VERIFICA DI GOVERNO, CONTE VEDE M5S E PD/ Domani Renzi a P. Chigi: nodo Recovery Plan

La delegazione del M5s è arrivata puntuale a Palazzo Chigi per il via alla verifica di Governo, dopo una giornata di continui tentativi da parte di Conte di “rasserenare” le acque agitatissime della maggioranza (e con una stretta-nuovo Dpcm sul Natale forse ancora in arrivo): presenti Vito Crimi, il capodelegazione Alfonso Bonafede, il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, il Ministro del Mise Stefano Patuanelli, i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Ettore Licheri. Alle 19 invece arriva il Pd con i dirigenti al completo: Zingaretti, il vice Orlando, i capigruppo Delrio e Marcucci, il Ministro della Cultura Franceschini; domani alle 13 sarà invece la volta del leader di Italia Viva Matteo Renzi, accompagnato da Rosato e Boschi, mentre alle 19 domani sera si chiude con la delegazione LeU (Speranza, Fornaro e De Petris). «Credo che i momenti di confronto tra le forze politiche sono necessari e dovrebbero essere più frequenti. Nelle prossime ore – ha aggiunto il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli entrando a Palazzo Chigi – deve nascere un progetto per i prossimi due anni e mezzo di legislatura. Credo che in questo momento parlare di crisi o di rimpasto si tratta di utilizzare termini ormai superati». Sul tavolo restano i nodi della cabina di regia sul Recovery Plan, la governance e i progetti del Pnrr e potenzialmente anche un eventuale rimpasto di Governo: a tal proposito, secondo la giornalista del Corriere della Sera Monica Guerzoni (intervenuta a Rai News24) ci sarebbero delle trame politiche per portare Renzi agli Esteri, Di Maio agli Interni e una generale “svolta” nella squadra di Governo dal 2021 in poi.

CONTE AVVIA LA VERIFICA DI GOVERNO

Inizia oggi la “verifica di Governo” per scongiurare la crisi del Conte-2 dopo gli ultimatum di Renzi (e, in maniera più silenziosa, parte del Pd): secondo le fonti di Palazzo Chigi su Ansa e Messaggero, alle 16.30 è prevista la riunione con la delegazione M5s, alle 19 con quella del Partito Democratico mentre domani dopo le 13 sono attesi i gruppi di LeU e soprattutto di Italia Viva (non è esclusa la presenza dello stesso Matteo Renzi). I tempi e i dossier aperti sono molto complicati: tra oggi e domani il Governo deve decidere quali (e da quando attive) misure stringenti per il Natale, si pensa ad una zona rossa nazionale tra il 24 dicembre e il 1 gennaio; nel mezzo, si deve discutere in Parlamento della Manovra, del Decreto Ristori quater, del Dl Natale (con alcune deroghe sugli spostamenti tra i Comuni piccoli da inserire). Insomma, i nodi sono tanti ma è la sfida del Recovery Fund, con tutti gli scontri su governance, progetti e task force, a tenere sui carboni ardenti l’intera maggioranza. Stamattina Conte, collegato al ‘Rome Investment Forum’, ha spiegato «Nel 2020 la sfida che abbiamo di fronte non è solo quella di liberare le potenzialità inespresse dell’Italia. In primo luogo dobbiamo serrare i ranghi, per battere il nemico. E serve una solida cooperazione interazionale. Il virus non conosce confini ma attraversa barriere».

CRISI DI GOVERNO, TUTTE GLI SCENARI

Sulla specifica sfida del Recovery Plan, nell’attesa che Palazzo Chigi metta a punto il Piano nazionaledi resilienza e a ripresa (a questo punto, slitta tutto dopo la verifica di Governo) Conte ha poi aggiunto sempre in videocollegamento «Il governo è al lavoro per definire compiutamente la struttura per il monitoraggio e l’attuazione del Recovery Plan e che potrà avvalersi anche di un quadro normativo ad hoc. Questa struttura in nessun caso sarà sovraordinata o sovrapposta ai doverosi passaggi istituzionali. Molti dei progetti del piano avranno successo solo innescando sinergie tra pubblico e privato». Se è vero che i primi fondi del Recovery Fund arriveranno non prima dell’estate (lo ha confermato oggi il commissario Ue Paolo Gentiloni, ndr), sono molto più immediate e vicine le “scadenze” del Governo per poter rilanciare la legislatura o cadere clamorosamente ad inizio 2021, oppure ancora dar vita ad un Governo di transizione per il voto nel 2022. Secondo un retroscena ancora non smentito da Italia Viva, il “D-Day” per il Governo Conte-2 potrebbe essere il 28 dicembre prossimo: se entro quella data non saranno state accolte le richieste di Renzi sul Recovery Plan e il Premier non avrà fatto dietrofront sulla task force (finora solo accennata da Conte, ndr), allora Italia Viva potrebbe staccare la spina. «Per provare a scongiurare l’ irreparabile mancano dunque 14 giorni. Due settimane, che forse costringeranno Conte a rivedere il programma delle consultazioni definito ieri per avviare quella verifica considerata ormai ineludibile da tutti i partiti», scrive Rep oggi. Quella verifica è cominciata e la clessidra è partita: riuscirà Conte nell’intento di disinnescare contemporaneamente Renzi, il Recovery Plan, la task force e le parallele polemiche su piano vaccini, ristori e caos normativo sul Natale?

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