Ucraina, colloquio tra Rubio e Lavrov: “Presto telefonata Trump-Putin”

Roma, 17 marzo 2025 – Le distanze fra Russia e Ucraina si sono ridotte, e la pace potrebbe essere questione di settimane. Non lesina ottimismo l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Stephen Witkoff, che ha parlato con Putin per oltre tre ore, dopo averlo atteso per otto. Sembra però che ne sia valsa la pena, visto che, per stessa ammissione dell’inviato, si è trattato di un “colloquio molto positivo”. La telefonata più attesa, quella fra il presidente russo e l’americano Donald Trump, potrebbe avvenire questa settimana ed essere “molto buona e positiva”. “I nostri team, i negoziatori americani, si incontreranno in settimana con gli ucraini, lo stesso accadrà con i russi”. Certo, pare che le richieste dello zar siano parecchie, tanto che il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza, Michael Waltz, ha specificato che gli Stati Uniti le valuteranno nei prossimi giorni.

I nodi attorno a cui ruota tutto sono soprattutto due. Waltz ha spiegato che il primo è che l’Ucraina dovrà comunque riconoscere qualche territorio, in cambio di future garanzie di sicurezza. Delle quali, però, di sicuro non farà parte l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. A questo proposito, Waltz ha detto chiaramente che le perplessità a riguardo arrivano anche da “altri Stati membri dell’Alleanza”. Quanto ai territori che dovrebbero passare definitivamente sotto il controllo russo, Witkoff non ha voluto specificare se verranno riconosciuti anche dagli Stati Uniti, spiegando che “è ancora troppo presto per parlare di questo argomento”.

L’Ucraina pensa al nuovo corso. Il presidente, Volodymyr Zelensky, è tornato ad attaccare nuovamente la Russia, spiegando che chi vuole davvero la pace non bombarda, in riferimento agli oltre 1.000 droni lanciati da Mosca nelle ultime ore. Il numero uno di Kiev ha poi dato due importanti notizie dal punto di vista militare. La prima è la sostituzione del capo di Stato Maggiore, con Andriy Hnatov al posto di Anatoliy Barhylevych. La seconda è il test del nuovo missile Long Neptune di produzione nazionale, con una gittata di 621 miglia (1.000 chilometri). “Il Long Neptune è stato testato e utilizzato con successo in combattimento – ha detto Zelensky. Grazie ai nostri sviluppatori, produttori e militari ucraini. Continuiamo a lavorare per garantire la sicurezza ucraina”. Con un’arma del genere si può colpire direttamente Mosca. Intanto, secondo i canali Telegram, la versione testata nei giorni scorsi è ancora più potente di quella con cui, nell’aprile 2022, fu affondato l’incrociatore russo Moskva della flotta del Mar Nero. Potrebbe essere stata impiegata per colpire la raffineria di Tuapse.

Prioritario, adesso, sarà trovare una formula per garantire la sicurezza del Paese quando la guerra sarà finita. Fra le ipotesi sul campo, ci sono zone franche e osservatori Osce a monitorare il rispetto degli accordi. Ma la cosa più difficile sarà mantenere in sicurezza un confine di circa 2.000 chilometri, lo stesso da cui i russi potrebbero tornare ad affacciarsi se non saranno stabilite regole chiare.