Protesta degli studenti in tutta Italia: striscioni contro il governo, bruciato fantoccio di Valditara, 15 poliziotti feriti

Oggi, gli studenti italiani sono scesi in piazza in occasione dello sciopero nazionale organizzato da Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. La mobilitazione ha coinvolto oltre 35 città del Paese, con presidi, cortei e assemblee pubbliche. Tuttavia, alcune manifestazioni sono state segnate da momenti di tensione, come a Torino, dove gli scontri tra studenti e polizia hanno portato al ferimento di una quindicina di agenti a causa di un ordigno artigianale.

Tensioni e reazioni istituzionali

A Torino, la situazione è degenerata durante un corteo pro-Palestina organizzato dagli studenti delle scuole superiori. Un ordigno artigianale ha causato esalazioni urticanti, obbligando alcuni agenti a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Durante la protesta, è stato bruciato un fantoccio raffigurante il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha risposto criticando duramente l’azione: “E sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di estremisti degli anni ’70”. Anche Antonello Giannelli, capo dell’Associazione Nazionale Presidi, ha sottolineato l’importanza di preservare la convivenza civile e il rispetto dei valori democratici. Posizioni simili sono state espresse dal vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che ha definito gli eventi “gesti intimidatori e violenti”.

Protesta degli studenti in tutta Italia: striscioni contro il governo, bruciato fantoccio di Valditara, 15 poliziotti feriti
Protesta degli studenti in tutta Italia: striscioni contro il governo, bruciato fantoccio di Valditara, 15 poliziotti feriti (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Le rivendicazioni degli studenti

Nonostante gli episodi di tensione, le manifestazioni sono state ampiamente partecipate. Sotto lo slogan “Vogliamo Potere”, gli studenti hanno espresso richieste chiare: una scuola inclusiva e accessibile, slegata dalle logiche del profitto e dell’industria bellica. Tra le principali rivendicazioni spiccano il diritto all’istruzione gratuita, il benessere psicologico nelle scuole e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti un ruolo decisionale reale.

Anche gli universitari si sono uniti alla protesta, chiedendo una didattica accessibile, un sistema di ricerca non subordinato ad usi militari e una riforma universitaria che garantisca il diritto allo studio. “Oggi siamo in piazza per difendere il nostro diritto a un’istruzione degna e accessibile. Non vogliamo più essere ignorati”, ha dichiarato Tommaso Martelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti.

Manifestazioni e azioni simboliche nelle città

A Roma, durante il corteo “No Meloni Day”, centinaia di studenti si sono radunati a Piazzale Ostiense, esponendo cartelli e striscioni con accuse contro il governo e i ministri. Il corteo si è poi diviso in tre gruppi diretti ai ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Simili iniziative si sono svolte a Milano, dove gli studenti hanno protestato contro l’alternanza scuola-lavoro, e a Torino, dove è stato esposto uno striscione con la scritta “Le scuole sanno da che parte stare, contro il governo e genocidio” presso la Mole Antonelliana.

A Bologna, gli studenti hanno bruciato simbolicamente copie della riforma Valditara, accompagnati da slogan di protesta contro il governo Meloni. Anche Napoli ha visto una partecipazione pacifica con un corteo che si è mosso da Piazza Garibaldi fino a Santa Lucia, sotto lo stretto controllo delle forze dell’ordine.

 

 

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