GFS: il meteo metterebbe Italia sotto assedio freddo e neve

L’insieme delle mappe GFS analizzate racconta una configurazione atmosferica di grande rilievo, una di quelle che non si osservano spesso e che meritano di essere lette con calma, pezzo per pezzo, senza forzature ma anche senza minimizzazioni. Il quadro che emerge è quello di una circolazione emisferica profondamente disturbata, con l’Europa che diventa il fulcro di una discesa di aria fredda di origine polare, capace poi di assumere connotati continentali, soprattutto nel cuore dell’INVERNO meteorologico, ovvero nei primi giorni di GENNAIO.

Non siamo di fronte a una singola irruzione rapida, ma a un disegno molto più ampio, dove le alte pressioni si dispongono in modo anomalo alle alte latitudini e costringono il flusso freddo a scendere di latitudine, andando a scavare aree di bassa pressione proprio sul Bacino del Mar Mediterraneo, elemento chiave per comprendere l’eventuale portata delle precipitazioni.

Immagine senza commento. Parla da sola. Diffuso rischio neve in Italia. Previsione incredibile, dire. Credit GFS – NOAA. Elaborazione Meteo Giornale.

Circolazione atmosferica europea: blocchi, scambi meridiani e freddo in espansione

Le mappe delle anomalie termiche a 2 metri e a 850 hPa mostrano con chiarezza un’Europa centro-orientale e settentrionale dominata da anomalie fortemente negative, con valori che si discostano in modo netto dalle medie climatiche. Questo segnale non nasce dal nulla, ma è il risultato di una circolazione meridiana molto accentuata, dove le correnti non scorrono più da ovest verso est in modo lineare, bensì disegnano ampie ondulazioni.

A nord del continente si consolida una struttura anticiclonica che agisce come un vero e proprio muro, favorendo la discesa dell’aria fredda verso sud. Le mappe della pressione al suolo e delle variazioni bariche nelle 24 ore evidenziano un’Europa sotto il segno di una pressione in calo diffuso, sintomo di una dinamica depressionaria attiva, non statica, con minimi pronti a muoversi e ad approfondirsi.

In questo contesto, l’aria fredda non rimane confinata alle alte latitudini, ma scivola verso l’Europa occidentale, il Centro Europa e infine il Mediterraneo, dove trova un ambiente completamente diverso dal punto di vista termico ed energetico.

Diffuso rischio neve in Italia. Previsione incredibile, dire. Credit GFS – NOAA.

Anomalie a 850 hPa fortissime: un segnale chiaro di entità massa d’aria

Le mappe a 850 hPa, sia in termini di temperatura assoluta sia di anomalia, sono probabilmente tra le più significative dell’intero pacchetto. Qui si osserva una massa d’aria molto fredda che si estende dall’Europa nord-orientale fino ai settori centrali del continente, con isoterme decisamente basse per il periodo.

Questo livello atmosferico è fondamentale perché rappresenta la firma della massa d’aria, al di là delle influenze locali del suolo. Quando il freddo è così evidente a 850 hPa, significa che non si tratta solo di inversioni termiche o raffreddamenti notturni, ma di un vero e proprio raffreddamento della colonna d’aria.

L’aria polare, inizialmente marittima, tende progressivamente a continentalizzarsi, perdendo umidità e raffreddandosi ulteriormente durante lo scorrimento sopra superfici fredde. È un passaggio cruciale che rende l’irruzione potenzialmente molto incisiva anche alle basse quote.

Italia al centro della dinamica: cuscinetto padano freddo e Mediterraneo attivo

Entrando nel dettaglio della ITALIA, il quadro si fa ancora più interessante. Le mappe delle temperature a 2 metri mostrano valori già bassi su gran parte del Nord Italia, con una Val Padana che si presta perfettamente alla formazione di un cuscinetto di aria fredda.

Questo strato freddo nei bassi livelli, intrappolato dalla conformazione orografica e favorito da condizioni di scarsa ventilazione iniziale, rappresenta uno degli ingredienti più importanti per eventi nevosi significativi. Quando il freddo al suolo resiste e viene poi raggiunto da precipitazioni, la neve può cadere anche in presenza di temperature non estremamente rigide in quota.

La situazione si complica ulteriormente quando entra in gioco il Mar Mediterraneo, che in questo periodo presenta temperature relativamente elevate rispetto all’aria in arrivo. Il contrasto termico alimenta la ciclogenesi, ovvero la formazione e l’approfondimento di minimi di pressione, con precipitazioni che possono diventare intense e persistenti.

Elaborazioni GFS che sembrano fantascienza. Credit GFS, NOAA.

Precipitazioni e neve: segnali importanti dalle mappe GFS

Le mappe delle precipitazioni e degli accumuli nevosi su scala europea mostrano segnali che non passano inosservati. In particolare, le simulazioni sugli accumuli di neve evidenziano aree potenzialmente interessate da quantitativi molto elevati, soprattutto lungo le catene montuose ma anche su settori collinari e pianeggianti, laddove le condizioni termiche lo permettono.

Sull’Italia, le nevicate potrebbero risultare abbondanti non solo sulle Alpi, ma anche lungo l’Appennino, con un coinvolgimento possibile di aree interne e, in determinate configurazioni, anche di zone a bassa quota. Il mix tra aria fredda preesistente e nuove precipitazioni legate ai minimi mediterranei è ciò che rende questo scenario così delicato.

Non si tratta di una nevicata da rapido passaggio, ma di un contesto che, se confermato, potrebbe favorire eventi prolungati, con accumuli in crescita nel corso delle ore.

Vento e maltempo: una circolazione tutt’altro che tranquilla

Le mappe del vento a 10 metri mostrano una ventilazione che tende a rinforzarsi in concomitanza con l’approfondimento delle basse pressioni. Questo significa mareggiate, condizioni di maltempo diffuso e un aumento della sensazione di freddo, soprattutto lungo le coste e nelle aree esposte.

Sul Mar Tirreno, sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio, il vento potrebbe diventare un fattore determinante nel distribuire le precipitazioni, creando zone di stau e di convergenza favorevoli a piogge e nevicate più intense. Anche il Nord Italia, inizialmente più protetto, potrebbe successivamente essere coinvolto da correnti umide sovrapposte al freddo preesistente.

Un contesto climatico più ampio: AO e NAO in forte negatività

Questa previsione del Centro Meteo Americano non è isolata, ma si inserisce in un quadro emisferico che da settimane mostra segnali di AO e NAO orientati verso valori fortemente negativi. Ciò implica una maggiore probabilità di scambi meridiani, con aria fredda che scende verso sud e aria più mite che risale verso nord in altre aree del pianeta.

L’amplificazione artica, fenomeno di cui si parla sempre più spesso, contribuisce a rendere il vortice polare meno compatto, favorendo ondulazioni marcate del getto. È interessante notare come, in parallelo, il Nord America venga interessato da un’ondata di caldo anomala proprio durante il periodo natalizio, segnale di un equilibrio atmosferico che si ridistribuisce su scala globale.

In questo scenario, l’Europa diventa il punto di compensazione, con un raffreddamento che avviene senza il supporto di un forte Strat Warming, elemento che rende la dinamica ancora più degna di attenzione dal punto di vista scientifico.

Una

Verso Capodanno, un ulteriore peggioramento e neve. Credit GFS NOAA

previsione estrema, da leggere con prudenza ma senza ignorarla

È fondamentale ribadirlo: si tratta di una previsione modellistica, non di una certezza. Tuttavia, l’estremità del segnale, la coerenza tra le diverse mappe e la continuità con le dinamiche emisferiche osservate rendono questa proiezione molto interessante.

In un’epoca di cambiamento climatico, scenari del genere sembravano ormai relegati al passato. Eppure, le mappe GFS mostrano come eventi di stampo quasi “antico”, con irruzioni fredde severe, nevicate abbondanti e maltempo diffuso, possano ancora trovare spazio nel nostro clima attuale.

L’unico giudizio possibile, al momento, è quello di attendere conferme, monitorando l’evoluzione dei prossimi aggiornamenti e il confronto con altri modelli matematici. Ma dal punto di vista dell’analisi atmosferica, siamo davanti a una configurazione di alto valore scientifico, capace di raccontare molto su come funziona oggi la macchina climatica del nostro pianeta.

Credit mappe e dati meteorologici: GFS – Global Forecast System, modello numerico del NOAA
Centro di previsione NCEP

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