Taglio di internet dopo le 22 e un ministero della sessualità: le proposte assurde contro la crisi demografica in Russia

Roma, 24 dicembre 2025 – C’è un malessere che la Russia tenta di nascondere insieme alle crescenti difficoltà economiche dovute alle sanzioni, all’attenuazione degli scambi commerciali con l’Occidente e alla continua conversione di imprese industriali civili in aziende di produzione bellica. La crisi demografica con il calo in picchiata delle nascite e la strage di giovani nella guerra in Ucraina sono un problema che Vladimir Putin fa finta di non vedere. Ma c’è.

La crisi demografica russa è oggi una delle più acute al mondo: un tasso di fertilità drasticamente sotto la soglia di sostituzione, un prolungato declino delle nascite e l’aumento delle morti stanno minando ulteriormente la fragilità sociale ed economica. Il governo sta cercando di correre ai ripari con incentivi economici per chi fa figli e controlli sociali. Al fronte in certi giorni di battaglia si muore a mille unità al giorno e le culle restano vuote, una tendenza che molti esperti giudicano difficilmente reversibile senza profonde riforme socio-economiche e culturali.

Secondo dati riportati da forzaucraina.it il tasso di fecondità totale è di circa 1,4 figli per donna, considerato ben al di sotto del livello di sostituzione di circa 2,1 necessario per mantenere stabile la popolazione. Il numero di nascite nel 2024 è stato di 1.222.408 unità, il livello più basso dal 1999 e in diminuzione del 3,4% rispetto al 2023. Nel primo trimestre del 2025 i nati sono diminuiti del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tutti dati che il Cremlino vorrebbe tenere riservati ma che ormai sono ufficiali. Del resto la Russia è in declino naturale della popolazione da oltre 30 anni, con solo brevi pause positive negli anni 2013–2015 grazie a politiche familiari temporanee.

Il conflitto in Ucraina sotto questo aspetto è devastante: ha ridotto il numero di giovani adulti, tra morti e partenze per motivi ideologici o per evitare la leva, peggiorando ulteriormente il deficit di potenziali genitori. L’età media della popolazione poi cresce a ritmi vertiginosi, con sempre meno donne nel picco riproduttivo, accentuando il calo delle nascite. Il governo della zar sta cercando di mettere una pezza a questo disastro con una controversa operazione su vasta scala. Ha creato un gruppo speciale (una sorta di “task force demografica”) per coordinare le politiche pro nascite. Alcune demenziali. Tra le proposte estreme ci sono tagli di internet e corrente elettrica tra le 22:00 e le 02:00 per “favorire relazioni intime”, e persino l’idea di istituire un Ministero della sessualità per incentivare gli incontri e la natalità. Seguono il divieto di “propaganda childfree” e misure restrittive contro la promozione di aborti e contenuti LGBTQ+ ritenuti contrari alla natalità oltre ad una campagna di promozione di valori “tradizionali” con appelli a siglare matrimoni e comporre famiglie numerose.

Nella guerra infinita che si svolge in Ucraina i russi hanno già perso oltre un milione di uomini tra morti e feriti e nei giorni di più aspri combattimenti perdono la vita dagli 800 ai 1000 uomini. Vladimir Putin prende tempo e tira per le lunghe il conflitto fingendo di procedere nelle trattative di pace. Il massacro della meglio gioventù continua, ma prevale una folle ragion di Stato.