Perché Sarkozy sarà scarcerato. “È stata una prova molto dura”

Parigi, 10 novembre 2025 – Alle 9:30 di lunedì 10 novembre, Nicolas Sarkozy e il suo avvocato Jean-Michel Darrois, si sono collegati in videoconferenza dalla prigione della Santé all’aula della Corte d’Appello di Parigi, nel sontuoso Palazzo di Giustizia della capitale, sull’Île de la Cité.

La procura generale ha chiesto la scarcerazione di Sarkozy, condizionata a uno stretto controllo giudiziario e al divieto di avere contatti con gli altri imputati e testimoni del dossier libico. Le stesse condizioni imposte all’ex banchiere Wahib Nacer, 80 anni, anche lui coinvolto nel caso dei finanziamenti libici e scarcerato lo scorso 28 ottobre. La Corte d’Appello, che comunicherà la sua decisione formale all’ora di pranzo, dovrebbe accogliere la richiesta e stabilire ‘l’obbligo di dimora’ e un braccialetto elettronico per Sarkozy.

Respinta invece la domanda di Alexandre Djouhri, 66 anni, condannato a sei anni di reclusione e tre milioni di euro di multa per un rischio di fuga più elevato.

Il carcere: una prova “dura” nonostante l’immensa solidarietà

Il procuratore ha ribadito “l’estrema gravità dei fatti” di cui è accusato Sarkozy, incarcerato il 21 ottobre 2025, prima di elencare la sua fedina penale: una condanna definitiva a tre anni di reclusione nel caso della corruzione del giudice Gilbert Azibert – noto come il caso Paul Bismuth – e una condanna a un anno di cui sei mesi di carcere per il caso Bygmalion, un sistema di finte fatture messo in piedi durante la campagna elettorale del 2012.
Nonostante la gravità delle accuse, il codice penale francese prevede la detenzione obbligatoria in carcere solamente se necessario e inevitabile per proteggere le prove o impedire pressioni e trattative segrete, oltre che l’eventuale fuga degli imputati. Tali criteri non dovrebbero applicarsi Nicolas Sarkozy. Un punto di vista condiviso anche dalla vicepresidente della Lega dei diritti dell’uomo, Évelyne Sire-Marin.
Gli avvocati dell’ex presidente, inoltre, hanno spiegato che la detenzione in carcere rappresenta “una minaccia per Sarkozy, costretto all’isolamento e alla scorta di polizia”.

Carla Bruni-Sarkozy arriva alla Corte di Appello il 10 novembre 2025 (Ansa)
Carla Bruni-Sarkozy, wife of France’s former president Nicolas Sarkozy, arrives at the Paris Court of Appeal on November 10, 2025, as former President’ lawyer come to file a request for his release. Nicolas Sarkozy is being detained over a scheme to acquire Libyan funding for his successful 2007 presidential run. (Photo by Ian LANGSDON / AFP)

“Sono cosciente della gravità dei fatti che mi vengono contestati”, ha dichiarato Sarkozy, negando qualsiasi coinvolgimento nella richiesta dei fondi libici. “Non avrei mai immaginato dover aspettare 70 anni per conoscere il carcere. Questa prova mi è stata imposta, l’ho vissuta. È dura, è molto dura” ha proseguito l’ex capo di Stato, nonostante l’enorme solidarietà ricevuta. Dal primo giorno di incarcerazione infatti, Sarkozy ha ricevuto circa 100 lettere al giorno.

Sarkozy in carcere a Parigi, “io innocente, la verità prevarrà”

Un’altra sentenza prevista il 26 novembre

Secondo il settimanale francese Paris Match, la dieta di Sarkozy si sarebbe però ridotta a yogurt e scatolette di tonno, a causa della poca fiducia accordata dall’ex presidente agli altri detenuti e alle scarse doti culinarie del diretto interessato.
Sarkozy ha concluso il suo intervento ringraziando il personale della polizia penitenziaria che si è dimostrato di “un’umanità straordinaria e che ha reso questo incubo più sopportabile”. In attesa del processo di secondo grado, previsto in primavera del 2026, Nicolas Sarkozy tornerà in tribunale, questa volta in Cassazione, il 26 novembre per la sentenza definitiva nel caso Bygmalion.