Pesanti scontri in Ucraina, Cnn: “Pokrovsk sta per cadere”. Kiev risponde, bombe sulle centrali elettriche russe

Roma, 9 novembre 2025 – È sempre più forte lo scontro per la presa di Pokrovsk, ormai la linea del fronte si è spostata su questa una città ‘cerniera’ del Donetsk, al momento amministrata da Kiev e considerata strategica per l’esito della guerra in Ucraina. Secondo la Cnn: “Pokrovsk sta per cadere”. 

Stanotte Kiev ha bombardato alcune centrali elettriche e le linee di approviginamento nelle regioni russe di Belgorod e Kursk, al confine con l’Ucraina: è uno dei più massicci attacchi dall’inizio del conflitto. Almeno 20mila persone sono rimaste senza luce e riscaldamento. È la risposta di Zelensky all’offensiva di Pokrovsk.

Mosca è vicina alla conquista di Pokrovsk e Zelensky sta tentando il tutto per tutto per difenderla. Nelle ultime 24 ore, sono stati 196 gli scontri in questa zona, dove gli ucraini affermano di aver respinto 73 attacchi nemici. Le milizie russe hanno hanno schierato oltre 5mila droni kamikaze e condotto più di 4mila bombardamenti per spezzare la difesa di Pokrovsk.

Zelensky denuncia “massiccio attacco russo: serve più pressione”

Corrente ‘tagliata’ nelle zone di Belgorod, Kursk e Voronezh

Nella regione di Belgorod, presa di mira dal fuoco ucraino, il governatore Vyacheslav Gladkov ha riferito su Telegram che “la rete di distribuzione di elettricità e riscaldamento ha subito gravi danni” nell’omonimo capoluogo regionale. “Diverse strade sono interessate da problemi di corrente“, ha aggiunto il governatore, “più di 20.000 residenti sono senza elettricità“.

Nella regione di Kursk, anch’essa al confine con l’Ucraina, “è scoppiato un incendio in uno degli impianti energetici del villaggio di Korenevo”, che ha lasciato 10 città senza elettricità, ha fatto sapere su Telegram il governatore Alexander Khinshtein, che non ha fornito stime sul numero di residenti privi di corrente. Nella regione di Voronezh, infine, un incendio è scoppiato in un impianto di riscaldamento, fa sapere il governatore Alexander Gusev.

Pokrovsk: 200 scontri in 24 ore 

Bombardamenti incessanti e scontri a fuoco per le strade, con il ricorso massiccio alle truppe di terra, soprattutto nel Donbass. Nell’epicentro del conflitto, intorno a Pokrovsk, l’Armata di Vladimir Putin è disposta a sacrificare due soldati su tre pur di mettere piede in città, inseguendo una vittoria che giorno dopo giorno appare più vicina. Le forze di difesa ucraine e le unità russe ingaggiato nelle ultime 24 ore 196 scontri, con il settore di Pokrovsk che ha registrato l’attività più intensa, dove gli ucraini affermano di aver respinto 73 attacchi nemici.

Lo si legge nell’ultimo aggiornamento fornito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, secondo cui le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico e 54 attacchi aerei su posizioni ucraine e aree popolate, utilizzando 41 missili e sganciando 126 bombe aeree guidate.

Inoltre, comunica sempre lo Stato Maggiore ucraino, i russi hanno schierato 5.276 droni kamikaze e condotto 4.697 bombardamenti su posizioni e insediamenti delle Forze di difesa ucraine, oltre un centinaio dei quali con sistemi di lancio multipli. 

Lavrov attacca la Ue: “Assett russi per Kiev è inganno e rapina”

“Il cinismo con cui la Commissione Europea interpreta la Carta dell’Onu e altre norme giuridiche internazionali, comprese le disposizioni sull’immunità sovrana e l’inviolabilità degli asset delle banche centrali, ha smesso da tempo di sorprendere. Tali azioni costituiscono un vero e proprio inganno e una rapina“. Lo dice il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, sull’ipotesi di utilizzo degli assett russi congelati per sostenere Kiev, citato da Ria Novosti. “Non importa come sia orchestrato il piano per estorcere denaro ai russi, non esiste un modo legale per farlo” e “la Russia risponderà in modo appropriato”. 

La Russia per Lavrov risponderà in modo “appropriato”, e “nel rispetto del principio di reciprocità, degli interessi nazionali e della necessità di risarcire i danni causati“. Nell’intervista Lavrov ha detto che “a quanto pare, gli istinti di lunga data dei colonizzatori e dei pirati si sono risvegliati negli europei“.

“La confisca delle nostre riserve auree e valutarie non salverà i protetti di Kiev dell”Europa unita – ha dichiarato il ministro russo –. È chiaro che il regime non sarà in grado di ripagare alcun debito e non ripagherà mai i suoi prestiti”. E ancora. “Considerando ciò – ha poi aggiunto Lavrov – non tutti nell’Unione Europea sono disposti ad adottare ciecamente tali misure, che comportano anche gravi rischi per la reputazione dell’eurozona come polo economico” e “Bruxelles e altre capitali occidentali potrebbero ancora tornare in sé e abbandonare l’avventura pianificata”.

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