Nelle ultime ore è divampata una polemica che coinvolge il nuovo assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, e il ministro della Salute, Roberto Speranza. Una lite a distanza generata dalla richiesta che la componente della Giunta Fontana ha inoltrato per iscritto al commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, al fine di ridefinire i parametri per la distribuzione delle dosi di vaccino. Secondo la Moratti, devono essere tenuti a mente, in occasione delle operazioni di ripartizione, quattro parametri fondamentali: il contributo che le regioni danno al Pil, la mobilità, la densità abitativa e le zone più colpite dal virus. Come è facilmente intuibile, a scatenare l’ira di altre forze politiche, degli utenti del web e, quindi, dello stesso Speranza, è stato il punto in cui si parla della ricchezza di un territorio da tenere a mente come elemento utile ai fini delle quantità di vaccino da destinare a ogni singola area geografica d’Italia. Così, nonostante il tentativo del governatore lombardo, Attilio Fontana, di difendere “una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche”, subito si sono levate voci contrastanti.
LETIZIA MORATTI VS ROBERTO SPERANZA, LUI: “IL VACCINO È UN BENE COMUNE”
Le richieste di Letizia Moratti, prima di scatenare la reazione del ministro Roberto Speranza, hanno favorito quella dell’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, che su Twitter ha scritto: “Moratti propone di dare più vaccini alle regioni più ricche rispetto a quelle più povere. Questo dopo che Regione Lombardia ha fatto un disastro (che ha arricchito alcuni privati) pagato da tutto il Paese”. Anche l’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si augura “che sia una fake news. Non può essere il Pil il parametro per l’accesso ai vaccini, né a livello nazionale, né mondiale. Sarebbe come dire che abdichiamo al senso profondo del diritto alla salute”. Infine, come preannunciato, è giunta la replica di Speranza alle parole della Moratti, che ha sostituito da poco Giulio Gallera in Regione: “Tutti hanno diritto al vaccino, indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale, garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”. Più chiaro di così…
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