
“Tre maialini destinati a morire di fame: la mostra a Copenaghen chiude dopo le polemiche” è stato pubblicato su Vegolosi, magazine di cultura e cucina 100% vegetale
Non è la prima volta che l’artista di origini cilene Marco Evaristti vuole attirare l’attenzione del pubblico sul tema della violenza contro gli animali in Danimarca e nel mondo. Il tema della responsabilità individuale rispetto alla vita e alla morte degli animali è stata uno degli argomenti che più lo hanno portato anche alla ribalta internazionale. E così come è accaduto anche per l’installazione “And now you care?” che si stava svolgendo in uno spazio dedicato alle esposizioni artistiche Copenaghen, luogo che in passato aveva ospitato un macello.
L’installazione e il suo scopo
L’opera di Evaristti occupava un’intera stanza e aveva come fulcro due carrelli della spesa rovesciati e posizionati a terra al fine di creare una gabbia dentro la quale, appoggiati su della paglia, stavano tre suini di poche settimane. Gli animali, presi da Evaristti da un macello, avrebbero dovuto morire di fame e di sete durante l’installazione oppure essere uccisi con un fucile da parte di un visitatore o una visitatrice della mostra che si fosse prestato a farlo. Attorno agli animali si trovavano anche alcune tele di medie dimensioni che ritraggono corpi di suini insanguinati e coperti dalla bandiera svedese. Lo scopo dichiarato della mostra era quello di mettere in luce le condizioni deplorevoli e la violenza subita da questi animali a causa dei consumi dei cittadini ma anche delle scelte del governo.
La vicenda del furto dei maialini che non lo era
La mostra si è conclusa prima del tempo – lo scorso sabato – perché i maialini sono stati portati via da un gruppo animalista olandese per essere messi al sicuro. Nelle prime ore si era parlato di un vero e proprio furto ai danni dell’artista mentre l’associazione ha poi spiegato che in realtà la consegna dei tre suini è avvenuta con la collaborazione dell’assistente dello stesso artista, Casper Steffensen, che avrebbe consegnato all’associazione anche del cibo per gli animali. Al Washington Post, Evaristti ha spiegato: “Volevo davvero sacrificare tre maialini per salvare le decine di migliaia di animali uccisi ogni giorno”. La Danimarca, infatti è uno dei principali esportatori di carne suina al mondo, nel 2020 ha avuto un tasso di mortalità nelle prime settimane di vita dei suini appena nati di circa il 23 percento, il che significa che ogni giorno morivano più di 25.000 maialini, secondo il Dipartimento di scienze animali e veterinarie dell’Università di Aarhus.

I tre maialini in un post dell’associazione animalista che li ha presi in carico
Casper Steffensen ha spiegato al Washington Post che la sua decisione di liberare gli animali è stata “rapida e stupida ma è quella di cui va più orgoglioso”. Il collaboratore di Evaristti ha anche dichiarato di aver nutrito di nascosto gli animali durante le poche giornate della mostra. I tre maialini ora hanno un nome: Lucia, Simon e Benjamin sono ora al sicuro grazie al gruppo animalista.
Due sono state le prime conseguenze della vicenda: l’artista ha ricevuto, come lui stesso spiega su un post Facebook, minacce di morte e gravi intimidazioni che hanno colpito anche il figlio ventenne. Secondo Evaristti le minacce sono la conseguenza delle accuse rivoltegli dalla parlamentare olandese Pia Kjørsgaard che l’artista vorrebbe denunciare per diffamazione per averlo definito “un pervertito”. In secondo luogo la mostra ha ricevuto una buona eco mediatica anche se la vicenda della liberazione dei maialini sembra non essere stata concordata dall’artista e dal suo collaboratore a questo scopo, bensì è stata una libera iniziativa dello stesso Steffensen.
“Tre maialini destinati a morire di fame: la mostra a Copenaghen chiude dopo le polemiche” è stato pubblicato su Vegolosi, magazine di cultura e cucina 100% vegetale.
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