Le voci dal palazzo, Salvini: “Non andrò a votare. Starò con i miei figli”. Appendino: “Il sabotaggio dei referendum è sistematico”. Ricciardi: “Prima fanno finta di piangere le morti sul lavoro e poi invitano all’astensione”

Nel palazzaccio della politica si continua a discutere del referendum. “Io non andrò a votare. Vedo poco i miei figli, e quindi conto l’8 e 9 giugno di stare tanto tempo con i miei figli, o anche a casa” dice il leader della Lega, Matteo Salvini. Dall’altra parte della barricata, la deputata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino: “Il sabotaggio dei referendum è sistematico”.

“Sono indegni – tuona il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi – quei politici che fanno finta di piangere le morti sul lavoro e poi invitano i cittadini ad astenersi quando si può fare qualcosa per contrastarle”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Io non andrò a votare; gli italiani sono maturi ed ognuno è libero di andare a votare si o andare a votare no; vedo poco i miei figli, e quindi conto l’8 e 9 giugno di stare tanto tempo con i miei figli, o anche a casa”. (Matteo Salvini)

“Il sabotaggio dei referendum è sistematico”. (Chiara Appendino, Movimento 5 Stelle)

“I referendum sono una grande prova di democrazia. È il momento in cui si dà la possibilità ai cittadini di esprimersi su questioni che toccano la vita delle persone”. (Francesco Boccia, Partito Democratico, Il Corriere della Sera)

“La democrazia la difendi con il voto”. (Riccardo Magi, +Europa, La Repubblica

“Sono indegni quei politici che fanno finta di piangere le morti sul lavoro e poi invitano i cittadini ad astenersi quando si può fare qualcosa per contrastarle”. (Riccardo Ricciardi, Movimento 5 Stelle, Ping Pong)

“Estendere la cittadinanza senza limiti significa svendere la nostra identità”. (Roberto Vannacci)

“Voteremo a favore del quesito sulla cittadinanza e di quello su appalti e sicurezza sul lavoro. Mentre sugli altri tre siamo contrari”. (Marianna Madia, Partito Democratico, La Stampa)

“A forza di moraleggiare, si finisce in cortocircuito. Il Pd punta il dito su Ignazio La Russa per la legittima scelta di non votare al referendum e ha avviato da giorni un processetto ideologico. Ora, però, gli stessi riformisti dem annunciano che non voteranno tre quesiti su cinque. I ‘puristi’ che faranno, quindi, attiveranno l’inquisizione interna? Il punto politico è che sono in totale testa-coda. Ecco ciò che accade a diventare subalterni alla Cgil”. (Ylenja Lucaselli, Fratelli d’Italia)

“Da chi per dieci anni è stato al governo senza il voto degli italiani non accettiamo lezioni. Il Partito democratico anche stavolta cerca di prendere in giro gli italiani, fa finta di sostenere le ragioni del voto al referendum ma in realtà sta svilendo questo importante strumento democratico previsto dalla nostra Costituzione”. (Massimo Ruspandini, Fratelli d’Italia)

“Nel Pd almeno una cosa è chiara: l’unica posizione ufficiale del partito è un fragoroso ‘NI’”. (Antonio Baldelli, Fratelli d’Italia)

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