di ANGELO BUONOMO
Si è svolto lo scorso 13 novembre il 3° ‘Forum nazionale dei Distretti dell’economia civile’, un’occasione di confronto e discussione sui temi dell’economia circolare e civile, a partire dai tanti cantieri già presenti in Italia che da tempo si pongono l’obiettivo di creare comunità resilienti e sostenibili, tese a favorire uno sviluppo economico capace di includere anche i più fragili e, allo stesso tempo, di tutelare l’ambiente. L’iniziativa è stata anche un’opportunità di formazione per il progetto “ECCO – Economie Circolari di Comunità” di Legambiente e per i suoi Ri-Hub, poli territoriali diffusi in 13 regioni italiane, che stanno sperimentando l’avvio di filiere ecosostenibili, creando una rete con imprese e cittadini al fine di dare vita a percorsi di economia circolare in un’ottica inclusiva e volta a favorire lo sviluppo di competenze green, sempre più richiesta dal mercato del lavoro.
È stato un viaggio nei territori di Campi Bisenzio, Lucca, Capannori, Empoli, Scandicci,
Grottammare, Valtiberina, Castelli Romani, Lecco, Napoli, Pontecagnano, Marcianise, che, attraverso l’economia civile, stanno preparando la transizione ecologica dando vita a processi circolari e inclusivi, generando nuovi strumenti di partecipazione e solidarietà anche in tempo di pandemia. I lavori, coordinati da Lorenzo Barucca responsabile Economia civile di Legambiente, sono stati organizzati in due momenti distinti e concatenati: di riflessione, formazione e approfondimento, in un primo momento, attraverso i contributi dell’Università di Firenze, con l’intervento della Prof.ssa Annick Magnier e del Prof. Pippo Russo e dell’Università Cattolica di Milano con i Professori Paolo Pezzana e Mauro Magatti secondo cui l’economia civile “una delle poche prospettive che abbiamo davanti a noi”. Nell’altro un approfondimento sui cantieri e Distretti dell’Economia civile, con l’aperta dell’intervento di Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana, sui “Cantieri che nascono, esperienze che crescono in Italia”.
Dal Forum è emerso che l’economia civile sta costituendo, in questa fase di incertezze caratterizzata da fragilità economiche, sociali e ambientali, un mezzo per rendere i territori reattivi e capaci di rispondere, anche, alla situazione emergenziale. Le sperimentazioni in atto rappresentano veri e propri esempi di sviluppo economico e sociale per realizzare processi economici sostenibili. Le conclusioni affidate a Barucca il quale ha sostenuto che “è necessario rafforzare il coordinamento di questi percorsi, di fare un vero e proprio ‘salto di qualità’ per modificare in maniera radicale e irreversibile l’economia del Paese”.