Manovra, la tassa anti Cina: imposta di 2 euro sui pacchi extra Ue. Raffica di emendamenti in arrivo

Roma, 13 novembre 2025 – Una tassa di 2 euro sui mini-pacchi che arrivano dai Paesi extra-Ue e, in particolare, dalla Cina. Un ritocco al ribasso della cedolare secca per gli affitti brevi con finalità turistiche. E, ancora, la conferma della tassa sui dividendi delle holding per le aziende che investono almeno 1 milione di euro. Ma la raffica degli emendamenti della maggioranza alla manovra del governo non si fermerà qui. Mentre le opposizioni sono già sul piede di guerra e si preparano a presentare una valanga di proposte di modifiche a meno di 24 ore dalla scadenza per gli emendamenti in Commissione al Senato, fissata per le 10 di domani. Il lavoro di scrematura sarà, in ogni caso, molto duro, dal momento che solo 414 proposte di modifica supereranno la mannaia di Palazzo Madama, di cui 238 del centrodestra. Ieri botta e risposta fra la leader del Pd, Schlein, e la Meloni. Per la premier nella manovra non ci sono tagli agli enti locali. Immediata la replica della leader dem: “Prende in giro i sindaci. Dimentica che le sue manovre precedenti hanno già sottratto 10 miliardi e 700 milioni agli enti locali. Le si è di nuovo rotta la calcolatrice”.

SHEIN

La tassa sui mini-pacchi

L’idea è di eliminare l’attuale esenzione fiscale sui pacchi con un valore inferiore ai 150 euro. La misura colpirebbe soprattutto gli acquisti effettuati sulle grandi piattaforme di e-commerce cinesi come Shein e Temu. Anche la Francia sta discutendo un’imposizione simile, con un dazio fisso di 2 euro su ogni pacco in arrivo da Paesi extra Ue. Un importo suggerito dalla stessa Commissione Ue. Il tema sarebbe oggi sul tavolo dell’Ecofin. Nel 2024 sono stati censiti 4,6 miliardi di pacchi sotto quella soglia di spesa spediti verso l’Unione Europea: il 91% provenienti dalla Cina. Il provvedimento, comunque, secondo quanto riferito, non sarebbe di facile applicazione.

Giorgetti sulla Manovra: “Massacrati da chi può farlo. Chi guadagna 2mila euro non è un ricco”

Piano casa

Cresce il pressing per ottenere, nella manovra, almeno una proroga delle misure del Dl Aiuti contro il caro-materiali. La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nel corso del convegno annuale sulle opere pubbliche, ha spiegato che mancano all’appello 2,65 miliardi mentre le imprese devono ancora ricevere circa 1,7 miliardi già certificati e relativi all’ultimo trimestre del 2024 e ai primi 5 mesi del 2025. “La crescita del Paese è fortemente condizionata dal completamento delle opere del Pnrr, che per il 50% attiene al nostro settore. Se l’edilizia rallenta o si ferma, il Paese non cresce”, ha concluso la presidente dell’associazione. Uno spiraglio, invece, sul Piano Casa: Salvini vuole utilizzare le risorse europee non spese dalle Regioni.

Affitti e rottamazione

La Lega pensa anche ad una premialità fiscale per chi affitta a canone concordato. Forza Italia, invece, dovrebbe ottenere la modifica della norma che aumenta la tassazione per gli affitti brevi destinati al turismo, magari con una riduzione dell’aliquota al 23%. Salvini non molla sull’imposizione al 21% per gli affitti brevi. In bilico l’ampliamento della rottamazione. FdI ritiene che sia una strada impraticabile perché costosa. Ma la Lega insiste e spiega che l’emendamento è ancora sul tavolo.

Manovra, scudo Abi sulle banche: “Colpite anche le piccole”

Dividendi e pmi

Fra le ipotesi di modifica anche quella di cancellare l’aumento dell’aliquota sui dividendi delle holding per le aziende che investono almeno 1 milione di euro, per evitare il rischio di fuga di imprese e capitali all’estero, spingendo al contempo gli investimenti. Correttivi sarebbero al vaglio anche per proteggere le piccole e medie imprese, in particolare con la proroga del Fondo di Garanzia.