Famiglia nel bosco, i bimbi fanno visite mediche e colloquio psicologico. Nordio: “Faremo accertamenti”. Anm: “Tutelati i minori, elementi oggettivi”

Palmoli, 22 novembre 2025 – I bambini portati in una casa protetta insieme alla mamma dopo che il Tribunale dei minori dell’Aquila ha deciso che non potevano continuare a vivere nel bosco in Abruzzo insieme ai genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, oggi faranno una “serie di attività e visite mediche con pediatra, verifica delle vaccinazioni, colloquio psicologico che non è stato possibile effettuare fino ad ora”, così come spiega il sindaco del piccolo Comune di Palmoli, Giuseppe Masciulli.

“I genitori per alcune attività non si erano resi disponibili – aggiunge Masciulli – come confermato anche da Nathan che di recente, in maniera provocatoria, aveva dichiarato pubblicamente di voler chiedere 50 mila euro per ogni bambino da sottoporre a visita medica”. Nathan si è recato già da ieri mattina nella struttura per portare frutta e vestiti alla famiglia rimanendo con loro fino al pomeriggio. La comunità del piccolo bordo di Palmoli, di poco più di 800 abitanti, segue con il fiato sospeso la vicenda della famiglia nel bosco ed è loro molto vicina.

Cosa facevano Nathan e Catherine prima di vivere nel bosco con i figli. Il lavoro, Bali e l’incidente spartiacque

Il caso ha spaccato in due l’Italia tra chi crede che sia crudele togliere i bambini a due genitori solo perché hanno scelto di vivere lontano dalle regole imposte della società e chi invece sposa la tesi dei giudici secondo cui non si può decidere di sottrarre i propri figli al loro diritto alle relazioni, alla scuola e a condizioni igienico sanitarie adeguate.


Nordio: “Grave, faremo verifiche”

Ieri il vicepremier Salvini ha promesso battaglia, difendendo la scelta dei genitori e contestando quella del tribunale, facendo l’esempio dei tanti bambini che vivono nei campi rom in condizioni ben peggiori di 3 bambini che crescono felici in mezzo alla natura. Anche il ministro della Giustizia Nordio oggi è intervenuto a difesa della famiglia. “Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire. Bisogna fare accertamenti profondi, in questo momento è prematuro fare qualsiasi considerazione procedurale” le parole di Nordio.

“Il sequestro dei tre bambini portati via da una mamma e da un papà in maniera indegna” è una vicenda “preoccupante e pericolosa, vergognosa. Sono impegnato ad andare fino in fondo e se serve anche a parlare con il giudice del tribunale dei minori. Andrò in Abruzzo la settimana prossima. Giudice e assistenti sociali in Abruzzo non rompano le scatole”, ha rincarato la dose Salvini. “Anche questa storia dimostra che una profonda, sana e giusta riforma di una giustizia che non funziona sarà fondamentale”, ha aggiunto.

Osservatorio Minori: “Legge da cambiare”

“Se i magistrati hanno applicato rigidamente la legge, allora è da cambiare immediatamente la legge, e non è il primo segnale che si ha circa la necessità di rivedere l’ufficio degli allontanamenti dei figli dalle famiglie. Se, invece, fosse rientrata nelle loro prerogative un minimo di elasticità, bisognerebbe capire le ragioni per cui non l’abbiano tenuta in considerazione. Certo è che ad uscire malissimo da questa vicenda sono, comunque, le istituzioni, dalle quali l’opinione pubblica è orientata a tenersi sempre più alla larga”, dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori. “Se a determinare la decisione fosse stata la vita tra la natura, saremmo al cospetto di una decisione innaturale – spiega Marziale -, qualora fosse la mancata frequentazione delle aule scolastiche, occorrerebbe ricordare a chi detiene il potere decisionale che esiste l’istituto dell’istruzione parentale, la cui applicazione sarebbe stata molto meno traumatica dell’allontanamento. Da qualunque altra prospettiva la si voglia osservare, questa bruttissima vicenda segna la debacle del sistema istituzionale”.

Per il presidente dell’Osservatorio “l’allontanamento dai genitori ha ragion d’essere in ben altre situazioni, come quando i bimbi sono a rischio di incolumità personale, per via di genitori psichicamente disturbati, che come purtroppo è spesso accaduto arrivano ad ucciderli, seppur le istituzioni preposte abbiano decretato che non ci sarebbe stato alcun rischio”. “L’allontanamento – conclude il sociologo – dovrebbe costituire l’estrema ratio, ma in questa vicenda di estremo si può solo ed esclusivamente ravvisare un sistema legislativo e giudiziario alla frutta e, al di là delle prese di posizione momentanee, Governo e Parlamento meglio farebbero a conferire priorità ad una riforma della giustizia non circoscritta alla separazione delle carriere, ma orientata alla tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto se minorenni”.

Anm: “Tutelati i minori, elementi oggettivi”

La polemica non si spegne e l’Anm torna a difendere la decisione del tribunale. Rispettare “il ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione”, afferma l’Associazione nazionale magistrati sottolineando che l’atto del tribunale “si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive”. “Le strumentalizzazioni di certa politica appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte”.