Almeno 44 persone sono morte in Messico dopo giorni di piogge torrenziali e inondazioni causate dalle tempeste tropicali Priscilla e Raymond, che hanno colpito duramente cinque stati: Veracruz, Hidalgo, Puebla, Querétaro e San Luis Potosí. Entrambe le tempeste, nate nell’oceano Pacifico orientale, hanno attraversato il Messico scaricando la maggior parte delle piogge sul versante atlantico, dove il terreno montuoso ha amplificato l’intensità delle precipitazioni.
Le precipitazioni eccezionali hanno fatto esondare i fiumi, provocato frane e distrutto case, strade e ponti. Veracruz è la zona più colpita, con 18 vittime e interi quartieri sommersi dal fango. A Hidalgo si contano 16 morti e centinaia di abitazioni distrutte, mentre a Puebla le inondazioni hanno causato almeno nove vittime e danni diffusi all’agricoltura e alle infrastrutture.
Il presidente Claudia Sheinbaum ha dichiarato lo stato d’emergenza e attivato il piano nazionale di soccorso, con oltre 5000 militari mobilitati per evacuare i residenti, distribuire aiuti e ripristinare i collegamenti interrotti. Le immagini diffuse dall’esercito mostrano città sommerse, case invase dal fango e soccorritori che avanzano nell’acqua fino alla vita per raggiungere chi è rimasto intrappolato.
Centinaia di famiglie hanno perso tutto e vivono ora in rifugi temporanei, mentre i soccorsi continuano senza sosta per portare cibo, acqua e assistenza medica nelle zone più colpite. Il governo messicano ha annunciato che, una volta superata la fase di emergenza, avvierà un piano di ricostruzione a lungo termine per ripristinare strade, scuole e abitazioni danneggiate. Ma la portata della distruzione è enorme. In molte regioni ci vorranno mesi, forse anni, per tornare alla normalità, dopo una delle peggiori alluvioni degli ultimi decenni.
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