L’ambasciatrice in Italia di Machado: “Stiamo lavorando per riportarla in Venezuela”

Roma, 24 dicembre 2025 – Giorni particolarmente intensi quelli di Maria Claudia Lopez, l’”ambasciatrice” in Italia di Maria Corina Machado, premio Nobel per la Pace, e dei venezuelani che contestano la legittimità della presidenza di Nicolas Maduro per i presunti brogli elettorali che l’hanno portato alla riconferma a Miraflores nel 2024.

Appena tornata da Oslo, Lopez si era recata in Norvegia per seguire la cerimonia del Nobel dopo avere partecipato a un convegno sulla sicurezza cardiaca organizzato da Cardiosecurity, l’associazione creata dal dottor Fabio Costantino specialista nella struttura dell’Asl Toscana Nord Ovest, e tenutosi alla Pontificia Università Urbaniana.

La Nobel per la Pace Machado: spero che il Venezuela torni libero

Maria Lopez, che cosa l’ha spinta a partecipare al convegno sanitario?

“L’educazione alla salute è fondamentale per ogni cittadino e per la trasformazione della società che deve andare innanzitutto verso il bene e la tutela della vita”.

Come si costruisce questa società?

“Credo fermamente nel potere che ognuno di noi ha per costruire un mondo e una società giusta, quella a cui noi miriamo”.

Quali devono essere le basi su cui dobbiamo muoverci?

“Ogni persona ha il diritto alla propria dignità e quello di poter tutelare la vita. Il diritto alla vita e alla conservazione dei propri cari passa attraverso l’educazione e la prevenzione. Dobbiamo alimentare un progetto che sia applicabile capillarmente a tutti i tessuti urbani ed extraurbani e quindi di conseguenza si possa concretizzare l’obiettivo di salvare tutte le persone”.

Un progetto globale che può essere esportato anche nel Venezuela?

“Mi sono impegnata in prima persona a proporre questo progetto alla premio Nobel Maria Corina Machado. Sono sicura che è nelle sue corde e rientrerà negli obiettivi del suo programma quando potrà guidare un Venezuela libero e democratico”.

Ma qual è la prima cosa da fare laggiù?

“Miriamo a costruire un paese prospero in cui ogni cittadino possa avere il diritto di essere protagonista di un futuro costruttivo dove possa andare avanti la tecnologia, ma anche la tutela e i valori della cultura e le persone possano esprimere il proprio talento”.

Quando Maria Corina Machado rientrerà in Venezuela?

“Quando ci saranno le condizioni per farlo e per riportare il Paese nella democrazia. Stiamo lavorando perché questo avvenga prima possibile”.

Maria Corina Machado, Nobel per la Pace 2025

È prevista una visita del premio Nobel in Italia?

“Vedremo, è una possibilità a tempo debito”.

Il convegno sulla cardiosicurezza a Roma è servito per allacciare rapporti?

“Quando Fabio Costantino mi ha contattata l’ha fatto sapendo che ci uniscono gli stessi principi e valori con una profonda e sincera sensibilità per la pace. Penso che la collaborazione fra noi sia partita bene”.

Ne ha già parlato a Maria Corina Machado?

“Certamente, vedremo gli sviluppi e se sarà importante nella liberazione del Venezuela”.

Qual è la condizione sanitaria nel suo Paese?

“Caotica, precaria. C’è una vera e propria crisi umanitaria legata alla situazione dei crimini verso l’umanità che ogni giorno il regime di Maduro commette. Il governo impedisce al sanitario di fare la professione, non ci sono farmaci e prodotti per la cura del cancro; nemmeno i bambini vengono risparmiati perché non possono accedere alla chemioteraptia e alle altre cure e così c’è un alto tasso di mortalità”.

Qualcuno protesta?

“I medici che vedono morire la gente fra le proprie braccia. Ma se si ribellano vengono denunciati, incarcerati, torturati e infine ammazzati”.

Per i diritti umani chi è in prima linea?

“Io ho denunciato i soprusi di Chavez fin dal suo insediamento nel 1999, ma qualcuno mi diceva che le mie erano bugie. Poi tutti si sono accorti di quello che accadeva e che anche il suo successore Maduro ha continuato a fare. Per esempio i medici dissidenti venivano mandati nelle montagne a curare i più poveri”.

Ci sono anche stranieri che rischiano la vita per aiutare la vostra gente: è giusto questo?

“Io ho incontrato la madre di Albeto Trentini, il vostro cooperante che è rinchiuso in un carcere venezuelano dal 15 novembre 2024. Si tratta di una cosa ingiustificabile, era andato per fare del bene in un luogo molto difficile, dove il governo non riesce a operare, ed è stato arrestato e considerato alla stregua di un terrorista. Purtroppo la repressione fa parte della politica di Maduro”.

Il convegno a cui ha partecipato si è tenuto in un’istituzione universitaria della Chiesa: che significato ha avuto?

“Molto importante per noi, anche perché segue la canonizzazione dei primi due santi venezuelani avvenuta qualche settimana fa e il Vaticano segue con molto interesse ciò che accade a Caracas. Nell’occasione potuto incontrare il cardinale Pietro Parolin e il suo vice, il vescovo Edgar Pena Parra, che è venezuelano. Sono certa che, come mi è stato assicurato, il nesso fra America latina e la Chiesa di Roma sia molto forte basandosi su valori e principi umani che sono sicura regneranno nel Venezuela che stiamo per costruire”.

Quando?

“Maria Corina Machado lavora per questo, perché la libertà non va mai data per scontata, bensì va poi difesa”.