L’All Star Game Nba 2026, in programma il 15 febbraio all’Inuit Dome di Los Angeles, si prepara a una svolta storica. La manifestazione manterrà i tradizionali 24 convocati, ma il formato cambierà radicalmente: al posto della classica sfida tra Conference Est e Ovest, la vittoria sarà assegnata tramite un torneo triangolare. La competizione vedrà scendere in campo due squadre composte da otto giocatori americani e una terza squadra formata dai migliori talenti internazionali, nati fuori dagli Stati Uniti. Le selezioni saranno determinate per metà dai voti dei tifosi, per un quarto dai giocatori e per l’ultimo quarto da una giuria di giornalisti provenienti da tutto il mondo. Ogni partita durerà due quarti da 12 minuti, rendendo la sfida più dinamica e intensa.
L’eco delle Olimpiadi e la tradizione americana
Questa scelta richiama alla memoria il celebre duello “America contro Resto del Mondo” delle Olimpiadi di basket. Dal Dream Team del 1992 a Barcellona, la Nazionale americana ha dominato il panorama internazionale, conquistando otto ori su nove partecipazioni, con l’unica eccezione dell’Argentina ad Atene 2004. Tuttavia, l’All Star Game è sempre stato una partita spettacolo più che agonistica, e le nuove regole offriranno un’impronta diversa rispetto alle sfide olimpiche regolamentate Fiba, aumentando la competitività e il pathos per il pubblico.
Globalizzazione e nuovi protagonisti
Il rinnovamento dell’All Star Game riflette la crescente internazionalizzazione della Nba. Nel 2025, la lega ha raggiunto un record di 135 giocatori stranieri provenienti da 43 nazioni, con l’unico italiano Simone Fontecchio tra le stelle attuali. Negli ultimi sette anni, sei Mvp sono stati giocatori non americani, tra cui Giannis Antetokounmpo, Nikola Jokic e il canadese Shai Gilgeous-Alexander. L’arrivo di Luka Doncic nella selezione internazionale aumenta le possibilità di una vittoria estera, segnando una svolta epocale per la manifestazione. Il commissioner Adam Silver punta così a ridare fascino e intensità all’All Star Game, dopo anni di partite prive di difesa e con punteggi esagerati, come il 211-186 del 2024 a Indiana.
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