Meteo febbraio 2026: tra El Niño e La Niña, rischio eventi estremi e gelo

Il mese di Febbraio 2026 si candida a diventare un periodo di assoluto rilievo sotto il profilo meteo-climatico, mostrando segnali che impongono un monitoraggio attento ma equilibrato. Le più aggiornate elaborazioni stagionali dipingono un quadro atmosferico globale decisamente articolato, fortemente condizionato dalla probabile transizione tra il fenomeno de La Niña e quello di El Niño. Si tratta di un passaggio di consegne graduale, destinato a svilupparsi pienamente nei mesi a venire, ma che potrebbe già imprimere una traccia indelebile sul finale dell’Inverno.

Questo cambio di regime su scala planetaria rischia di avere ripercussioni dirette anche sull’Italia, influenzando in modo tangibile l’andamento delle temperature, la distribuzione delle precipitazioni e la frequenza di fenomeni atmosferici severi. Non parliamo di verità assolute, bensì di linee di tendenza coerenti che cominciano a prendere forma nelle mappe dei supercalcolatori.

 

Altalena termica e incursioni fredde

Uno degli aspetti più significativi riguarda la curva delle temperature. Febbraio potrebbe distinguersi per una marcata variabilità termica, caratterizzata da un’alternanza frenetica tra fasi miti e repentini raffreddamenti. Le proiezioni attuali suggeriscono una possibile recrudescenza di correnti gelide in discesa dal Nord Europa e dalle steppe della Russia, masse d’aria capaci di innescare crolli termici sensibili, specialmente sulle regioni del Nord Italia e lungo tutto il versante adriatico.

In questo scacchiere, il ruolo del Mar Mediterraneo rimane cruciale. Le acque superficiali, ancora relativamente calde, potrebbero smussare gli effetti del rigore invernale in alcune zone, segnatamente sui settori tirrenici, limitando la longevità delle fasi più crude ma fornendo, di contro, un surplus di energia (calore latente) ai sistemi perturbati in transito.

 

Dinamismo atlantico e il ritorno della neve

Sul fronte pluviometrico, Febbraio 2026 promette di essere tutt’altro che statico. I modelli stagionali evidenziano una probabile intensificazione del flusso di perturbazioni provenienti dall’Atlantico, pronte a interagire con i serbatoi di aria fredda presenti sul continente. In tale contesto, aumenterebbe concretamente il rischio di piogge consistenti su tutto il Centro-Nord e lungo le coste esposte a ovest.

Qualora l’aria fredda riuscisse a strutturarsi nei bassi strati, alcuni di questi fronti perturbati potrebbero regalare nevicate copiose sull’arco delle Alpi e lungo la dorsale dell’Appennino. Non è da escludere, in specifiche configurazioni bariche, che la dama bianca possa spingersi fino a quote di pianura o fondovalle. Discorso diverso per le regioni del Sud Italia e le Isole Maggiori, che potrebbero invece vivere una maggiore discontinuità, con fasi di maltempo intervallate da pause asciutte più lunghe.

 

Il braccio di ferro tra le Alte Pressioni

Un altro tassello determinante per le sorti del mese sarà il comportamento delle figure di alta pressione. Nel corso di Febbraio, potremmo assistere a un vero e proprio duello tra l’Anticiclone Subtropicale e l’Anticiclone Russo-Siberiano. Un eventuale irrobustimento del campo di alta pressione continentale orientale favorirebbe la retrogressione di aria gelida verso l’Europa meridionale, elevando il rischio di ondate di gelo severe anche sulla nostra Penisola.

Viceversa, una maggiore invadenza dell’anticiclone di matrice africana o azzorriana potrebbe garantire parentesi di stabilità atmosferica, con valori termici ben oltre la media e una drastica riduzione delle piogge. Si tratta di due scenari diametralmente opposti, entrambi scientificamente plausibili, che giustificano l’elevato margine di incertezza che ancora avvolge la previsione a lungo termine.

 

Eventi intensi nel quadro climatico globale

Le simulazioni indicano altresì una possibile recrudescenza di eventi intensi, con un focus particolare sull’ultima decade del mese. Il transito di perturbazioni ben organizzate, se alimentate da contrasti termici violenti, potrebbe scatenare fenomeni di forte intensità, compresi rovesci a carattere di nubifragio e bufere di neve in montagna.

Sullo sfondo agisce il peso delle anomalie climatiche globali. La lenta evoluzione dell’indice ENSO verso condizioni di El Niño potrebbe esasperare i contrasti termici su scala emisferica, incrementando la probabilità di configurazioni estreme (Blocking, scambi meridiani accentuati). Un quadro complesso che rende Febbraio 2026 un mese da monitorare costantemente, evitando allarmismi ma cogliendo con lucidità i segnali precursori che la natura sta inviando.

 

Fonti e Approfondimenti Internazionali

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