ITALIA ZONA ROSSA DA 24 DICEMBRE ALL’EPIFANIA/ Governo verso Dpcm lockdown: le regole

Nella riunione con le Regioni, oltre ad approvare il piano vaccini per le prossime settimane, il Governo ha messo nero su bianco la proposta per il prossimo Dpcm: «Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio per mettere il Paese in sicurezza». Così Boccia e Speranza invitano anche i territori ad accettare il pacchetto di misure sul lockdown nazionale, trovando l’appoggio immediato di Veneto, Lazio, Friuli, Marche e Molise. Secondo il Governatore Zaia «Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, e se non le fa il governo le facciamo noi. La Germania è in lockdown e a gennaio è pronta a ripartire e se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con plateau troppo alto», avrebbe detto secondo il retroscena dell’Adnkronos. Nel frattempo si profila l’ennesimo scontro istituzionale interno al Governo: nella riunione con i capidelegazione convocata da Conte alle 12.30 a Palazzo Chigi, vertice atto a decidere le misure sul Natale, Italia Viva non parteciperà con nessun componente. «La ministra Bellanova è tutt’ora impegnata – come sanno da tempo sia il presidente Conte che i capidelegazione – in una missione a Bruxelles a tutela del Made in Italy agroalimentare e rientrerà in serata», fanno sapere le fonti renziane all’Ansa, «La posizione di Iv – ribadiscono – è chiara, ribadita nelle ultime ore anche da Renzi: sulle ulteriori misure da adottare il partito sosterrà lealmente la posizione del governo, purché si decida tempestivamente e si diano ai cittadini regole chiare». Al momento Conte è impegnato nel videocollegamento con la Commissione diritti umani del Senato, a seguire dovrebbe cominciare il vertice definito con il Governo.

ITALIA IN ZONA ROSSA A NATALE?

Che non sarà un Natale come gli altri anni lo si sapeva già da un po’, ma che cambino le regole a pochi giorni dalle Feste questo era meno preventivato: il Governo Conte sta valutando in queste ore se introdurre un nuovo Dpcm (o modificare il precedente, del 3 dicembre, ndr) per “colorare” l’Italia in zona rossa o arancione dal 24 dicembre fino al 6 gennaio prossimo. Il timore di una terza ondata e i pareri (non univoci) degli scienziati – assieme al parallelo lockdown lanciato da Angela Merkel da oggi in tutta la Germania per un mese – avrebbe fatto fare “giravolta” all’esecutivo, già impegnato nella complicata verifica di Governo per lo scontro Conte-Renzi: dal 21 dicembre sarebbe scattato il divieto di uscire dalle Regioni, ma dopo le ultime riunioni di questi giorni l’ipotesi di ampliare ulteriormente i divieti è diventata non solo concreta ma ormai prossima alla formalizzazione. Alle ore 12.30 è previsto l’incontro forse decisivo tra Conte e i capidelegaizone per normare la “stretta” per il Natale, mentre è ancora in corso la riunione tra il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Domenico Arcuri e le Regioni per provare un accordo comune sulle nuove regole. La tensione è alle stelle, ma la linea maggioritaria resta quella “chiusurista” pronunciata ieri sera a DiMartedì dal Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: «Dai prefestivi fino al 6-7 gennaio è più utile chiudere per tutti. Vogliamo chiudere il più possibile. Penso che sia molto responsabile anche da parte nostra essere conseguenti. A maggio eravamo arrivati allo 0.5 di indice contagio, di Rt, ma avendo avanti giugno luglio e agosto. Ora grazie alla misure già prese siamo su quella strada ma abbiamo di fronte gennaio, febbraio e marzo e dobbiamo essere responsabili. Dobbiamo sapere che dal 7 gennaio si riparte, ma si riparte mettendo in sicurezza le reti sanitarie il più possibile. Se non lo facciamo durante le feste di Natale, quando dobbiamo farlo…»

LE DUE IPOTESI

Dopo rumurs, retroscena e svariate “voci” da Palazzo Chigi, all’orizzonte restano due le ipotesi principali per il lockdown di Natale che attende gli italiani: l’ala rigorista chiede una zona rossa dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi fino all’Epifania. In tutto 9 giorni di lockdown duro (come in primavera, ndr) per evitare cene e spostamenti da amici e parenti; la seconda ipotesi è invece “proposta” da M5s, Italia Viva e lo stesso Premier Giuseppe Conte, una zona arancione nazionale che impedisca l’uscita dalle Regioni (come era già previsto dal Dl Natale), chiuda bar e ristoranti nei giorni festivi ma che permetta comunque negozi aperti anche per dar senso alle misure da 5miliardi varate sul Cashback di Natale. Secondo il Corriere della Sera vi sarebbe anche una terza, più complicata ma esistente, ipotesi per i prossimi giorni: «colorare di arancione i giorni prefestivi e di rosso i festivi». Per parte del Cts, per l’ala rigorista in Cdm (Boccia, Speranza, Franceschini) e per la Ministra Lamorgese la scelta comunque migliore sarebbe il “modello Germania”, ovvero un lockdown totale dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, con la mediazione del Presidente del Consiglio per consentire il ritorno in famiglia nel prossimo weekend (anche perché biglietti aerei e treni sono già stati venduti e sarebbe un caos economico e sociale impedirlo retroattivamente).

SCONTRO IN CTS, GOVERNO E REGIONI

Mai come in queste ore però le divisioni all’interno degli organi che gestiscono la pandemia in Italia si ritrovano divisi e dilaniati al proprio interno: così il Governo (M5s-Renzi contro Pd-LeU), così anche il Comitato Tecnico Scientifico che ieri nella riunione-fiume non è riuscita a trovare un accordo sostanziale proprio per lo scontro sull’inserire la parola “lockdown” nel parere finale. I tre direttori generali della Salute (Rezza, Urbani e Iachino) si erano rifiutati di firmare perché il Cts non fa cenno a zone rosse o arancioni, con lo scontro molto acceso avvenuto nella riunione (secondo l’Adnkronos e il CorSera) tra il “rigorista” Arcuri e l’”aperturista” Locatelli. Alla fine Agostino Miozzo, coordinatore Cts, spiega così la distanza nel Comitato: «Quattro componenti hanno ritenuto che la formulazione conclusiva non fosse aderente alle proprie posizioni. Riunione difficile e intensa, alla fine abbiamo raggiunto un punto d’incontro. […] è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? E’ un’indicazione che nessuno si è sentito di dare». Nel frattempo anche la distanza tra le Regioni e il Governo resta notevole (con riunione in corso dalle 9 di stamattina), con Toti, Zaia e Bonaccini che lamentano una mancanza di chiarezza nelle regole e un “metodo” non coerente rispetto a dati scientifici attuali: è di fatto la stessa posizione di Italia Viva che con Renzi ieri ribadiva «bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo “Chiusura!”, poi “No, ci si potrà muovere fra comuni!” ed infine “No, zona rossa in tutta Italia!”. Si decida una linea, la si spieghi e tutti insieme la si difenda ma senza zigzag». Nel frattempo in Parlamento oggi è stata presentata una mozione della maggioranza che permetta, in deroga al Decreto Natale, lo spostamenti tra piccoli Comuni (ma resta ancora da capire quali siano i limiti e i criteri scelti).

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