Il clima dell’Europa è influenzato da una serie di fenomeni complessi, tra cui la temperatura superficiale dell’Oceano, l’indice N.A.O. e le correnti oceaniche come quella del Golfo e il Blob oceanico. In questa primavera 2023, l’anticiclone Nordafricano sta causando ondate di caldo record e piogge intense. Tuttavia, gli scienziati prevedono che la fine di La Niña possa portare a condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo, con possibili conseguenze per il Mediterraneo nell’estate 2023.
La Niña e l’Europa: situazione attuale
La Niña è una condizione caratterizzata dalla superficie marina fredda dell’Oceano. Gli esperti affermano che l’Europa è stata bloccata in un modello meteorologico di La Niña dal 2020, che è stato storicamente lungo per durata e forza. Tuttavia, secondo il professor Matt Makens, la fine di La Niña è vicina: entro la fine della primavera 2023, i modelli matematici suggeriscono che avrà solo il 14% di probabilità di forza, rispetto all’attuale 60%.
L’Oceano si riscalda
L’Oceano sta iniziando a riscaldarsi e le condizioni di umidità stanno migliorando nelle aree colpite dalla siccità. Il passaggio dall’attuale situazione di La Niña a quella di El Niño, caratterizzata da un riscaldamento della superficie oceanica, può richiedere mesi o stagioni prima che l’atmosfera si adatti. In alcuni casi, si prevede un trapasso veloce ed estremo, che potrebbe innescare alterazioni eccezionali del tempo atmosferico, soprattutto nelle regioni più vulnerabili a La Niña e El Niño.
Effetti sul Mediterraneo e l’estate 2023
Gli scienziati ed esperti si chiedono quali effetti avrà la fine probabile di La Niña sul Mediterraneo entro l’inizio dell’estate 2023. I modelli matematici stagionali cambiano rapidamente le loro previsioni, generando confusione. Tuttavia, sia il Centro Meteo Europeo che quello americano prevedono un ritorno a condizioni di maggiore normalità per l’Italia per quanto riguarda le piogge. Entrambi i centri meteo prevedono anche forti anomalie sulla temperatura, indicando una stagione estiva molto calda.
Temporali e conseguenze in agricoltura
Le temperature oltre la media e le possibili maggiori piogge rispetto alla media potrebbero aumentare il rischio di temporali intensi. Questi fenomeni, assenti negli ultimi tre anni a causa della siccità, potrebbero portare a grandinate devastanti, nubifragi, alluvioni lampo e dissesto idrogeologico, causando danni all’agricoltura in Italia, Francia e Europa centrale.
L’incertezza delle previsioni a lungo termine
Sebbene queste previsioni possano essere stravolte, è importante tener conto del fatto che il clima è influenzato da numerosi fattori interconnessi. La fine di La Niña potrebbe esacerbare altre anomalie del clima, causando fenomeni meteorologici estremi in varie parti del pianeta. Nel Mediterraneo, la situazione potrebbe essere particolarmente delicata, dato che la regione è meno vulnerabile a La Niña e El Niño rispetto ad altre aree del mondo.
Stagioni nella media: un’utopia?
La domanda che sorge è se, in futuro, avremo stagioni nella media, non scandite da continue allerte meteo emesse dagli enti preposti. Purtroppo, prevedere con precisione le condizioni meteorologiche a lungo termine è difficile, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici in corso.
In conclusione
La fine di La Niña potrebbe portare a un’estate 2023 caratterizzata da piogge estive più intense, ondate di caldo e possibili fenomeni meteorologici estremi. Tuttavia, le previsioni a lungo termine sono incerte e soggette a cambiamenti. È importante monitorare costantemente le condizioni meteorologiche e gli aggiornamenti dei centri meteo per essere pronti ad affrontare eventuali sfide legate al clima.
Stop La Niña. Meteo con rischio di piogge violente e caldo record
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