In Gallura torna la 7ma edizione del Festival San Teodoro Jazz

Image from askanews web site

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Roma, 7 ago. (askanews) – Dal primo al 4 settembre si rinnova a San Teodoro l’appuntamento con il festival San Teodoro Jazz, la manifestazione – quest’anno alla settima edizione – dedicata al genere di matrice afroamericana e alle sue immediate derivazioni con la direzione artistica del clarinettista teodorino Matteo Pastorino.

Quattro giorni ricchi di concerti nel suggestivo borgo gallurese alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, con il quartetto di David Linx, con Gregory Privat, Jerome Regard e Arnaud Dolmen, il progetto del trombettista Raynald Colom con Tony Tixier, Joe Sanders e Francesco Ciniglio, il quartetto di Ada Flocco con Saverio Zura, Filippo Cassanelli e Marco Frattini e il trio del chitarrista Angelo Lazzeri con Guido Zorn e Alessandro Fabbri.

Nato dall’idea del suo direttore artistico, il clarinettista teodorino Matteo Pastorino (da anni trapiantato a Parigi), e patrocinato e supportato con forza dal Comune di San Teodoro, il festival nelle passate edizioni ha ospitato sul suo palcoscenico alcuni tra i più importanti artisti del panorama nazionale e internazionale, come i batteristi Roberto Gatto, Francesco Ciniglio e Greg Hutchinson, il bassista Dario Deidda, il chitarrista Paolo Angeli, i sassofonisti Francesco Bearzatti, Gavino Murgia e Massimo Carboni, il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, il sassofonista statunitense Logan Richardson, i contrabbassisti Ameen Saleem e Salvatore Maltana, il fisarmonicista Luciano Biondini e il batterista Jarrod Cagwin e i pianisti Danny Grissett e Domenico Sanna, tra gli altri. “Il numero sette è sempre stato il mio numero fortunato, adoro la sua forma e il suo carattere simbolico in matematica, in astronomia, in letteratura, in musica e in altre numerose discipline”, spiega Matteo Pastorino, direttore artistico del festival San Teodoro Jazz.

“Un festival Jazz, secondo me, è una missione che ha come obiettivo quello di creare e alimentare un momento di condivisione, che ruoti intorno al genere di matrice afroamericana per antonomasia, canale di scambio e condivisione fin dalle sue origini. L’obiettivo è quello di generare un contesto che possa stimolare e consolidare la curiosità verso questo affascinante mondo, creando un pubblico entusiasta e contemporaneamente capace di edificare interconnessioni con il territorio che possano valorizzare le sue ricchezze, promuovendone la sua immagine. Ma innanzitutto il San Teodoro Jazz festival ha la responsabilità di interagire con i giovani musicisti, concedendo spazio a nuovi talenti”, prosegue.

“Attraverso l’esperienza di un festival, i suoi incontri, le scoperte, il contatto con i musicisti affermati ospiti della manifestazione, i nostri giovani artisti potranno crescere e approfondire nuove strade espressive e di ricerca, così da arricchire il patrimonio artistico regionale e nazionale. Sono molto grato di contribuire all’evoluzione di una rassegna nata sette anni fa con poche pretese e con tanta passione. Vedere oggi il gran numero di ragazzi appassionati che gravitano attorno alla manifestazione e che rappresentano la sua linfa vitale, incontrare un pubblico attento, appassionato e curioso, sentire un territorio che ha accettato il San Teodoro Jazz come realtà, ci rende felici e determinati a crescere e a migliorarci. Con le nostre modeste risorse abbiamo fatto del nostro meglio per organizzare un’edizione speciale anche per quest’anno. Dico modeste perché i nostri finanziamenti vengono completamente dal comune di San Teodoro, integrati da piccoli contributi e collaborazione servizi delle nostre aziende partner. Non abbiamo ancora avuto accesso ai bandi regionali e lavoriamo per poter implementare ulteriormente la qualità della nostra offerta, in uno degli scenari naturalistici più importanti della Sardegna”, conclude.