DIMISSIONI CONTE IN CDM, CRISI GOVERNO/ Diretta: Premier al Colle, tutte le soluzioni

È iniziato alle ore 9.30 il Consiglio dei Ministri numero 94, l’ultimo del Governo Conte-bis, non per forza l’ultimo per il Premier Giuseppe Conte: la piena conferma delle dimissioni arriva dallo stesso portale del Governo, «In corso la riunione del Consiglio dei Ministri nel corso della quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. A seguire, il Presidente Conte si recherà dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».

Sarà dunque il Colle a definire lo scenario della crisi di Governo formalizzata 13 giorni dopo il vertice al Quirinale tra Conte e Mattarella dove il Premier venne “incalzato” sul risolvere in breve e con una maggioranza solida la crisi: da mercoledì pomeriggio dovrebbero scattare le consultazioni (qui tutti i passaggi formali necessari nei prossimi giorni, ndr) per poter sciogliere in pochissimo tempo le riserve su cosa accadrà dopo il Governo Conte-2. Gli scenari rimangono gli stessi: Conte-ter (con centristi, europeisti e “volenterosi” al posto di Italia Viva); nuova maggioranza di Centrosinistra, con rientro di Renzi e nuovo Premier; Governo tecnico-istituzionale per affrontare il nodo del Recovery Fund. Se però le tre strade dovessero essere impraticabili per Mattarella, allora il ritorno alle urne in giugno sarebbe la strada obbligata per ristabilire al Paese un Governo con piena legittimità e governabilità (con l’incognita però della legge elettorale da ultimare).

CONVOCATO IL CDM ALLE ORE 9

È stato convocato per questa mattina alle ore 9 il CdM nel corso del quale il Premier Giuseppe Conte comunicherà ai Ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni. Alla fine la crisi di Governo ha preso la direzione ‘accelerata’ nelle ultime ore per l’estrema fragilità dei numeri al Senato in vista del delicatissimo passaggio in Parlamento della relazione sulla Giustizia del Ministro Alfonso Bonafede: Pd e M5s hanno consigliato Palazzo Chigi di prendere la via delle dimissioni per poter ottenere subito dopo dal Colle un nuovo incarico per il Conte-ter.

«Il passaggio per il cosiddetto Conte ter è ormai inevitabile ed è l’unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all’allargamento della maggioranza. Noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l’interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta. Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia. Il MoVimento c’è, ed è pronto a fare la sua parte» hanno spigato i capigruppo di Camera e Senato, Davide Crippa e Ettore Licheri. Dal Pd invece il segretario Zingaretti ha ribadito la linea assieme al vice Orlando e al “ideologo” Bettini: «La scelta di Italia Viva rischia di portare a elezioni anticipate. Per evitarle il Pd sta lavorando per garantire una base parlamentare ampia, europeista e con un programma autorevole. Un governo per affrontare Covid, campagna vaccinale e stagione investimenti Recovery Plan».

CRISI DI GOVERNO: TUTTI GLI SCENARI

Nel Consiglio dei Ministri di questa mattina, oltre a presentare le dimissioni del Premier, si dovrà con ogni probabilità discutere della riforma dello Sport dopo la ‘minaccia’ del CIO in merito all’esclusione del simbolo italiano dalle Olimpiadi. Dopo aver però diramato gli ultimi provvedimenti pratici, il prosieguo della giornata verrà dedicato quasi unicamente alla crisi di Governo questa volta ufficializzata: Conte è tentato dalla “prova di forza” in Parlamento contro renziani e opposizioni in difesa di Bonafede, ma stavolta i numeri potrebbero mancare: per questo motivo Pd, M5s, responsabili e “pontieri” di Italia Viva consigliano la via delle dimissioni e la strada del Conte-ter con un rimpasto sostanzioso che potrebbe vedere ‘sacrificabili’ pezzi eccellenti dell’attuale maggioranza, a partire proprio dallo stesso Guardasigilli (Orlando al suo posto?, ndr).

UNITÀ NAZIONALE: C’È ANCORA MARGINE?

L’unica vera alternativa al Conte-ter resta alla fine il Governo di unità nazionale, progetto a cui lavora Forza Italia e parte del Centrodestra (oltre allo stesso Matteo Renzi): «La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato – ha detto ieri Silvio Berlusconidi indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani». Matteo Salvini invece, assieme all’altra alleata del FdI Giorgia Meloni, punta dritto per le Elezioni anticipate: «Si parla di dimissioni di Conte? Avrebbe già dovuto darle. C’è un piano vaccinale fermo, le scuole sono aperte in una città sì e una no, ci sono due milioni di posti di lavoro a rischio, e noi stiamo in ballo sugli umori di Conte, Di Maio, Zingaretti, e sulle trattative di Tabacci e Mastella. È irrispettoso, disgustoso, volgare, deprimente». La crisi è ancora molto “lunga” ma entra oggi nella sua fase quantomeno più ufficiale: la parola al Quirinale, con lo stesso Conte che da diversi retroscena viene descritto come tutt’altro che certo di riottenere subito l’incarico visti i numeri ancora fragili al Senato. Si lavora infatti per un clamoroso rientro di Renzi (o meglio, dei parlamentari di Italia Viva) in maggioranza: i pontieri sono al lavoro, con un filo sempre diretto con il Colle…

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