La ministra Paola De Micheli propone di tenere le scuole aperte anche sabato e domenica e scoppiano subito le polemiche. Presidi e insegnanti si dicono assolutamente contrari e spiegano che serve altro. I docenti, come riportato da Repubblica, ritengono che si debba invece «assumere più insegnanti e personale amministrativo, pagare i festivi, modificare i contratti». Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, ricorda che lo scaglionamento di un’ora è già partito e non può essere allargato. «La politica si accontenta dell’effetto annuncio, annunci che non hanno però basi solide, né calcoli consolidati». Alla ministra ha ricordato che la metropolitana a Roma spesso è ferma. «La scuola resta l’agnello sacrificale di politiche o dissennate o superficiali», la sua conclusione. Drastico anche Antonello Giannelli, presidente nazionale di Anp: «È impossibile immaginare di fare turnazioni in queste condizioni, è inutile parlarne. Mancano docenti e cattedre, come si fa ad allungare l’orario». Per quanto riguarda i trasporti, ha ricordato che ci sono differenze tra paesini e metropoli.
Invece la Uil ha chiesto una modifica del calendario scolastico: «Un allungamento dell’anno verso giugno, le prime settimane di luglio. Serve recuperare il tempo perduto», dichiara Pino Turi, segretario della Uil scuola. Infine, l’attacco al governo: «Ogni ministro di questo governo difende il suo fortino quando, invece, serve un progetto vero». (agg. di Silvana Palazzo)
PAOLA DE MICHELI “A SCUOLA SABATO E DOMENICA”
La ministra Paola De Micheli è pronta a potenziare i trasporti, ma questo non basta per consentire un ritorno a scuola in sicurezza degli studenti italiani. Per questo propone di tenere aperte le classi anche sabato e domenica. «Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato», dichiara nell’intervista rilasciata a Repubblica. Ma non esclude neppure un ragionamento sulla domenica: «Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati». A questo si accompagna un potenziamento dei trasporti. «Le Regioni hanno messo a disposizione quasi diecimila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo», spiega De Micheli. Si tratta di pullman privati, a noleggio, da 7 e 9 metri, 12 per i tratti extraurbani. Ma neppure con questi nuovi autobus si può garantire il distanziamento sui mezzi pubblici. «Con 24 milioni di persone a bordo di mezzi dimezzati non sarà possibile». Da qui la proposta di scaglionare gli ingressi e le uscite da scuola tenendo conto anche del weekend.
“CONTAGI SU MEZZI PUBBLICI? CHIESTO STUDIO”
I mezzi sono tornati alla capienza del 50 per cento, quindi in queste settimane si è parlato a lungo della necessità di un potenziamento dei trasporti per evitare assembramenti. Ma la ministra Paola De Micheli a Repubblica chiarisce: «Quasi tutte le città metropolitane non sono nelle condizioni di ospitare numeri così alti di nuovi mezzi pubblici». E fa l’esempio di Milano, dove bisognerebbe mettere su strada dalle 7 alle 8 altri 500 mezzi pubblici. «Impossibile, dovremmo togliere dalle strade le automobili. A Milano possiamo aggiungere ottanta pullman, non di più. Lo stesso ci dicono le simulazioni su Roma, Napoli». Quindi, la soluzione è potenziare fino al limite possibile i trasporti pubblici, ma procedere anche con lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola. Quello previsto attualmente però per la De Micheli è «largamente insufficiente». Lo si evince dalle immagini di metro e autobus pieni. «Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20». Ma l’organizzazione è tutt’altro che semplice: «Ora serve un organismo, se possibile di carattere nazionale, che condivida con la scuola i dati e organizzi un piano istituto per istituto».
Entro il 9 dicembre, quindi nel giro di 13 giorni, si può fare un piano ingressi e mettere su strada gli autobus agli orari giusti per la ministra Paola De Micheli. Al netto delle comprensibilità perplessità, viste le difficoltà emerse finora, la ministra dei Trasporti rivela a Repubblica di aver chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di avviare uno studio sulla diffusione del contagio sui mezzi pubblici. «Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo», dichiara in merito alle polemiche sui trasporti. E contrattacca: «Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva».
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