Cara Caterina,
mi chiamo Federica, vengo da Avellino ma da tre anni vivo a Milano. Ti scrivo perché sto vivendo un momento pieno di emozioni e un po’ di malinconia, e sentivo il bisogno di condividerlo con te.
Due settimane fa è nato il mio nipotino, Alessandro, il figlio di mia sorella.
È un bimbo bellissimo, e già solo a guardarlo nelle foto mi si riempie il cuore di gioia. Quando ho saputo che mia sorella stava per partorire, ho preso subito il primo treno per tornare giù, ma purtroppo non sono arrivata in tempo per assistere alla nascita. L’ho visto per la prima volta qualche ora dopo, e da allora non faccio che pensare a lui.
Ora che sono tornata a Milano, per la prima volta da quando vivo qui sento davvero il peso della distanza da casa. Mi manca tantissimo la mia famiglia, ma soprattutto mi rattrista l’idea di non poter vedere Alessandro crescere giorno dopo giorno. Ho paura di perdermi i suoi primi passi, le sue prime parole, tutti quei momenti che rendono speciale l’infanzia di un bambino. Dentro di me c’è anche una piccola paura: temo che, vedendomi di rado, Alessandro non riesca ad affezionarsi a me.
Forse questo timore nasce dalla mia esperienza personale: anche io, da piccola, non ho mai avuto un legame stretto con mia zia, la sorella di mia madre, perché ha sempre vissuto al Nord, e ci siamo viste pochissime volte. Non vorrei che accadesse lo stesso con lui.
Vorrei tanto poter tornare più spesso giù, ma per motivi di lavoro purtroppo non è semplice. Mi consola sapere che Alessandro è circondato dall’amore della nostra famiglia, e che un giorno, quando sarà un po’ più grande, gli racconteranno di quella zia che vive lontano ma che lo pensa ogni singolo giorno.
Scusami per questo
lungo sfogo.
Ti mando un abbraccio grande,
Federica
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Ciao Federica,
leggendo la tua lettera ho detto “ma è Federica che scrive a Caterina o è Caterina che scrive a Federica?”, perché ci sono tante tante cose che ci accomunano. Anche mia sorella, Sarah, ha partorito da poco il suo primo figlio che si chiama tra l’altro Alessandro, come il tuo nipotino. L’ho visto tre volte e considera che quando è nato c’era Natale di mezzo, partivo, avevo già un viaggio organizzato coi bambini: sono scappata con mia figlia Cora in giornata, siamo andate a vederlo e siamo poi dovute ripartire quindi non me lo sto godendo per niente. Per fortuna, abbiamo una chat di famiglia dove ogni giorno mia sorella mette foto, video e così riusciamo a viverlo un po’.
Quello che dici effettivamente è vero. Io mi sono trasferita a Milano, dopo due anni ho partorito Guido Alberto, il mio primo figlio e Sarah, la mia sorella più piccola, nonostante fosse così giovane, mi ha dato una grande mano: veniva sempre a trovarlo, qualche volta quando dovevo uscire stava con lui oppure mi diceva “Ho finito di lavorare prima, posso prendermelo?”. È stata bravissima e so che purtroppo non potrò ricambiare perché al momento vivo a Roma e conduco un programma quotidiano. Mio figlio impazzisce per Sarah, ha un rapporto speciale con lei, di confidenza, mi dispiacerebbe se andasse perso a causa del nostro trasferimento.
Detto questo, però, vista la tua sensibilità sono sicura che darai il massimo come zia. Potrebbe essere una bella idea che, ogni volta che lo pensi, tu gli scriva una lettera o una mail per poi raccoglierle tutte: quando sarà più grande, potrai fargliele leggere. Poi, man mano che inizierà a capire e a conoscere i suoi gusti, potrai fargli dei regali pensati apposta per lui, quelli che sai che gli piaceranno di più. In estate, potresti prendere 3-4 giorni e stare da sola con lui.
La vita è così. Io penso sempre alle persone che lasciano i figli per lavorare e poter dare loro una vita migliore, pensa che strazio, che cuore dilaniato dal non poterli vivere tutti i giorni.
Quindi, cara Federica, forza e coraggio. Fate una bella chat di famiglia, obbliga tua sorella a condividere tutto e appena il bimbo cresce fatti valere come zia.
Un bacio!
Caterina