Fascia Verde Roma, adesso è ufficiale: che batosta per questi automobilisti | Multe salate

Fascia Verde a Roma: lo stop ai diesel Euro 4 e benzina Euro 3 è stato rinviato

 

Fascia Verde Roma, adesso è ufficiale: che batosta per questi automobilisti | Multe salate
Autostrada – Ilcorrieredellacittà.com

 

Ti sei mai chiesto come sarà vivere in una città dove le auto più inquinanti sono completamente bandite dalle strade? Questa è la domanda che molti romani si stanno facendo da qualche tempo, soprattutto alla luce delle nuove misure restrittive che dovrebbero essere attuate nella Fascia Verde della capitale. Tuttavia, nonostante l’attesa di cambiamenti radicali per migliorare la qualità dell’aria, lo stop ai veicoli diesel Euro 4 e benzina Euro 3 è stato ufficialmente posticipato. Un sollievo per alcuni, una delusione per altri. Vediamo perché.

 

Il cuore della Fascia Verde: una questione di sopravvivenza urbana?

Se vivi o lavori a Roma, sai bene che la città è divisa in diverse aree con regole di traffico più o meno severe, soprattutto per limitare l’inquinamento. La Fascia Verde è una di queste zone protette, istituita proprio per ridurre le emissioni di gas nocivi e migliorare la qualità dell’aria. L’idea è semplice: meno auto inquinanti, meno smog, meno rischi per la salute. Ma c’è sempre un “ma” e, in questo caso, ha a che fare con il recente rinvio delle limitazioni per i veicoli più datati.

I proprietari di auto diesel Euro 4 e benzina Euro 3 possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento. L’attuazione delle nuove regole, che avrebbe dovuto limitare la circolazione di questi veicoli nella Fascia Verde, è stata rinviata a data da destinarsi. E mentre alcune persone accolgono con gioia questa proroga, altre sono preoccupate per il prezzo che Roma dovrà pagare in termini di qualità dell’aria.

Perché rinviare? Difficoltà economiche e compromessi

Il motivo principale di questo rinvio è piuttosto chiaro: molti cittadini semplicemente non possono permettersi di cambiare il proprio veicolo in tempi così rapidi. Cambiare auto, soprattutto con l’obiettivo di passare a veicoli meno inquinanti o addirittura elettrici, è un investimento non da poco. La crisi economica, l’inflazione e l’aumento del costo della vita hanno reso difficile per molte famiglie e aziende fare scelte sostenibili, anche se ne comprendono l’importanza.

La giunta comunale, consapevole di queste difficoltà, ha deciso di dare più tempo a chi possiede veicoli non conformi per adeguarsi. Certo, non si tratta di una decisione semplice, perché il rinvio delle restrizioni significa anche che Roma continuerà a soffocare sotto lo smog per un po’ di tempo in più. Tuttavia, in un momento in cui l’economia di molte famiglie è in difficoltà, il Comune ha optato per un compromesso tra necessità ambientali e sostenibilità sociale.

Le voci critiche: cosa dicono gli ambientalisti?

Non tutti sono contenti di questa decisione, ovviamente. Le organizzazioni ambientaliste sono tra i più grandi critici del rinvio, e non c’è da stupirsi. Roma, come molte altre grandi città italiane, ha un problema serio di inquinamento atmosferico. Le emissioni di ossidi di azoto e particolato sono tra le principali cause di malattie respiratorie e morti premature in Italia. Rinviare lo stop ai diesel Euro 4 e benzina Euro 3, secondo gli ambientalisti, significa continuare a mettere a rischio la salute pubblica.

Chi critica il rinvio lo fa con argomentazioni forti: se non si interviene in modo drastico e immediato, le conseguenze saranno sempre più gravi. L’inquinamento non è solo un problema per l’ambiente, ma anche per le persone che vivono e respirano ogni giorno l’aria della città. E, a conti fatti, ogni giorno di ritardo potrebbe significare decine di ricoveri ospedalieri in più per problemi respiratori.

Una riflessione sulla mobilità sostenibile

Se da un lato è comprensibile il bisogno di dare ai cittadini più tempo per adattarsi, dall’altro è chiaro che non possiamo continuare a rinviare all’infinito la transizione verso una mobilità più sostenibile. Roma ha già iniziato a fare alcuni passi avanti, ma la strada è ancora lunga. I mezzi pubblici sono spesso inefficaci, soprattutto nelle zone periferiche, e l’infrastruttura per la mobilità elettrica è ancora in fase embrionale. Certo, stiamo vedendo un’espansione delle piste ciclabili e delle stazioni di ricarica per veicoli elettrici, ma è sufficiente?

La vera sfida sarà riuscire a migliorare l’infrastruttura del trasporto pubblico e incentivare soluzioni di mobilità alternativa, come il car sharing elettrico o l’uso di biciclette e monopattini. Solo così potremo evitare di ritrovarci, tra qualche anno, a fare i conti con un rinvio che avrà avuto conseguenze molto più gravi di quanto ci aspettassimo.

Chi non può circolare nella fascia verde di Roma

Nella Fascia Verde di Roma, ci sono restrizioni alla circolazione per diverse categorie di veicoli, soprattutto per quelli più inquinanti. Attualmente, non possono circolare in questa zona:

  • Veicoli diesel fino alla classe Euro 3 (inclusi).
  • Veicoli benzina fino alla classe Euro 2 (inclusi).
  • Motoveicoli e ciclomotori a benzina fino a Euro 1.
  • Veicoli a GPL/metano se non rispondenti almeno alla classe Euro 2.

 

Chi circola nella Fascia Verde di Roma con un’auto Euro 1 (che rientra tra i veicoli soggetti a divieto di circolazione), può incorrere in una multa compresa tra 168 e 679 euro. Se si ripete la violazione entro i due anni successivi, potrebbe scattare anche la sospensione della patente da 15 a 30 giorni.

Le sanzioni sono applicate attraverso controlli sul territorio o tramite telecamere posizionate agli accessi della Fascia Verde.

E ora?

Mentre le autorità cercano di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze economiche e quelle ambientali, i cittadini di Roma si trovano di fronte a un bivio: continuare ad utilizzare i propri vecchi veicoli o iniziare a considerare opzioni più sostenibili? La decisione di rinviare lo stop ai diesel Euro 4 e benzina Euro 3 potrebbe sembrare un sollievo temporaneo, ma alla fine dovremo tutti fare i conti con la necessità di un cambiamento. La domanda è: quanto siamo pronti a fare sacrifici oggi per garantire un futuro più pulito domani?

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