Castel d’Azzano, tre fratelli alienati e disposti a tutto. Una strage per una firma falsa su un mutuo

Lo sgomento per l’eccidio – forse evitabile –  del casolare di Castel d’Azzano, la pena e la rabbia per i tre carabinieri uccisi, hanno oscurato solo in parte un altro tipo di sgomento, quello di aver dovuto accorgersi tragicamente di un’altra Italia dentro l’Italia. Del sopravvivere di un’altra epoca dentro la nostra, una epoca di indigenza estrema e di alienazione.

Un mutuo da 70mila acceso nel 2014

Il mondo circoscritto a un podere, i tre fratelli Ramponi vivevano isolati, senza luce né gas, surrogato questo dalle famigerate bombole che sappiamo,  coltivando la terra e allevando bestiame, precipitati per disgrazia nella miseria.

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Castel d’Azzano, tre fratelli alienati e disposti a tutto. Una strage per una firma falsa su un mutuo (foto Ansa-Blitzquotidiano)

La disgrazia: l’incidente con il trattore di uno dei fratelli. Ma anche un mutuo da 70mila acceso nel 2014 da Piero Ramponi per impiantare un frutteto. I fratelli negano da tempo di aver mai sottoscritto quel mutuo, su quel pezzo di carta c’è una firma falsa. Accusano tutti, giudici, avvocati, periti, tutti di mala fede e raggiro. In effetti, gridano al complotto.

Si attaccano a quel casolare, quindi, ultima testimonianza solida di una vita familiare in rovina. Contestano pignoramento e sfratto, sono decisi a tutto, non se ne vanno nemmeno con le cannonate. Sono disposti a riempire le stanze di gas, l’hanno già fatto.

L’intervista un anno fa

L’intervista del Corriere è di un anno fa. Una firma falsa, dicono. Sapevano cosa firmavano, ci chiediamo.

“Con mio fratello lottiamo da 5 anni per avere giustizia. Ha avuto un pignoramento ingiusto, gli hanno portato via tutta l’azienda agricola, terreni e adesso la casa. Oggi volevano fare lo sgombero e ci siamo opposti in tutti i modi. Abbiamo riempito la casa di gas per riuscire a lottare. Sono cinque anni che lottiamo con avvocati che si sono venduti, ci hanno rovinato, il tribunale fa di tutto per tenere nascosta questa cosa attraverso sentenze sbalorditive. Ci siamo trovati 5 anni fa una firma falsa in un mutuo e non si è più fermata la procedura per colpa degli avvocati”.

Questo sosteneva Maria Luisa Ramponi, quella che ieri ha acceso la miccia, una specie di molotov in questo caso.

 

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