Malore durante una liposuzione in un ambulatorio privato, morta donna di 47 anni a Roma

Domenica 8 giugno, un intervento di liposuzione in uno studio di medicina estetica privato in via Francesco Roncati 6, nel quartiere di Torrevecchia, si è trasformato in tragedia. Ana Sergia Alcivar Chenche, una donna ecuadoriana di 47 anni, ha perso la vita al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Il decesso è stato accertato alle ore 20, poche ore dopo che la donna aveva accusato un malore durante la procedura.

L’ambulatorio dove è avvenuto l’intervento è di proprietà di un medico che, secondo quanto emerso, vantava sui suoi canali social di portare “tutta la chirurgia plastica ed estetica del Sudamerica a Roma”. Le prime ricostruzioni degli investigatori delineano un quadro preoccupante: sembra che il medico, l’anestesista e l’infermiera presenti abbiano tentato di rianimare la paziente per un certo periodo, senza allertare immediatamente il 118. Solo in un secondo momento, dopo diverse ore, avrebbero contattato un’ambulanza privata con un medico a bordo. Le manovre di rianimazione sono poi proseguite per circa un’ora presso l’Umberto I, nella “sala rossa”, ma purtroppo senza successo.

Le indagini

La Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, ha immediatamente aperto un’inchiesta. Il chirurgo, l’anestesista e l’infermiera sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. L’ambulatorio è stato posto sotto sequestro, e le autorità stanno cercando di fare chiarezza su numerosi punti ancora oscuri. Innanzitutto, è fondamentale ricostruire la dinamica esatta dell’intervento e cosa abbia provocato il malore fatale per la 47enne. Ma soprattutto, gli inquirenti vogliono capire perché, secondo i primi accertamenti, non sia stato chiamato immediatamente il 118, ritardando l’intervento dei soccorsi qualificati. Inoltre, secondo quanto è emerso, lo studio era sprovvisto di autorizzazione da 13 anni. La struttura aveva ottenuto l’ultima autorizzazione valida, della durata di cinque anni, nel 2007.

Il caso di Ana Sergia Alcivar Chenche non è isolato nella capitale. Negli ultimi mesi, Roma è stata teatro di altri decessi legati a interventi di chirurgia estetica. A novembre, la 22enne Margaret Spada è morta dopo una rinoplastica. Un’altra vicenda che ha sollevato interrogativi è quella di Simonetta Kalfus, 62enne di Ardea, deceduta a seguito di una grave sepsi dopo una liposuzione in uno studio privato. La figlia, Eleonora, ha denunciato le condizioni della madre, “piena di buchi”, chiedendo indagini accurate. Questi episodi, purtroppo, alimentano il dibattito sulla sicurezza delle procedure estetiche e sulla necessità di una maggiore regolamentazione.

L’allarme dei medici

La tragica scomparsa di Ana Sergia Alcivar Chenche ha riacceso i riflettori sulla necessità di mettere in sicurezza il settore della medicina estetica. Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), ha espresso profonda preoccupazione: “La medicina estetica va messa in sicurezza. Quanto accaduto a Roma segue altri episodi simili negli ultimi mesi. Avevamo già chiesto un intervento di carattere legislativo che limiti l’attività chirurgica-estetica solo a chi ha titoli e competenze”.

 

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