Verso la manovra. Il nodo Irpef e pensioni. È scontro con la Cgil

Roma, 11 ottobre 2025 – Servirà un altro summit di maggioranza, tra Giorgia Meloni, i suoi vice, Maurizio Lupi e, soprattutto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per sciogliere gli ultimi nodi della legge di Bilancio. Anche alla luce della conferma del rating di S&P (BBB+ con outlook stabile). Non ci sarà bisogno, invece, di nuovi vertici tra i rappresentanti del governo e i leader sindacali per capire che lo stato maggiore di Cgil, Cisl e Uil è diviso sulla manovra, con Maurizio Landini pronto a dare battaglia (“È una manovra che porta a sbattere con nessuna risposta su pensioni e banche”), Pierpaolo Bombardieri critico ma trattativista, e Daniela Fumarola a favore del provvedimento in arrivo.

Alla vigilia di un fine settimana di incontri sono almeno quattro le partite aperte che richiedono aggiustamenti. La prima riguarda il perimetro del taglio dell’Irpef. A spiegare la posta in gioco è la segretaria cislina: “Il ministro dell’Economia ha confermato che si sta lavorando sulla riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% fino ai 50mila euro. Noi chiediamo che il taglio sia fino ai redditi di 60mila euro e ci ha risposto che ci possono essere dei margini perché si superi la soglia dei 50mila euro”. È la stessa richiesta che arriva da Forza Italia. Il punto è che le risorse sono scarse. Si tratta di utilizzarle anche per la nuova rottamazione che sta a cuore alla Lega, ma che gli azzurri e Fratelli d’Italia vorrebbero limitare nel numero delle rate, negli anni e nella platea dei destinatari, senza includere i recidivi.

MAURIZIO LANDINI, SEGRETARIO GENERALE CGIL
MAURIZIO LANDINI, SEGRETARIO GENERALE CGIL

Terzo capitolo aperto è quello dell’aumento di tre mesi dei requisiti previdenziali in relazione all’incremento della speranza di vita: la Lega vuole bloccare l’operazione, ma Meloni e Tajani sono per soluzioni limitate (l’ultima ipotesi, dopo quella dell’esclusione dallo scatto di coloro che raggiungono i 64 anni nel 2027, riguarda l’esclusione di lavoratori che svolgono attività usuranti o che hanno cominciato a lavorare durante la minore età). Da ultimo, si tratta di definire il contributo delle banche: la trattativa è in corso.

Certo è che in attesa di chiudere il pacchetto per vararlo il 14 ottobre prossimo, l’incontro con i leader sindacali ha prorotto il risultato che si poteva attendere. Il leader della Cgil non usa giri di parole: “È stato un incontro dannoso, non abbiamo avuto alcuna risposta, la manovra è una manovra che porta a sbattere questo Paese. Le ragioni per la grande mobilitazione del 26 ottobre prossimo a Roma sono dunque ancora più motivate”. Tra le richieste che i sindacati hanno fatto al governo c’è quello di un intervento sui salari per far recuperare ai lavoratori il potere d’acquisto. “Il problema di questo Paese sono i bassi salari”, sottolinea il segretario generale della Uil, Bombardieri: “Abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, di quelli che si stanno per rinnovare e di quelli che saranno rinnovati”.

Più netta, in senso opposto, la segretaria della Cisl, Fumarola, che ha definito invece l’incontro “positivo e importante, perché il governo ha assunto diversi impegni coerenti con le nostre richieste”. Resta, però, la contrarietà all’incremento dell’età pensionabile e degli altri requisiti.