Rischio invernale NEVE su ROMA e Lazio: cosa dicono le previsioni ECMWF

(TEMPOITALIA.IT) Importante premessa: questa non è una previsione meteo, ma un’analisi che abbiamo condotto con l’ausilio anche di software sofisticati, allo scopo di ottenere una dettagliata serie di informazioni attraverso l’osservazione delle mappe stagionali del Centro Meteo Europeo.

Naturalmente, la variabilità atmosferica e le fluttuazioni stagionali potranno modellare il tempo atmosferico giorno per giorno, arrivando persino a stravolgere questa linea di tendenza, che vi invitiamo a consultare esclusivamente per fini di curiosità.

 

Le immagini stagionali del modello ECMWF per il LAZIO mostrano un inverno con un timbro piuttosto chiaro. In DICEMBRE spicca un’anomalia termica lieve ma positiva: ovvero temperature medie poco sopra la norma. Sul fronte precipitazioni si notano segnali di piogge sotto media su gran parte di ROMA, VITERBO, RIETI, FROSINONE e LATINA. In GENNAIO il quadro resta simile: mitezza diffusa e nuovo deficit pluviometrico, esteso dall’entroterra al litorale tra CIVITAVECCHIA, FIUMICINO e ANZIO. FEBBRAIO cambia musica: le  anomalie più umide soprattutto tra BASSO LAZIO, AGRO PONTINO, MONTI LEPINI e fascia costiera; la temperatura in questo mese si avvicina alla media, con scarti ridotti.

In MARZO torna una leggera mitezza e un nuovo calo delle precipitazioni. È una lettura d’insieme: clima leggermente più caldo del normale e piogge alternanti, con la fase più dinamica concentrata nel cuore dell’inverno.

 

Dicembre: mite e più secco sul Lazio In apertura di stagione il MAR TIRRENO resta relativamente tiepido e l’isola di calore urbana su ROMA fa il resto. Con piogge scarse e termiche diurne spesso superiori alla media, la finestra utile per fiocchi in pianura si fa stretta. La neve tende a restare relegata all’APPENNINO e soltanto gli sbuffi più freddi, rapidi e ben temporizzati, possono spingersi oltre i CASTELLI ROMANI.

 

Anche a GENNAIO le mappe mantengono un’impronta mite e asciutta. In questo contesto i passaggi perturbati portano pioggia ma raramente aria davvero fredda. Per la neve in città servirebbero incursioni da est con aria continentale molto secca, capaci di raffreddare il suolo tra SABINA, VALLE DELL’ANIENE e CITTA’ METROPOLITANA DI ROMA. Il segnale stagionale, però, non premia questo schema.

 

Febbraio: finestra più dinamica e piovosa FEBBRAIO è il mese da tenere d’occhio. Le carte evidenziano precipitazioni sopra media sul settore meridionale e costiero, con temperature in media o solo lievemente positive. È la combinazione più favorevole a nevicate in collina tra MONTI ERNICI, SIMBRUINI e REATINI, e a qualche sorpresa fino alle porte di ROMA quando le correnti ruotano da nord e scivolano lungo la VALLE DEL TEVERE.

 

Marzo: lieve mitezza e precipitazioni sotto media. Nel primo mese di PRIMAVERA meteorologica il segnale torna più secco e un filo più caldo. Eventuali episodi freddi sono possibili, ma tendenzialmente rapidi e con poche chance di accumulo in pianura, mentre l’APPENNINO resta l’ultimo baluardo per una spolverata tardiva sopra quota.

 

Cosa significa per la neve tra Roma e l’Appennino. Mettendo insieme termiche ed accumuli attesi, l’inverno 2025-26 nel LAZIO appare a bassa frequenza di nevicate in pianura e con buona attività in quota, soprattutto tra FEBBRAIO e la fine di GENNAIO se qualche saccatura riuscirà a pescare aria più fredda.

 

La distribuzione delle piogge suggerisce che le perturbazioni più attive arrivino dal MAR TIRRENO, un ingrediente spesso tiepido che, in città, limita la tenuta della colonna d’aria. Per la CAPITALE contano moltissimo i micro-fattori: isola di calore del centro, prossimità al mare, orografia dei COLLI ALBANI.

 

Roma città e litorale: probabilità e percentuali di possibilità di neve: considerando le anomalie viste e la climatologia recente, la probabilità di vedere fiocchi fino al centro storico di ROMA tra DICEMBRE e MARZO si colloca intorno al 20-25% per almeno una fioccata coreografica; la chance di accumulo misurabile (almeno 1-2 cm) scende attorno al 10-12%, mentre un episodio davvero significativo resta intorno al 3-5%. Sulle periferie a quota un po’ più alta, dal TIBURTINO ai CASTELLI ROMANI, lo scenario migliora: 30-40% per vedere il bianco, 20-25% per depositi al suolo. Lungo il litorale tra CIVITAVECCHIA, FIUMICINO e LATINA la probabilità si ferma intorno al 10-15%, con prevalenza di pioggia mista o graupel nei rovesci più intensi.

 

Entroterra e colline: Viterbo, Rieti, Frosinone L’ALTO LAZIO e le conche interne hanno sempre una marcia in più. Tra VITERBO e l’AREA CIMINA, e nella piana di RIETI, la possibilità di una o più nevicate in città si attesta tra 35 e 50%, con margini superiori nelle frazioni collinari. In CIOCIARIA, tra FROSINONE, ALATRI e SORA, il numero scende tra 25 e 35% per il mix di quote più basse e influenza tirrenica, ma gli episodi non mancano quando l’aria fredda scivola dalle vallate appenniniche.

 

Appennino laziale-abruzzese: stagionale diversa in quota: sui MONTI REATINI (area TERMINILLO), SIMBRUINI e ERNICI, sopra 1000-1200 m, il segnale è molto più incoraggiante. La stagione mostra elevate probabilità di nevicate ripetute, con una stima intorno all’80-90% per più eventi e 60-70% di riuscire a costruire un manto significativo nei periodi più freddi. L’eventuale fase secca di DICEMBRE-GENNAIO potrebbe interrompere la continuità, ma l’impronta più umida di FEBBRAIO aiuta a recuperare.

 

Il peso degli episodi brevi: perché i modelli stagionali non li colgono: le proiezioni come quelle di ECMWF raccontano medie e tendenze su scala mensile. Non “vedono” il dettaglio dell’irruzione fredda di due giorni, né la bassa pressione esplosiva sul TIRRENO capace di far crollare le temperature in poche ore tra GUIDONIA, COLLEFERRO e MONTE PORZIO CATONE. Per questo, anche in un inverno moderatamente mite, basta una retrogressione balcanica ben piazzata o un minimo sul GOLFO DI GAETA perché la CAPITALE si svegli con l’aria frizzante e i tetti imbiancati.

 

Gli esempi del passato: 2012, 2018, 1985: la memoria recente aiuta a capirlo. A FEBBRAIO 2012 la famosa ondata gelida portò nevicate importanti su ROMA e su molta CIOCIARIA nonostante un inverno non eccezionale fino ad allora.

Il 26 FEBBRAIO 2018, con il respiro del Burian, i fiocchi caddero sul CENTRO STORICO e sui CASTELLI ROMANI con accumuli modesti ma diffusi. Più indietro, GENNAIO 1985 e FEBBRAIO 1956 restano pietre miliari: episodi eccezionali dentro stagioni non uniformemente fredde. La lezione è chiara: i modelli stagionali inquadrano il contesto, ma gli eventi di breve durata fanno la storia.

 

Sulla base delle mappe consultate, i limiti nei calcoli, la climatologia locale, la probabilità complessiva di neve a ROMA città è bassa a DICEMBRE (circa 10-15%), contenuta a GENNAIO (attorno a 15-20%), più interessante a FEBBRAIO (fino a 30-35%), di nuovo ridotta a MARZO (10% circa).

Per le periferie collinari e i CASTELLI ROMANI i valori salgono rispettivamente di 10-15 punti in ogni mese, con FEBBRAIO in prima fila.

 

Nell’APPENNINO DEL LAZIO sopra 1500 metri l’inverno presenta alte probabilità di ripetute nevicate in tutta la stagione, con FEBBRAIO come mese più generoso e DICEMBRE/GENNAIO più avari di precipitazioni ma non privi di episodi quando le correnti girano dalla tramontana o dal grecale. In pianura tra VITERBO, RIETI e FROSINONE la possibilità di almeno un episodio oscilla tra 30 e 45% nell’arco stagionale, maggiore nei fondovalle interni lontani dal mare e nelle notti serene che permettono forti inversioni termiche.

 

Il dati ECMWF suggeriscono un inverno leggermente più caldo della media climatica con piogge altalenanti e un FEBBRAIO potenzialmente vivace. Per la neve a ROMA le carte danno chance limitate ma non nulle; per l’APPENNINO la prospettiva è buona, a patto di cogliere le finestre favorevoli. Il monitoraggio quotidiano resterà decisivo, perché i picchi brevi sono quelli che trasformano una stagione normale nell’evento che finisce sui giornali di ROMA e di tutto il LAZIO.

 

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