BLOCKCHAIN/ Non c’è solo Bitcoin dietro il boom delle criptovalute

Recentemente si è svolto a Cosenza, presso la locale università Unical, una giornata di studi sulla blockchain e le sue più promettenti applicazioni, un convegno dal titolo “Certezza, consenso e certificazione: problemi e prospettive della validazione digitale e della costruzione della fiducia”. La giornata si è svolta con il patrocinio del POR Calabria, della Regione Calabria, di ICT Sud (incubatore dell’Università per start-up) e di alcune delle realtà imprenditoriali più vivaci del settore, tra cui la Blockchain Lab Srl.

L’iniziativa è nata in particolare dalle ricerche e dall’intensa attività svolta dal Dipartimento di matematica e informatica dell’Università. Numerosi gli interventi e i contributi, riportati da esperti del settore anche di altre università: di Torino, di Perugia, di Bolzano, della Dublin City University, nonché di importanti soggetti attivi nel settore dell’informatica come Poste Italiane Spa, Cerved Spa, PagoPA Spa e la già citata Blockchain Lab Srl.

Dopo le relazioni della mattinata, nel pomeriggio gli interventi si sono spostati su due tavoli distinti, uno dedicato alla tecnologia e uno agli aspetti legali, finanziari e fiscali, svoltisi in parallelo. Il quadro che complessivamente è emerso dagli interventi è quello di una tecnologia ormai matura e applicata in contesti diversissimi ma concreti. D’altro canto è emersa anche la necessità di una lettura interdisciplinare del fenomeno blockchain, poiché l’applicazione di questa tecnologia deborda i confini della semplice applicazione e investe campi propri della finanza, dell’economia fino alle questioni legate alle leggi e quindi alla fiscalità.

Tutti questi settori sono quelli tipici di una società evoluta e resa coesa da elementi sociali come il consenso e la fiducia: da qui il titolo della giornata di studi. Infatti, quello che è chiaro è che la blockchain non potrà mai sostituire il consenso e la fiducia (nonostante il “consenso” sia uno degli elementi cardine del funzionamento tecnico di una blockchain), ma la corretta applicazione di una blockchain in maniera sicura e verificabile circa le informazioni inserite può sicuramente rendere più saldi consenso e fiducia e amplificarne gli effetti positivi grazie alla tecnologia.

Sarà sicuramente un caso, ma nelle stesse ore e nei giorni successivi il valore del Bitcoin ha preso il volo ed è arrivato a sfiorare i 65.000 dollari, mentre altre criptovalute “minori” (minori nel valore relativo, ma non certo nel valore applicativo) sono letteralmente esplose; forse l’esempio più clamoroso è quello di Ripple, passato dai 0,5 dollari dei primi di aprile agli attuali 1,9 dollari, quasi quadruplicando il proprio valore in appena due settimane.

Due sono state le notizie forti di questo periodo. La prima è la quotazione alla borsa del Nasdaq di Coinbase, il colosso delle transazioni in criptovalute. Una quotazione che è iniziata alla grande poiché le azioni, offerte al prezzo di 250 dollari l’una, dopo la prima giornata hanno chiuso al prezzo di 328 dollari, con un rialzo del 31,2%. Non male come inizio.

La seconda notizia è che Binance, il più grosso exchange mondiale con volumi di transazioni giornaliere che superano i 150 miliardi di dollari, ha aperto alla possibilità di acquistare azioni attraverso la sua piattaforma e l’utilizzo di una particolare blockchain dedicata. Tanto per capire l’importanza della notizia, tra le azioni scambiabili vi sono quelle di Tesla. I possessori delle azioni acquisite tramite Binance avranno tutti i relativi benefici, compresa la distribuzione dei dividendi.

In conclusione, non solo l’intreccio tra blockchain e vita reale quotidiana sta diventando sempre più intenso, ma anche quello tra criptovalute (il prodotto più vistoso della blockchain) e mercati finanziari sta diventando sempre più stretto e interconnesso. Sta nascendo un mondo nuovo. E siamo solo all’inizio.

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