita Gerunda.

Gerunda non credeva alla pista del rapimento, tanto meno del rapimento politico per lo scambio col turco Alì Agca, condannato all’ergastolo per avere attentato alla vita di papa Wojtyla nell’81 sparandogli in piazza S. Pietro. La magistrata voleva vederci chiaro nell’ambiente amical parentale, dato che di solito i minorenni spariscono per mano di qualche parente o amico di famiglia.

Sica ordina nuove indagini

Dopo il colloquio in Vaticano, Sica ha chiesto ai carabineri di informarsi.  E così il capitano Mauro Obinu la mattina del 29 agosto ha un incontro con Andrea Mario Ferraris, fidanzato di Natalina Orlandi. Il contenuto del colloquio Obinu lo riassume in una relazione di servizo, il cui testo, allegato alla relazione a Sica del maggiore Ragusa, è il seguente:

“FOGLIO 1095

Oggetto: Sequestro di Emanuela Orlandi

Relazione di servizio

Nella mattinata odierna ho avuto un colloquio con il signor Andrea Ferraris, fidanzato di Natalina Orlandi, sorella maggiore di Emanuela.

Il Ferraris durante il colloquio, in cui ha fornito notizie generiche sulla vita di Emanuela, sulle sue abitudini e sulle sue amicizie, ha confidato che circa 5 anni or sono il Meneguzzi tentò di irretire la nipote Natalina facendole delle esplicite proposte per instaurare una relazione affettiva giustificando tale comportamento con il fatto che la ragazza avrebbe dovuto sdebitarsi con lui per l’assunzione alla Camera dei Deputati di cui il Meneguzzi è dipendente.

La ragazza che rifiutò categoricamente tale proposta, non ne fece cenno alcuno finché il Ferraris, meravigliato di alcuni comportamenti della fidanzata in presenza dello zio (diffidenza, freddezza, etc) non riuscì a farsi confidare l’accaduto.

I genitori di Natalina, a detta del Ferraris non seppero mai nulla anche perché i due fidanzati preferirono rappresentare la situazione a un prelato del Vaticano con cui spesso si confidavano.

Dopo tale episodio pare che il Meneguzzi non abbia mai tentato di ripetere l’approccio con la nipote.

Si evidenzia che la proposta fatta dal Meneguzzi non fu mai preceduta, pare, da corteggiamenti di sorta e nell’occasione egli tentò di tranquillizzare la nipote affermando che la parentela non avrebbe comportato intralci alla loro relazione.

FOGLIO 1096

Il Ferraris assicura che attualmente la situazione è del tutto normale a suo avviso, per ciò che inerisce ai normali rapporti  tra i componenti della famiglia.

Roma, 29 agosto 1983

Il Capitano

Mauro Obinu

FIRMA”.

Come è ben noto, Sica il 30 agosto interrogò Natalina, che pur minimizzando confermò: lo zio le aveva detto di essere innamorato di lei e le aveva proposto una relazione, promettendole in tal caso di cambiarle la vita in meglio. Dopodiché, come è pure ben noto, il magistrato fece pedinare Mario Meneguzzi sia perché – dato il precedente con Natalina – sospettava che potesse avere avuto a che fare con la scomparsa di Emanuela e sia perché, essendo sempre lui che rispondeva al telefono in casa Orlandi sperando in eventuali segnalazioni utili, avrebbe potuto essere contattato dai “rapitori” intenzionati a chiedere un riscatto.

Meneguzzi però si accorse di essere seguito da un’auto con due persone a bordo, ne prese la targa e la comunicò a Giulio Gangi, amico di famiglia, giovane poliziotto appena entrato nei servizi segreti civili e spasimante di Monica Meneguzzi, bellissima figlia di Mario. Gangi si informò, scoprì che quella targa era “coperta”, cioè in uso a polizia o carabineri o servizi segreti, e lo comunicò al Meneguzzi. Mandando così all’aria la possibilità di indagini di Sica.

E’ un mistero perché Sica non abbia fatto ricorso alle rogatorie e abbia invece preferito la prassi, molto scorretta, dei colloqui diretti con la Segreteria di Stato del Vaticano. Forse per guadagnare tempo. O forse per evitare che restassero tracce di eventuali notizie troppo “pesanti”. Sta di fatto che Casaroli tutto quello che aveva lo ha comunicato e dato a Sica. Che a quanto pare non lo ha mai messo agli atti. Questo spiegherebbe perché il magistrato Adele Rando, che nel ’90 eredita il fascicolo Orlandi, abbia lamentato scarsa o nulla collaborazione vaticana.

Il Vaticano, come si suol dire, “aveva già dato”. A Sica.

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