Roma, 29 ottobre 2025 – Non si chiamerà più ‘Esame di Stato’, ma tornerà ad essere ‘Maturità’. È arrivato l’ok della Camera dei Deputati per la nuova struttura dell’esame finale delle Superiori, che oltre a tornare alla precedente denominazione presenterà alcune importanti novità. Confermate le due prove scritte, le cui modalità restano invariate rispetto allo scorso anno scolastico, mentre si prospettano nette modifiche per quanto riguarda il colloquio orale, che ricoprirà un ruolo sempre più importante ai fini della valutazione finale. Quest’ultimo verterà in particolare su quattro materie, che verranno decise in base a un decreto ministeriale che sarà pubblicato a gennaio 2026, e comprenderà anche un‘analisi delle competenze acquisite nell’ambito dell’educazione civica e dell’esperienza scuola-lavoro. Le conoscenze trasversali, quindi, conteranno quasi quanto quelle ottenute tra i banchi di scuola.
Le novità per il 2026
Sono diversi gli aggiornamenti apportati dalle alte cariche dello Stato in vista dell’esame di Maturità 2026. Innanzitutto, come già preannunciato, la valutazione definitiva dipenderà anche dall’eventuale impegno del diplomando in attività extra-scolastiche degne di merito. In secondo luogo, riceveranno la bocciatura automatica i candidati con il 5 in condotta e coloro che avranno intenzione di restare in silenzio per protesta come accaduto nel corso degli esami nell’estate 2025.
Gli studenti dovranno pertanto partecipare in maniera attiva al colloquio orale e verrà attribuita come non mai grande importanza agli atteggiamenti mantenuti in classe: coloro che riceveranno un 6 in condotta avranno l’obbligo di effettuare una prova parallela di ‘cittadinanza attiva’, mentre soltanto chi avrà almeno 9 in comportamento potrà ambire al massimo dei punteggi finali. Sono attese novità anche per quanto riguarda i commissari d’esame, che saranno dotati di una formazione specifica e caleranno dalle 7 alle 5 unità. I ragazzi che hanno deciso di cambiare indirizzo nei primi due anni di superiori, infine, non dovranno più sostenere nessun esame integrativo.
L’alternanza scuola-lavoro
Altri importanti aggiornamenti riguardano la rilevanza che avrà nell’esito finale l’alternanza scuola-lavoro, che non si chiamerà più ‘Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento’ ma bensì ‘formazione scuola-lavoro’. Il Consiglio dei ministri di oggi inoltre, attraverso una convenzione stipulata tra la scuola e le imprese, ha dichiarato di vietare agli studenti attività di formazione di questo tipo in lavori ad alto rischio. L’Inail promuoverà all’interno delle scuole campagne formative riguardanti la sicurezza sul lavoro, mentre il disegno di legge approvato oggi ha decretato la copertura assicurativa anche per quanto concerne eventuali infortuni avvenuti nel tratto tra l’abitazione o altro domicilio e il luogo di lavoro. Queste scelte consistono in tentativi piuttosto evidenti di integrare sempre di più l’esperienza formativa a lavoro tra le competenze fondamentali di uno studente delle scuole superiori.
Le parole di Valditara
“Con questi interventi diamo un segnale concreto di attenzione verso i nostri studenti e verso chi ogni giorno vive la scuola – ha dichiarato a proposito del disegno di legge il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara –. La formazione scuola-lavoro deve rappresentare un’occasione di crescita, non di rischio: i giovani devono poter affrontare queste esperienze in piena sicurezza. Inoltre, continuiamo a sostenere e
valorizzare le isole minori, riconoscendo l’impegno di chi insegna e lavora in territori che costituiscono un patrimonio unico per il Paese”. Sulle novità nell’esame di Maturità si è espressa anche la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti: “Torna il nome ‘Maturità’ e con esso il significato profondo di un momento che segna la crescita personale e civile dei nostri ragazzi. Abbiamo voluto restituire serietà e valore a una prova che negli ultimi anni aveva perso autorevolezza”.