Un fronte civico dice no alla discarica di Melicuccà

Manifestazione No discarica Melicuccà 22 maggio 2021_Palmi

In Calabria undici associazioni si battono da anni per evitare l’invaso vicino alla sorgente Vina. Una vicenda nata nel 2003 che va avanti tra sequestri e atti di tribunale

di GIUSEPPE BOVA

Fermare la realizzazione del nuovo sito per la raccolta di rifiuti a La Zingara, nel comune di Melicuccà, una località fragile sotto il profilo ambientale. È quello che chiedono undici associazioni di cinque diverse località, come hanno fatto lo scorso maggio con un sit-in a Palmi, in provincia di Reggio Calabria.

Questa storia però parte da ancora più lontano. Comincia nel 2003, quando un primo invaso per rifiuti solidi urbani viene chiuso perché non risponde ai requisiti di legge. Ma nel 2009 il sito è messo a disposizione della Regione Calabria, che dà il via ai lavori per realizzare una nuova discarica. Nel 2011, con un esposto-denuncia, Legambiente Calabria è fra i primi ad accendere i riflettori sulla vicenda fino ad arrivare al sequestro probatorio nel 2013 da parte del pm del Tribunale di Palmi per accertare la mancata bonifica della precedente discarica, la difformità di costruzione del nuovo impianto rispetto ai progetti e alle prescrizioni della valutazione d’impatto ambientale e la presenza di falde acquifere in prossimità della discarica. Quest’ultimo aspetto è quello che preoccupa di più la popolazione dei comuni di Palmi, Melicuccà, Bagnara, Sant’Eufemia e Seminara: la sorgente Vina fornisce infatti acqua potabile a circa ventimila abitanti dell’area metropolitana reggina e il rischio che le acque della falda possano essere coinvolte fa paura. Nel 2014 il gip del Tribunale di Catanzaro dispone il sequestro preventivo del sito, dove i lavori nel frattempo erano stati avviati. “Disastro ambientale che da tempo, e per il futuro, avrà inevitabilmente ripercussioni sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”, così i carabinieri del Noe definirono lo stato dell’arte del sito.

Discarica MelicuccàL’ultimo atto giuridico del Tar di Reggio Calabria, che ha accolto l’impugnazione del Comune di Palmi ritenendo “prevalente l’esigenza di tutelare la salute pubblica dal rischio di inquinamento di falde acquifere utilizzate per soddisfare le esigenze della collettività”, ha rallentato la creazione della discarica ma ha anche sospeso i lavori di bonifica del vecchio impianto.

La coordinatrice del comitato scientifico di Legambiente Città Metropolitana, Lidia Liotta, ricorda che per Melicuccà «si agì nella fase emergenziale dei rifiuti della Regione, al commissario delegato del tempo era data dalla legge la facoltà di superare alcune cause ostative per la scelta del sito. Questo ha portato al disastro ambientale conclamato. È un potere amministrativo che in regime ordinario non è possibile né legale». Oggi il commissario ad acta per la gestione dei rifiuti di Reggio Calabria è l’ingegnere Pietro Foti, che non dà per certa la scelta della località La Zingara. «Abbiamo bisogno di un corredo di indagini sul luogo, ora in atto, e quando sarà terminato potremo dare una risposta definitiva. I lavori di ripristino della discarica – dice Foti – sono iniziati a ottobre, ma l’utilizzo è subordinato da quelle che saranno le certezze tecniche».

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