Cts non voleva chiusura ristoranti/ Verbale “sbugiarda” Conte: chiesti solo controlli

Giuseppe Conte ha mentito ai ristoratori quando ad ottobre disse loro che aveva disposto le chiusure per le preoccupazioni espresse dal Comitato tecnico scientifico? La sua versione la ricordano bene i ristoratori ricevuti dal presidente del Consiglio a Palazzo Chigi per giustificare la restrizione. Ma un verbale del Cts smentisce Conte: è quello del 17 ottobre 2020. In merito al settore della ristorazione, veniva rimarcato «il rigoroso rispetto e controllo delle misure già più volte indicate dal CTS ed oggetto delle norme attualmente in vigore», suggerendo una «intensificazione della vigilanza e delle azioni di contrasto che devono essere rese più agevoli nella loro possibilità di adozione». Il Cts suggeriva anche «la coerenza della limitazione già prevista dalle raccomandazioni vigenti per i contesti domestici relativa al numero massimo di persone che possono condividere il medesimo tavolo all’interno dei locali di ristorazione». Come si intuisce facilmente, gli esperti non solo non hanno consigliato la chiusura dei ristoranti, ma si sono limitati a chiedere che le precauzioni contenute nei protocolli venissero applicate rigorosamente, suggerendo qualche controllo in più.

CTS NON VOLEVA CHIUSURA RISTORANTI: MELONI VS CONTE

Sulla vicenda, portata alla ribalta da Il Tempo, è intervenuta polemicamente Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. «Se i protocolli di sicurezza imposti a tutte le categorie sono efficaci, le attività devono riaprire tutte subito, se non lo sono, Conte deve chiedere scusa e risarcire le imprese che hanno investito i loro soldi per adeguarsi alle norme anti Covid», ha scritto su Facebook. Meloni ha quindi attaccato il premier Giuseppe Conte per la sua decisione di chiudere i ristoranti. «È stato il Governo a scegliere di inasprire le misure, dando un’altra pesantissima mazzata ad un settore fondamentale dell’economia italiana. Conte e i suoi sodali dimostrano ancora una volta di voler scaricare la propria incapacità di gestione dell’epidemia sulle imprese e sulle partite iva, compromettendo l’intera economia italiana». A ciò si aggiungono le polemiche per il caso del piano pandemico e del dossier dell’Organizzazione mondiale della sanità che sarebbe stato “censurato” da Ranieri Guerra.

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