Prima della definizione finale del nuovo Dpcm il Governo incontrerà per un’ultima volta le Regioni: se poi tutto verrà definito, già in serata dovrebbe essere convocato il Consiglio dei Ministri con la firma vera e propria del Dpcm con decreto “Natale” attesa per domani 3 dicembre. Nel frattempo in Parlamento il Ministro della Salute Roberto Speranza sta illustrando tanto il piano vaccini 2021 quando le linee guida generali dei prossimi decreti Covid: «Con il nuovo Dpcm dobbiamo continuare con misure chiare e rigorose. Bisogna limitare gli spostamenti e ridurre i contatti. Le prossime festività vanno affrontate con estrema serietà se non vogliamo nuove, pesanti chiusure tra gennaio e febbraio». Passa la linea dura su due assi fondamentali: in primis, «riconfermare il modello delle classificazione delle regioni per scenario e indice di rischio. Il sistema delle tre zone ha dato risultati soddisfacenti. L’impianto di fondo è corretto e sta funzionando, ci consente di agire rapidamente e in modo proporzionale al variare delle condizioni epidemiologiche». Secondo linea del Governo, sempre annunciata da Speranza: «per affrontare Natale e Capodanno le limitazioni dovranno essere rafforzate anche nel quadro di un coordinamento europeo che il nostro paese ha promosso nelle ultime settimane». Per questo motivo, il Governo nel Dpcm disincentiverà gli spostamenti all’estero (con la quarantena obbligatoria per chi rientra in Italia, ndr), limiterà gli spostamenti tra le Regioni tra il 21 dicembre e il 6 gennaio (anche in zona gialla) e soprattutto «nei più importanti giorni di festa – il 25, il 26, il primo gennaio – vanno limitati anche gli spostamenti tra i comuni». (agg. di Niccolò Magnani)
REGOLE PER IL NATALE
Con il nuovo Dpcm potrebbe arrivare un decreto-legge ad hoc sulle misure anti Covid per le feste di Natale. L’ipotesi è circolata ieri dopo che il premier Giuseppe Conte ne ha parlato nella riunione con i capigruppo di maggioranza. «Introdurremo delle regole ad hoc per le festività», avrebbe detto il presidente del Consiglio, come riportato dall’AdnKronos. Il decreto-legge dovrebbe essere focalizzato sul capitolo spostamenti. Visto che le Regioni sono da “zona gialla”, il governo sta pensando a regole specifiche che vadano oltre quanto viene stabilito invece dal Dpcm. Nella riunione è stata confermata l’intenzione di bloccare gli spostamenti tra le regioni gialle a partire dal 21 dicembre, ma si starebbero valutando delle eccezioni, come per i ricongiungimenti familiari e recarsi nelle seconde case.
Decisamente più controversa è la terza possibilità, cioè quella di raggiungere gli alberghi. Il premier Conte ha avanzato ieri anche un’altra ipotesi: quella di riaprire le scuole il 14 dicembre, senza aspettare l’arrivo del nuovo anno. L’agenzia di stampa riferisce che la proposta ha però sollevato molti dubbi. Peraltro, lo stesso Conte nella riunione avrebbe ammesso che andrebbe chiesto un parere al Comitato tecnico scientifico (Cts) sulla scuola.
NUOVO DPCM, DEROGHE PER INCONTRARE I NONNI?
Se quella di ieri è stata una giornata di ascolto delle richieste delle Regioni, quella di oggi è invece decisiva per arrivare al nuovo Dpcm, in quanto la discussione verrà portata in Parlamento e poi ci sarà un nuovo contro con le Regioni. Oggi, dunque, verranno tirate le somme per arrivare ad un Dpcm e in parallelo ad un decreto-legge, che dovrà dare copertura normativa alle restrizioni delle libertà personali che si stanno pianificando per Natale. Il governo ha chiesto poi il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) sull’unica deroga che pure gli esponenti più severi, a partire dal ministro della Salute Roberto Speranza, valutando di inserire nel Dpcm che entrerà in vigore dal 4 dicembre.
L’ipotesi allo studio è quella di permettere ad un familiare con il suo nucleo più stretto di potersi spostare per trascorrere le feste con il genitore o il nonno solo, ovviamente con tutte le raccomandazioni del caso, da inserire nel Dpcm. L’orientamento del Cts è di dire sì, ma imponendo mascherine e distanziamento come regole. Il Cts non si opporrebbe neppure all’apertura dei ristoranti a pranzo nei giorni di festa, ritenendo che nascondano meno insidie dei pranzi familiari, su cui non si può vigilare, ma il governo non vuole concedere deroghe su bar e ristoranti.
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