Roma, 19 novembre 2025 – Dopo l’ok della Camera Usa, con un solo voto contrario alla pubblicazione del materiale in mano al Dipartimento di Giustizia sul caso del finanziere Jeffrey Epstein, nella notte anche il Senato americano ha dato il via libera con un consenso unanime.
Quindi via libera alla legge che imporrà al dipartimento della Giustizia di pubblicare tutti i materiali e i documenti non classificati in suo possesso relativamente al caso del finanziere morto suicida in carcere nel 2019 dopo essere stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali e traffico internazionale di minori.
Il testo passa ora al presidente Donald Trump per la firma definitiva, ma pochi minuti prima che il Senato si esprimesse il tycoon ha pubblicato un post che ne minimizza la portata. “Non mi interessa quando il Senato approverà il disegno di legge della Camera, che sia stasera o in un altro momento nel prossimo futuro, non voglio che i repubblicani distolgano lo sguardo da tutte le vittorie che abbiamo ottenuto: the big beautiful bill, le frontiere chiuse, stop agli uomini negli sport femminili, la fine dei programmi Dei, la fine dell’inflazione record di Biden, i più grandi tagli alle tasse e alle normative della storia, la fine di otto guerre, la ricostruzione del nostro esercito”, ha scritto il presidente elencando una serie di provvedimenti del suo secondo mandato.
Le vittime di Epstein chiedono la pubblicazione di tutti i dossier
Ieri Trump aveva compiuto un clamoroso dietrofront, chiedendo di pubblicare i file. Una doppia giravolta, visto che in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe reso pubblici tutti i file sul caso Epstein per ritrattatare una volta arrivato alla Casa Bianca, e adesso ha cambiato ancora idea. Il tycoon sostiene di non avere nulla da nascondere, nonostante le rivelazioni uscite in questi giorni sui rapporti con il finanziere pedofilo. “Non ho nulla da nascondere ed è tempo di voltare pagina rispetto a questa bufala dei democratici portata avanti solo distrarre dal successo dei repubblicano”, ha dichiarato il presidente.