M5S, l’ex Giarrusso: “E’ nuova Dc di stampo pomiglianese”

“Cosa penso dell’ipotesi di un ridimensionamento del ruolo di Grillo? Che non si tratta più del Movimento 5 Stelle ma della nuova democrazia cristiana di stampo pomiglianese”, risponde all’Adnkronos il senatore Mario Michele Giarrusso, ex esponente grillino.

“A parte il brand appare ovvio che non si può più parlare di Movimento 5 Stelle, che non esiste più, ma di un partito di centro basato sulla popolarità di Conte. Il simbolo rimane solo per questioni elettorali, valendo da solo una percentuale a due cifre. Non è un’evoluzione ma semplicemente una operazione di marketing politico”, afferma dal canto suo la senatrice del Gruppo Misto Elena Fattori, ex 5 Stelle, a proposito della rifondazione del Movimento targata Conte.

“A giudicare da quel poco che Conte ha dichiarato, l’impronta di questo nuovo partito appare governista (infatti Conte ha parlato di riforme costituzionali che rafforzano il potere del premier e indeboliscono la democrazia parlamentare), atlantista, liberista, con l’obiettivo di essere l’ago della bilancia e quindi ampiamente disposto a spostarsi a destra per governare nella prossima legislatura. Il tutto condito con una narrativa solo decorativa di ambientalismo e giustizialismo moderato. Tutto legittimo, meno la pretesa di vedere una qualunque continuità con il Movimento 5 Stelle”, prosegue la parlamentare che nel 2017 sfidò Luigi Di Maio nella votazione online per la scelta del candidato premier M5S. Questa volta il voto sarà sulla leadership di Conte: “Ma l’ex premier non corre per alcunché, sta costruendo un partito. Il che non è una novità, tanti partiti sono stati costruiti partendo da un personaggio popolare. Quello che è nuovo è la narrativa mistificatrice dell’evoluzione da movimento a partito, ma questa dipende dalla grande e spregiudicata abilità nella comunicazione politica di Rocco Casalino”, rimarca Fattori, concludendo: “L’unica cosa che rimane da chiedersi è come Pd e Leu permangano nell’illusione di poter costruire una polo progressista stabile con il partito di Conte, che sarà governativo con chiunque vinca: quindi probabilmente con Forza Italia e con la Lega, che sta facendo un percorso di moderazione”.