Albergo diffuso covid – friendly, nel senso di hotel perfetto per l’accoglienza sicura e a prova di distanziamento al tempo del Covid.
La Cnn gli ha dedicato un servizio. Secondo gli americani, la trasformazione degli antichi borghi medievali abbandonati in strutture di accoglienza turistica diffusa, è la carta vincente per affrontare i nuovi tempi segnati dalla paura del contagio.
Un riconoscimento, per carità, e anche un segnale incoraggiante, considerando che il turismo in Italia pesa per il 13% sul Pil. “How Italy accidentally invented the perfect Covid-era hotel”, questo il titolo dell’articolo di Valentina DiDonato e Antonia Mortensen, riconosce tuttavia il genio italico solo come evento fortuito, accidentale.
Albergo diffuso Covid friendly: per la Cnn un’invenzione italiana “accidentale”
Un colpo di fortuna, va. Che sembra smentire però il dettagliato servizio su diversi luminosi esempi di inventiva, lungimiranza e pianificazione. In Italia ci sono circa 150 alberghi diffusi distribuiti tra altrettanti borghi.
Concepiti in strutture separate lungo l’itinerario dell’antico insediamento, garantiscono privacy e distanziamento: chi si accosta a questi luoghi cerca infatti sobrietà e isolamento.
“Architetture medievali, villaggi deserti, campagna remota”: questo il segreto del successo. La Cnn cita l’esempio di Sextantio, hotel di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo.
Lo ha realizzato l’imprenditore Daniele Kihlgren più di venti anni fa. Nel borgo medievale abitano 115 persone e i turisti possono fare escursioni in montagna, apprendere le tradizioni del luogo e mangiare cibo locale.
E il know how è già ampiamente collaudato. Nunzia Taraschi, direttore del Sextantio Albergo Diffuso, conferma: “Non abbiamo cambiato niente durante il Covid“. (fonte Cnn)