“Sgarbi non ha bisogno di un amministratore di sostegno”. Ma per matrimonio e testamento serve una perizia

Roma – È arrivata una prima, importante decisione nel processo civile avviato a Roma da Evelina Sgarbi, figlia di Vittorio, per tutelare la salute e gli interessi del padre. Il Tribunale di Roma, sotto la direzione della giudice Paola Scorza, ha deciso che non c’è bisogno, al momento, di nominare un amministratore di sostegno per la gestione ordinaria della vita del critico d’arte 73enne, ma ha disposto una perizia psicologica per valutare la sua capacità di prendere decisioni complesse e straordinarie, come fare testamento o contrarre matrimonio. Servirà circa un mese, forse un mese e mezzo.

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Vittorio Sgarbi, 73 anni, con la figlia Evelina, ultimogenita nata nel 2000

La vicenda ha avuto inizio dopo un periodo di profonda depressione che ha colpito Sgarbi all’inizio dell’anno. La figlia Evelina ha quindi richiesto l’intervento del tribunale, temendo che il padre non fosse più in grado di gestire in autonomia le sue scelte personali ed economiche.

La posizione di Evelina Sgarbi: “Voglio solo tutelare mio padre”

“Finalmente oggi è arrivato un primo importantissimo segnale che lascia ben sperare per quanto riguarda la salute di mio padre e la tutela della sua capacità di comprendere gli effetti di scelte straordinarie inerenti l’esercizio dei suoi diritti personalissimi”, ha dichiarato Evelina, assistita dal suo avvocato Lorenzo Iacobbi. Evelina ha anche ribadito la sua determinazione: “La battaglia che sto portando avanti ha come obiettivo unicamente quello di tutelare mio padre, la sua salute e la sua dignità”, aggiungendo, tuttavia, che questo per lei sarà un “Natale triste” a causa delle condizioni di salute del padre.

Vittorio Sgarbi con Evelina bambina

La difesa di Vittorio Sgarbi: “Circondato dagli affetti giusti, non da un cerchio tragico”

Dal canto suo, il difensore legale del critico d’arte, il professor Ugo Ruffolo ha subito replicato: “Vittorio Sgarbi è perfettamente capace e non ha bisogno di un amministratore di sostegno per la gestione ordinaria della sua vita quotidiana”. Ruffolo ha inoltre sottolineato che il giudice ha evidenziato come Sgarbi sia “circondato dagli affetti giusti” e non da un “cerchio tragico”, come accusato dalla parte avversa. Il difensore ha aggiunto che Sgarbi ha dato “piena disponibilità ad incontrare sua figlia”, ma che quest’ultima non si è mai presentata a casa sua.

Il ruolo della consulenza tecnica d’ufficio sulle condizioni psicologiche e cognitive di Sgarbi

Il Tribunale ha nominato la psicologa psicoterapeuta Lili Romeo come consulente tecnico d’ufficio (CTU), incaricata di accertare le condizioni psicologiche e cognitive di Sgarbi. La consulenza dovrà stabilire se il critico d’arte sia in grado di comprendere e valutare le implicazioni personali, patrimoniali e giuridiche delle sue decisioni, come quella di contrarre matrimonio o gestire il patrimonio in modo straordinario. “La perizia dovrà stabilire se la persona sia in grado di comprendere e valutare il significato e le conseguenze delle decisioni di particolare complessità”, si legge nel dispositivo del giudice.

Vittorio Sgarbi con la figlia Evelina

La figlia Evelina ha parlato di una “guerra” con “insidie, tranelli, battutine, intimidazioni e calunnie”

La vicenda si inserisce in un contesto familiare complesso, caratterizzato da accuse reciproche e confronti aspri. La figlia Evelina ha infatti parlato di una “guerra” che sta affrontando, con “insidie, tranelli, battutine, intimidazioni e calunnie” rivolte a lei e alla sua famiglia. Nonostante il clima teso, il Tribunale ha sospeso la parte relativa alla gestione straordinaria per mancanza di documentazione medica sufficiente, indicando che la consulenza tecnica potrebbe richiedere ancora qualche mese prima di essere completata, con esiti attesi non prima di metà 2026