Pina Picierno (Pd): “Siamo un partito plurale. Più spazio ai riformisti”

Roma, 24 ottobre 2025 – Gli inviti per l’evento di oggi a Milano sono partiti da tempo. Un incontro aperto a tutti, non solo fra il pubblico. Uno spazio dove accogliere chi si rivede in un’ala minoritaria eppure indispensabile di ogni formazione politica, quella riformista. È forse con questo intento politico che si tiene oggi ai Bagni Misteriosi, alle ore 15, l’incontro Crescere. Il contributo dei riformisti, organizzato da Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Ue, al quale parteciperanno, fra gli altri, anche il deputato Lorenzo Guerini, fra i promotori, e l’eurodeputato Giorgio Gori.

Perché avete scelto questo tema?

“Perché per noi la crescita non è un fattore macroeconomico a sé, slegato dalla quotidiana fatica di tenere in piedi, con equilibrio, le nostre istituzioni, la natura stessa della democrazia, il nostro modello sociale e di welfare. È la vera alternativa a chi oggi vuole confondere la stabilità con la stabilizzazione del declino, la cautela sui conti pubblici con la fossilizzazione delle opportunità e dei bisogni, gli investimenti con la concentrazione del potere economico e del credito in poche mani, politicamente orientate. Oggi quella parte di Paese che già in passato ha dimostrato di reagire alle difficoltà, di saper prendere iniziative economiche, di saper legare benessere e solidarietà si guarda intorno e si vede più sola”.

Il messaggio politico sembra essere chiaro: noi ci siamo. È presumibile un congresso o comunque un confronto interno con Schlein?

“Il messaggio non riguarda noi, ma quella parte di Paese a cui accennavo prima. Il Pd ha certamente bisogno di maggiore confronto democratico e il tema è su cosa. Io credo sulla forza e la serenità di guidare un’alternativa che indichi soluzioni per il ceto medio, in grado di governare il bisogno di conoscenza e innovazione della nostra produzione, adeguata a ridurre i divari, vecchi e nuovi, che ancora attraversano in lungo e in largo la sua società ingessata. La risposta non può essere sempre e solo più spesa pubblica. Sulla politica di difesa, sulla politica estera e sulla crescita non possiamo giustificare le diverse visioni nel campo largo prendendo a misura le divisioni della destra al governo. Un’alternativa indica la possibilità di una scelta diversa. Finora è onestamente difficile riconoscerla se non negli eccessi retorici e identitari”.

L’ala riformista dem è una minoranza, ma le recenti sconfitte alle regionali potrebbero richiedere un confronto interno per ridisegnare gli equilibri interni al Pd?

“Il Pd non ha ali, è un partito per sua natura plurale, anche se lo dimentica spesso, e il riformismo ne è la sua principale traccia. Qualcuno vuole a forza ridurci nello spazio di una corrente, ma abbiamo ambizioni più grandi che assecondare presunti nuovi corsi. Vogliamo che il Pd torni a essere lo spazio della democrazia e della partecipazione che si fa partito, riconosciuto da tutti gli italiani, anche di diverso orientamento. Non quello che è adesso, in cui alcuni di noi chiesero un vero confronto già in occasione del fallimento del referendum di giugno. Poi venne l’estate. Poi ci sono le Regionali. Poi verrà Natale. Insomma, il tempo non è una variabile neutra e i confronti non servono per chiacchierare ma per correggere ciò che va corretto, nel tempo in cui va corretto. Altrimenti diventano rese dei conti”.