“Insistente e diffidente”, le accuse a mamma Catherine: “Preferisce lo scontro al bene dei figli”. Chi è la donna dalle tre vite

Palmoli (Chieti) – Una donna “insistente”, che tradisce “reiterate manifestazioni di diffidenza” e ha “preferito lo scontro con gli operatori” al dialogo per il bene dei figli. Negli atti contro la famiglia del bosco i servizi sociali e i giudici del Tribunale dei minorenni dell’Aquila si concentrano soprattutto su di lei. Catherine Louise Birmingham, 45 anni, australiana di Melbourne, madre dei gemellini di sei anni e della sorella maggiore di 8. Insegnante spirituale, life coach, guaritrice, ex amazzone di dressage: “La mia passione principale – scrive nel 2018 in una biografia online – è aiutare le persone a guarire da dolori passati ed emozioni bloccate e ad abbandonare uno stato di paura, lotte e problemi esistenziali, per raggiungere una vita di consapevolezza, amore e potere”.

Catherine Birmingham, 45 anni, australiana, la mamma dei tre bimbi di Palmoli

C’è una storia nella storia, a Palmoli. Il romanzo di mamma Cathe, la donna dalle tre vite: giovane promessa dello sport, guru, madre di famiglia. Pare soprattutto lei, stando alle carte, a bloccare l’uso del sondino naso-gastrico in ospedale dopo il ricovero dei bimbi per l’intossicazione da funghi selvatici a settembre 2024: un rifiuto “verosimilmente” motivato dal fatto che è “di silicone o poliuretano”, il primo segnale che fa emergere “l’assoluta indisponibilità” a derogare “anche solo temporaneamente e in via emergenziale ai principi ispiratori delle proprie scelte esistenziali”. È sempre lei, mamma Cathe, a scappare dall’Abruzzo con i figli e a rifugiarsi nell’autunno 2024 da un’amica a Valsamoggia, nel Bolognese. Il marito Nathan resta a guardia del casale a Palmoli e riferisce ai carabinieri che “la moglie e i figli sono rientrati in Inghilterra”, mentre lui è rimasto in Italia per “risolvere la situazione”. Una bugia. Dall’esilio, in una mail alle forze dell’ordine, terrorizzata dall’intervento dei servizi sociali, Catherine minaccerà di non rivelare “assolutamente” la sua posizione, prima di convincersi, settimane dopo, a rientrare a casa.

Infine è ancora lei, a strappo consumato, dopo la sospensione della potestà genitoriale e il trasferimento dei fratellini nella casa protetta di Vasto, a finire nel mirino della direzione della struttura e dei servizi sociali: “Pretende che vengano mantenute dai figli abitudini e orari difformi dalle regole che disciplinano la vita degli altri minori ospiti della comunità, circostanza che fa dubitare dell’affermata volontà di cooperare stabilmente con gli operatori nell’interesse dei figli”.

Catherine Birmingham con i figli a Palmoli

“Avendo attraversato la propria crescita personale e le difficoltà legate a depressione, mancanza, ansia, sensibilità e all’essere “diversa” nel mio campo di lavoro con i cavalli, ho incontrato il mio destino spirituale quando ho dovuto affrontare un infortunio fisico che ha quasi posto fine alla mia carriera”. Un pezzo di storia di Catherine Birmingham è raccolto nel sito “Retreat Guru” dedicato a ritiri spirituali e benessere personale. La diagnosi che interrompe la sua carriera nel dressage viene rilasciata in Germania: tre gravi ernie discali. I medici le dicono: è probabile che non potrà più cavalcare. È in quel momento che l’amazzone Cathe scopre una nuova versione di sé, sviluppa una forma di resilienza che le era sconosciuta e si avvicina a vita più spirituale.

Catherine ama i cavalli fin da bambina. A 19 anni di trasferisce a Lastrup, un paesino di 7mila abitanti in Germania, per coltivare la passione per la disciplina equestre del dressage. In un articolo del 2020 per il blog Stream Horse, scovato da Open, è lei stessa a raccontare quella stagione della vita: si ritrova prestissimo a gestire 13 cavalli, tra cui otto stalloni giovani; gli anni tedeschi sono segnati da sfide intense, la durezza delle scuderie, la pressione economica. Il maltrattamento dei cavalli in vendita la segnano profondamente e la spingono a sviluppare un’acuta sensibilità per gli animali: “Una volta ho visto un allevatore arrivare alla scuderia con la sua cavalla per l’inseminazione, picchiarla con una frusta finché non si è rotta in pezzi grondanti sangue mentre lui cercava di ricaricarla nel carro. Ho visto tantissimi abusi sui cavalli in tutto il mondo”, racconta Catherine nel blog.

Dopo la Germania, Catherine vive in diversi Paesi, tra cui il Giappone. Nel 2007 torna in Australia ad assistere il padre è malato di cancro. Qui lavora in un’azienda equestre e in due settimane scrive “Ride For Life. I tre principi d’oro per i cavalieri”. Nel libro offre una visione “motivazionale” dell’equitazione: la mente e la consapevolezza, più della tecnica, generano i successi. Dopo altri viaggi ed esperienze di lavoro all’estero, Catherine Birmingham arriva in Italia tra 2017 e 2018. La casa nel bosco di Contrada Mondola viene acquistata il 29 aprile 2021. Il 9 novembre dello stesso anno Catherine sposa Nathan Trevallion, inglese di Weston-super-Mare, cittadinanza britannica. Il testimone di nozze è Ferdinando Miraldi, un anziano contadino del posto diventato amico della coppia dopo un regalo. Ciliege fresche.

Catherine Birmingham

Nella casa di Palmoli, Catherine e Nathan conducono una vita da neururali e la condividono con i figli. Il bagno a secco e il pozzo per l’acqua: zero comfort, niente corrente elettrica. Gli animali, l’orto. Le cure per la salute senza ricorrere al medico di base. Nessuna visita pediatrica né cicli vaccinali per i bambini. Il (contestato) isolamento sociale della famiglia. La scuola parentale. Alla fine di un procedimento giudiziario lungo oltre un anno, che inizia con la segnalazione dei carabinieri dopo l’intossicazione da funghi e finisce con la sospensione della potestà genitoriale (confermata dal rigetto dei ricorsi dei legali dei Trevallion), i giudici concludono che la “notevole rigidità” della coppia deriva da “valori” irrinunciabili attorno a cui “conformano le loro scelte di vita” e dall’assenza di “competenze negoziali che consentano loro di ottenere i risultati perseguiti e di farlo al minor costo possibile”.

Tra gli episodi che per gli inquirenti rivelano maggiormente la personalità di Catherine Trevallion c’è proprio la fuga da Palmoli. Il 17 novembre, con una mail inviata alla casella di posta istituzionale della stazione dei carabinieri, . dichiara i suoi intenti: “Purtroppo con la situazione così com’è e la minaccia che ci portino via i nostri figli da parte dei servizi sociali – scrive – non riveleremo assolutamente la loro posizione. La 45enne dice alle autorità che i bambini sono “al sicuro, più felici con amici e familiari” e pone una condizione non negoziabile per il suo ritorno: “Fino a quando non avrò la conferma scritta che i nostri figli non saranno allontanati da noi o costretti a scuola, dal giudice, non tornerò né rivelerò la nostra posizione. La loro sicurezza è della massima importanza”. Non andrà così. Ma ci vorrà un anno prima di arrivare alla separazione.

Il 20 novembre 2025, una settimana dopo l’ordinanza che sospende la potestà genitoriale, i bambini vengono trasferiti nella casa protetta di Vasto-. Un fatto allarma i servizi sociali: la sorella maggiore soffre di una “seria bronchite con broncospasmo” e mamma Catherine si oppone con “insistenza” al trattamento della malattia, fino a quando viene “abbattuta la sua contrarietà”. Da quel giorno vive anche lei nella comunità: abita a un piano superiore, può incontrare i figli solo durante i pasti e prima di dormire.